Rime di 'abole'

Trovate 404 rime per abole

ole
boole
cole
cole
dole
duole
fole
fole
gole
gole
gole
grole
hole
iole
mole
piole
piole
pole
pole
prole
role
scole
scuole
sole
sole
spole
spole
spuole
stole
stuole
suole
svuole
viole
viole
viuole
vuole
yole
abole
aiole
aiole
aiuole
angiole
apiole
appiole
appiole
balzole
balzole
bandole
bastiole
benvuole
bestiole
bestiuole
bogliole
bondiole
braciole
braciuole
braciuole
brecciole
brianzole
buacciole
caciole
cagnole
cariole
carole
carole
carriole
cassole
cazzole
cazzuole
chiesole
chiesuole
chiesuole
ciriole
cocciole
cocciuole
console
coppiole
corniole
disvuole
facciole
facciole
facciuole
faggiole
falciole
figliole
gabbiole
gragnole
gragnuole
grasciole
graziole
guardiole
lanciole
linguole
malvuole
mandole
mariole
mariuole
marzuole
mazzole
mazzuole
mazzuole
moviole
moviole
nocciole
nocciuole
nocciuole
orzole
orzuole
paiole
parole
pennole
pennole
pezzole
pezzuole
pezzuole
pianole
piazzole
piazzole
piazzuole
pignole
pistole
poesiole
presuole
prispole
querciole
querciole
querciuole
ragnole
recole
ricciole
ricole
riduole
rivuole
robiole
santole
sartiole
scagliole
scariole
scariole
scarole
scheruole
seriole
sessole
soggole
spagnole
spagnuole
spugnole
stagnole
stravuole
tagliole
tagliole
tagliuole
tagliuole
tignole
tortole
vecciole
verole
vetriole
vetriuole
virole
vivuole
absidiole
acquaiole
antisole
armaiole
asticciole
asticciuole
autoscuole
autosole
azzeruole
bagnaiole
bagnarole
banderole
banderuole
barcaiole
barcarole
battagliole
battagliole
battagliuole
battagliuole
biadaiole
bibliopole
biscaiole
boccarole
bombarole
borsaiole
borsaiuole
boscaiole
bracciaiuole
braciaiole
braciaiole
braciaiuole
brianzole
brodaiole
bucaiole
cacaiole
calenzole
calenzuole
callaiole
camiciole
camiciuole
campagnole
canaiole
cannaiole
cantafole
caposcuole
capriole
carmagnole
casserole
casseruole
castagnole
cavagnole
cazzarole
cazzeruole
cenciaiole
cenciaiole
ceraiole
chiassaiole
ciccaiole
civettuole
coca-cole
commediole
controsole
correggiole
cortecciole
crodaiole
donnicciole
donnicciuole
doposcuole
doposole
erbaiole
famigliole
famigliuole
ferraiole
festaiole
festicciole
fienarole
fittaiole
frangisole
fregarole
fruttaiole
fumarole
fumarole
funaiole
fusaiole
fusaiole
fusarole
fuseruole
gattaiole
gessaiole
girasole
gorgonzole
grammomole
granaiole
grappaiole
guacamole
guerricciole
guerricciuole
guidaiole
interscuole
interscuole
lanaiole
langarole
langarole
lazzaruole
lazzeruole
legaiole
legnaiole
licciaiole
licciaiole
linaiole
linaiole
linguaiole
macchiaiole
maggiaiole
manaiole
manaiuole
marzaiole
marzaiole
menarole
menarole
menaruole
merciaiole
mezzaiole
miglialsole
mirasole
modaiole
montagnole
moscaiole
moscaiuole
mostacciole
muraiole
muraiole
musarole
muserole
museruole
museruole
notiziole
ovaiole
pannarole
pannarole
parasole
parpagliole
parpagliole
parpaiole
pennaiole
pepaiole
pepaiuole
peparole
pesciaiole
pesciaiole
pestarole
pestaruole
petacciole
petacciuole
piazzaiole
pizzaiole
pollaiole
pollaiole
pommarole
poppaiole
porcheriole
prataiole
prataiole
prendisole
pummarole
quartarole
rannaiole
rannaiole
rapaiole
rapazzole
renaiole
renaiole
risaiole
rissaiole
romagnole
salciaiole
sassaiole
sassaiuole
sassaiuole
schiumaiole
schiumarole
sciocchezzuole
sepaiole
sepaiuole
setaiole
setaiole
soprassuole
soprassuole
sottogole
spadacciole
spannarole
spannarole
sponderuole
sponderuole
squarciagole
squartarole
squatarole
sterparole
sterpazzole
stracciaiole
stradaiole
stufaiole
telescuole
terraiole
terzarole
terzaruole
terziruole
testicciole
testicciuole
tirasuole
tombarole
tornasole
torraiole
treccaiole
treccaiuole
trecciaiole
tristanzuole
vangaiole
vangaiuole
ventarole
versaiole
vetriole
vignaiole
vignaiole
vitaiole
voltigliole
zuccaiole
zuccaiuole
allole
controparole
farinaiole
farmacopole
infantigliole
malaparole
maleparole
motocarriole
motocarriole
passaparole
portaparole
profiterole
rivistaiole
sanguinerole
savonarole

500 endecasillabi classici rimano con abole:
vassene Marte alo sparir del sole,
simulacro del sol ch'offusca il sole.
ricca del gran colosso, immensa mole,
Facile, o dea, ti fia s'al tuo bel sole
Del sovrano motor l'amata prole,
comprenderlo ben puoi dale parole
l'allontanarmi dal mio vivo sole,
destar gli augelli e risvegliaro il sole.
spesa in vezzi la notte ed in parole,
smarriti nel color dele viole
come volgonsi in ciel le stelle e'l sole.
segnar non pur mirabilmente suole,
che quasi viva ed animata mole
a lei però che colassù si cole
perché, sebene in cima al'alta mole
Tacque con questo dir, né fur parole,
per un grand'occhio sol riceve il sole.
aperta in cima, onde l'eccelsa mole
Quant'hanno di leggiadro atti o parole
e'n vari raggi compartir si suole
Bellezza è luce che dal sommo sole
lo splendor dele stelle ai rai del sole.
in quella guisa pur che ceder suole
l'uso che'n gioco essercitar si suole.
a restio pagator scuse e parole.
immerso e più tacer ch'egli non suole,
non allontana dal'amato sole,
dispensan l'ore insieme e le parole,
indietro alquanto a gareggiar col sole,
Vener bella s'acconcia e restar suole
così stato quaggiù mutar si suole;
dopo le nubi e le tempeste il sole.
cedono alfin le nevi ale viole,
che la vita vi lascia e le parole.
E questa ancor mia cara unica prole
vien l'indo e'l perso ala città del sole;
onorar sì gran festa Egitto suole,
l'idol crudel si riverisce e cole,
già de' regi di Cipro antica mole,
del suo ecclissato e tramontato sole,
guastarle il nido e divorar la prole
Pur sen'infinge e de' begli occhi il sole
Mentre cerca or con gesti, or con parole
lo dio ch'essere invitto in guerra suole.
al rabbioso mastin dale tre gole.
ch'io snidi di lassù la luna e'l sole?
aprite il passo al'alte mie parole.
dolenti case, antri nemici al sole,
onde volar qual pipistrello suole
atti a fermar nel maggior corso il sole,
con lungo mormorio carmi e parole;
mormorando tra sé queste parole:
e ferir di scintille il viso al sole.
ch'arid'esca vicina accender suole
- Taci bestia malvagia, odiosa al sole,
Vennegli incontro e cominciò parole
gli muoion nela lingua le parole
dala lupa nel bosco il pastor suole,
e preme il carro in cui combatter suole;
le stelle attrista e discolora il sole.
tinto lo scudo, smisurata mole,
tacita al'ombra e sconosciuta al sole.
dela fallacia pur dele sue fole?
fredda l'aria divien più che non suole,
vedesi in ciel rasserenare il sole,
raccorrà in sé quanto raccoglier suole
e com'è di bellezza un chiaro sole,
Dal mare il nome avrà, di cui fu prole
non aperta e non chiusa in orto suole,
tenera sorge e giovinetta prole.
la pianta amica a Giove e cara al sole,
raccontar non si lasciano a parole;
non mira in quanto mondo alluma il sole.
Maria, de' Mombasoni egregia prole?
in faccia al giorno al paragon del sole.
e talvolta adivien che splender suole
di fera in fera ir tra le sfere il sole;
e con perpetuo error per l'alta mole
intorniato di diverse scole
che, lampeggiando, abbarbagliava il sole;
la porta entrò dela celeste mole.
s'arrivassero al ver sì fatte fole,
chi fabricata la celeste mole
Materia dar questa materia suole
tutte abbellirsi e variarsi al sole.
e le smaltate e colorite gole
espresso fuor dele canore gole.
di quel linguaggio i sensi e le parole
di lei ch'è de' suoi lumi unico sole,
e dove sorge e dove cade il sole,
Il tuo gran nome ove l'altrui non suole
Cresci cresci o Luigi, inclita prole
imparerà la generosa prole,
anch'io sempre mi volgo, o mio bel sole,
avezzar ala luce i figli suole,
quando i baci dan luogo ale parole. -
in aquario quaggiù vedere il sole.
moltiplica risposte ale parole.
e, qual d'Olimpia entro l'eccelsa mole,
ghirlandetta di mirti e di viole.
che la maestra tua non vuol parole.
più d'un dubbio sottil dele mie scole;
precorrer l'alba alo spuntar del sole.
Cloride bella, che volando suole
tali ignominie il ciel permetter suole?
vienne a mirar la tua pudica prole.
e ch'irritato più, più garrir suole,
e che pronte ha l'ingiurie e le parole,
I satiri con cantici e con frottole
da lei gli accenti impara e le parole,
Colei però che accompagnar la suole
quando del fiero ingegno, acerba prole,
né'l fianco a sostener la grave mole
Era a gran pena dal mio ventre al sole
Venere ale dolcissime parole.
si dileguan le nubi e riede il sole,
mordace can la rabbia acquetar suole
come col vivo suo terreno sole
non vedi tu la graziosa prole
ed egli uscito in compagnia del sole,
aspettò finché'l ciel, sicome suole,
basta ch'egli in virtù di tai parole
quelche l'altro facea con le parole.
dico di lui, che con la man far suole
che non tragga il model da questa mole;
né teatro, né tempio è sotto il sole,
non son possenti ad agguagliar parole;
piegar la testa sonnacchiosa suole
In quella guisa che, dal primo sole
senza strepito alcun mover si suole,
l'orbicolare e spaziosa mole,
venia meno la voce ale parole.
Volea parlar ma, quasi ghiaccio al sole,
quant'egli in sé stampar sempre ne suole.
tante forme non cangia incontro al sole
aquila fortunata, al suo bel sole:
gli occhi fiso volgendo e le parole,
quella incomposta inestricabil mole,
esca il bel parto di sì degna prole.
se però tanto attenderem ch'al sole
Per supplicar la dea ch'ivi si cole
Scritte mostran su l'uscio auree parole
Vede un'altra non lunge eccelsa mole
Il presagio in oblio por non si vuole,
credi a quel che mentir né può né suole,
S'a noi non credi, ed oh, queste parole
aviluppa e compon novelle fole;
e fa con lagrimette e con parole
giardinetto di gigli e di viole?
piantato in riva al mar, nascosto al sole,
fioriscon tutte di novella prole,
Ch'io deggia in preda dar l'amata prole
Tu sei con tue bellezze uniche e sole
ch'ancor tu fra i ligustri e le viole
Non superbisca ambizioso il sole
poiché perdo una fera e trovo un sole.
E le calde d'amor dolci parole,
parve, ch'aprendo l'un e l'altro sole
vuol ch'egli, o qualche satiro, che suole
perché temendo, se la vede il Sole,
qualor volger tranquillo il ciglio suole.
in lor si specchia, anzi s'abbaglia il sole.
senz'alcun paragone uniche e sole,
non corrisponderan le tue parole,
t'obliga ad esseguir quelch'egli suole;
il rettor dele furie uscire al sole.
mentre ch'ella compon gigli e viole,
La reggia famosissima del sole
tanta è però di sì superba mole
Anchorché chiusa sia, com'ognor suole,
già licenzia le stelle e chiama il sole,
e sollecito assai più che non suole,
Risposto al grato dir grate parole,
Benché non tema il folgorar del sole,
pompe d'ostro l'aurora e d'oro il sole.
con sereno splendor spiegar vi suole
vestir quand'esce insu'l mattino il sole.
il Gange onde trae l'or, di cui si suole
prender la rosa infra l'aurora e'l sole.
gli tinge il viso in quel rossor che suole
e, ruinando dal'eterea mole
ond'irritato abbandonò del Sole
Fur queste efficacissime parole
affrettava il camino innanzi al Sole.
e con sferza di rose e di viole
quell'animata e smisurata mole.
che le lega la lingua e le parole.
già vicino al'occaso il suo bel sole,
Come adusto vapor, sparito il sole,
di lunga sferza e luminosa suole
così di Citerea l'altera prole
poiché Favonio, che scherzar vi suole,
Un sole, o chi mel crede? un altro sole
e vie più che'l mio lume in ciel non suole
Insieme ne schermian le valli sole
se cadesse del ciel l'immensa mole
dal'epiciclo suo schiantato il sole,
come quando talor mirar ti vuole
o non s'acciechi o non s'abbagli il sole.
ai chiari raggi del suo vivo sole.
Così languisce e sette volte il sole
e, circondando la terrena mole,
che rapir mi devean l'unica prole,
io m'ingegnai con opre e con parole.
onde colui, che'l volto arso ha dal sole,
aprì latrando Cerbero le gole;
del fier Titan la temeraria prole
d'alto spavento impallidire il sole,
Vassene il greco senza far parole
ché la ruina di sì greve mole
Quest'uso dunque, ch'affinar si suole
e non v'ha loco in quanto gira il sole
Ma costui, d'alta stirpe altera prole,
Conchiuse alfin ch'oltre lo star sì sole
e ch'era non men misera la prole
Le due gran monarchie nel mondo sole,
per voi fien grandi e per la vostra prole
Le lor terre, i loro mari apena il sole
Corregge, alza di marmi altiera mole;
Appender voto, ed invocarmi ei suole:
Sì rivolto a colei, ch'era suo sole,
Indi il volo disciolse a tai parole:
Pronto inventor di lusinghiere fole,
Sì superba di ventre agita mole?
Gli diede a trascinar. Cotanta mole
Ma poi che la vivace amabil prole
Pronto inventor di lusinghiere fole
Sì superba di ventre agita mole?
Cupido sguardo altrui. Cotanta mole
Sgravò di maschia desiata prole
Riverberar più che dinanzi al sole
Ivi le belle, e di feconda prole
Auspice lui, la fortunata mole.
Chi di lieti racconti ovver di fole
O padre mio, perché tante parole?
Fur queste efficacissime parole
con sereno splendor spiegar vi suole
Risposto al grato dir grate parole,
tanta è però di sì superba mole
La reggia famosissima del sole
mentre ch'ella compon gigli e viole,
il rettor dele furie uscire al sole.
non corrisponderan le tue parole,
senz'alcun paragone uniche e sole,
parve, ch'aprendo l'un e l'altro sole
poiché perdo una fera e trovo un sole.
Non superbisca ambizioso il sole
ch'ancor tu fra i ligustri e le viole
Tu sei con tue bellezze uniche e sole
fioriscon tutte di novella prole,
giardinetto di gigli e di viole?
aviluppa e compon novelle fole;
Il presagio in oblio por non si vuole,
Per supplicar la dea ch'ivi si cole
se però tanto attenderem ch'al sole
esca il bel parto di sì degna prole.
quella incomposta inestricabil mole,
gli occhi fiso volgendo e le parole,
aquila fortunata, al suo bel sole:
venia meno la voce ale parole.
senza strepito alcun mover si suole,
In quella guisa che, dal primo sole
piegar la testa sonnacchiosa suole
non son possenti ad agguagliar parole;
né teatro, né tempio è sotto il sole,
dico di lui, che con la man far suole
quelche l'altro facea con le parole.
basta ch'egli in virtù di tai parole
aspettò finché'l ciel, sicome suole,
ed egli uscito in compagnia del sole,
non vedi tu la graziosa prole
come col vivo suo terreno sole
mordace can la rabbia acquetar suole
si dileguan le nubi e riede il sole,
né'l fianco a sostener la grave mole
Colei però che accompagnar la suole
da lei gli accenti impara e le parole,
vienne a mirar la tua pudica prole.
Cloride bella, che volando suole
precorrer l'alba alo spuntar del sole.
che la maestra tua non vuol parole.
ghirlandetta di mirti e di viole.
moltiplica risposte ale parole.
in aquario quaggiù vedere il sole.
quando i baci dan luogo ale parole. -
avezzar ala luce i figli suole,
di lei ch'è de' suoi lumi unico sole,
di quel linguaggio i sensi e le parole
espresso fuor dele canore gole.
tutte abbellirsi e variarsi al sole.
Materia dar questa materia suole
la porta entrò dela celeste mole.
Maria, de' Mombasoni egregia prole?
raccontar non si lasciano a parole;
tenera sorge e giovinetta prole.
non aperta e non chiusa in orto suole,
raccorrà in sé quanto raccoglier suole
vedesi in ciel rasserenare il sole,
dela fallacia pur dele sue fole?
tacita al'ombra e sconosciuta al sole.
tinto lo scudo, smisurata mole,
dala lupa nel bosco il pastor suole,
gli muoion nela lingua le parole
Vennegli incontro e cominciò parole
Taci bestia malvagia, odiosa al sole,
ch'arid'esca vicina accender suole
mormorando tra sé queste parole:
con lungo mormorio carmi e parole;
onde volar qual pipistrello suole
dolenti case, antri nemici al sole,
aprite il passo al'alte mie parole.
ch'io snidi di lassù la luna e'l sole?
al rabbioso mastin dale tre gole.
guastarle il nido e divorar la prole
del suo ecclissato e tramontato sole,
già de' regi di Cipro antica mole,
onorar sì gran festa Egitto suole,
che la vita vi lascia e le parole.
cedono alfin le nevi ale viole,
dopo le nubi e le tempeste il sole.
così stato quaggiù mutar si suole;
Vener bella s'acconcia e restar suole
dispensan l'ore insieme e le parole,
immerso e più tacer ch'egli non suole,
in quella guisa pur che ceder suole
Bellezza è luce che dal sommo sole
Quant'hanno di leggiadro atti o parole
aperta in cima, onde l'eccelsa mole
perché, sebene in cima al'alta mole
che quasi viva ed animata mole
segnar non pur mirabilmente suole,
spesa in vezzi la notte ed in parole,
comprenderlo ben puoi dale parole
Del sovrano motor l'amata prole,
ricca del gran colosso, immensa mole,
simulacro del sol ch'offusca il sole.
vassene Marte alo sparir del sole,
quell'animata e smisurata mole.
che le lega la lingua e le parole.
già vicino al'occaso il suo bel sole,
Come adusto vapor, sparito il sole,
di lunga sferza e luminosa suole
così di Citerea l'altera prole
poiché Favonio, che scherzar vi suole,
Insieme ne schermian le valli sole
se cadesse del ciel l'immensa mole
dal'epiciclo suo schiantato il sole,
come quando talor mirar ti vuole
ai chiari raggi del suo vivo sole.
che rapir mi devean l'unica prole,
io m'ingegnai con opre e con parole.
aprì latrando Cerbero le gole;
del fier Titan la temeraria prole
Vassene il greco senza far parole
Ma costui, d'alta stirpe altera prole,
Quel Titano di Ciel primiera prole
Favoleggiossi: dal nascente sole
Versar lor folta giovinetta prole
Regal consiglio, e a sostener la mole
Ecco spalanca sue tremende gole
Fan con cerberee spalancate gole
Che l'eterna scuoteano empirea mole,
Profondamente s'inchinò, qual suole
Sempre dipenderò: Dio così vuole;
Insiem con noi quando il nascente sole
Questa dell'universo immensa mole
Aria, elementi, voi che prima prole
Del cui fecondo grembo uscir dee prole
Che a divorarla già l'avide gole
Su cocchio rifulgente a par del sole,
Benedisse così: - Di larga prole
De' ramosi coralli e a' rai del sole
Numerosa non men covan la prole
Meravigliosi di lunghezza e mole,
Dalla bocca d'Adam sole parole.
Chiudere in sè maggior virtù del sole,
Versano a pro della terrestre mole
Centro dell'universo essere il sole,
Tu quei giri ascrivessi: ecco del sole
Regolator sopra la terra il sole,
Darammi stil conforme, ella che suole,
In qualche burron cupo, ove del sole
Onde tutta su me l'orrida mole
Vittima della morte al nuovo sole
Allor che entrava in Arïéte il sole,
Con quest'eccelsa, glorïosa mole
Una superna forza, e, come vuole
Non senza sforzo l'ampia e stabil mole
Un sì dolce calor che può del sole
Lavor diurno che al cader del sole
Adam, di lunghe, inutili parole:
Volse a Michele queste umili parole:
Sforman con vane imaginate fole.
el Grasso ebbe riprese le parole:
istievi pur, ch’a me poco ne duole;
In questa giunse el giudice, che vuole
in sun un libro, dove iscriver suole
la qual fia piena di croste di lappole,
per rubarti lui fa mille trappole.
che la Bartola ha tolte, e se le vuole
se la tua donna del danno si duole
Fia questa storia a ciascun dilettevole,
Quanto la mente mia brama, e piacevole,
Di sei ch’erano entrar un sol non vuole,
Perchè fede non presta a sue parole.
che in casa più nessuno non lo vuole.
Or rendici e’ danar senza parole,
Di questo caso e’ ci rincresce e duole!
Colui che mosse prima le parole
tu di’ cotesto, ma poco mi duole :
Susanna vede e gusta le parole,
disse alla gente con aspre parole:
la qual m’ha posto a punto innanzi al sole,
Cerbino, udendo le dolci parole,
ed alla donna risponder pur vuole,
ma alfin rispose, e fe’ come chi suole,
El dormente rispuose: Assai mi duole
Bella accoglienza in nimicata suole
Ma la fa franca in tutte le sue scuole.
Che 'l tempo et la stagion è malagevole.
Fronte più vaga che rose et viole,
Lucida gola, o man morbide et sole
Contra costui con mani et con parole
El sdegnoso pensier qui sfogar vuole ;
Nè più da Frontalatte scender vuole
Che per distrezza gira come il sole.
Et le labra di mamole viole
Languide come colta rosa al sole.
Che le comincia a dir queste parole:
Che solo compiacermi ei pensa et vuole
Versava, ma però non eran sole,
Dalle sue luci, et hora più non vuole
Me usarti, o cavallier, queste parole,
Di cortesie, di gentilezze sole
Al primo ragionar delle parole,
Con che gran cavallier servir si suole,
Viddi Amor starsi et nella fronte il sole
Che far non può ciò che quell' altra vuole.
Che sceso pare da divina prole.
Sol per venir a quel che brama et vuole.
Ti condurò pria che tramonti il sole,
So che ti scordaran le ciancie et fole
Anzi le pegne più con le parole
Ch' un pittor col pennel mostrar non suole;
Et havendola hor persa se ne duole
Più d'altro mai che amasse sotto el sole.
Et men ode le angeliche parole,
Per doglia, et bastemiar comincia il sole
Era sì accomodato di parole
Quanto altro nato sotto il chiaro sole
Però col conte fa che più non vuole
Ricordandosi come farsi suole
Del primo amor si gisti o alle parole.
Et che per la virtù del sacro sole
Quel mutar di Tyrrhesia, come suole
Sallo Sylvana et mei' chiarir: sì vuole ,
Aciò che luca al mondo com' il sole
Disse: « Hor andian, prima che scaldi il sole,
Fora. » Astolfo non men di quel che suole
Faceva ingiuria et che menar non vuole
La dama e il re, disse queste parole:
Poi consegliando disse tai parole:
Convien se aiuti l'huon da se, se vuole
Però, signori, se le mie parole
Mangiando oppresse; et del figliuol del sole
Infra Phenisa et Lampetea et Phebea sole,
Purgali, signor mio, qual l'or si suole
Purgar, tu, che sei di giustitia il sole!
Che fu nudrito e imparò in le scuole
Ciò che liber fanciullo imparar suole.
Non si ralegra più come egli suole,
Più non motteggia con grate parole,
Piange da se, suspira, assai si duole,
Ch' io mi consumo come neve al sole ;
Se l cuor patisce, ogn'altro membro duole
Sopra di me, che le non son parole.
già contemplando, e l'ultime parole
nel più sacro dell'alma, alte parole:
provvidenza di mezzi, a tanta mole
nel pensier le ferite e le parole.
portano le sorelle onde velivole
Chinò i begli occhi al fin di sue parole
Fur ignei dardi al sen queste parole:
Tragge lampi e terror dai ferri il sole:
de' minor fuochi il giro e le carole,
del tuo valor, che suo drudo non vuole
di nostra patria: cade la sua mole,
perché a' suoi moti non è centro un sole.
nel raccolto Senato al nuovo sole
entra, e queste vi tuona alte parole:
tabernacoli d'oro apriagli il sole;
Io son la mente della terrea mole,
che in te trasfuse la giapezia prole.
Libera certo il vincitor lei vuole,
Altra volta pur volle, e fur parole;
fero a noi ciò che Progne alla sua prole.
più che consorte, amico. Ed ei che vuole
ergea d'attico gusto eccelsa mole,
raggiava immemor del suo corso il sole.
Mandò in core la Dea queste parole: