Rime di 'adono'

Trovate 364 rime per adono

bono
buono
clono
cono
crono
dono
fono
mono
nono
priono
prono
sono
spiono
sprono
stono
suono
tono
trono
truono
tuono
zono
abbono
abbuono
addono
adono
alono
arpiono
arpono
assono
aziono
bastiono
bastono
battono
bevono
bidono
blasono
bolzono
bramono
brunono
buffono
bullono
cagiono
calono
campiono
cantono
canzono
capono
cappono
carbono
carpiono
cartono
cauziono
ceffono
censono
chimono
cogliono
colono
comono
conciono
condono
consuono
cordono
corono
cotono
cristono
detono
dissuono
dolono
emiono
euzono
falcono
festono
fissiono
frastono
frastuono
fraziono
friziono
funziono
gallono
gattono
gettono
girono
graffono
grugnono
gualcono
imbono
intono
introno
intuono
kimono
lesiono
limono
mansiono
mattono
mentono
menziono
minchiono
mioclono
opziono
orsono
ottono
ozono
partono
passiono
patrono
pendono
pensiono
perdono
perdono
piaciono
piantono
piattono
piccono
polono
poltrono
prigiono
punzono
questiono
quistiono
rabbono
ragiono
rampono
raziono
riabbono
rintono
rintrono
rintuono
risono
risprono
risuono
risuono
ritono
rituono
salmono
sanziono
savono
sbirbono
sbolzono
sbottono
sbullono
scagiono
scagliono
scantono
scarbono
schidiono
scogliono
scordono
scozzono
sermono
seziono
sfocono
sfrucono
sgroppono
sifono
smattono
sminchiono
solfono
spassiono
sperono
spezzono
spiccono
spigiono
spinciono
spintono
splafono
spollono
spolmono
spoltrono
spregiono
sprigiono
spunzono
squadrono
sragiono
stagiono
stangono
staziono
stazzono
steccono
sternono
stizzono
strattono
taccono
tallono
tampono
tangono
teflono
temono
tenciono
tendono
tenziono
tenzono
timono
trabuono
trasbono
ustiono
visiono
zappono
zuccono
abbandono
abbottono
accagiono
accampiono
accantono
accappono
accarpiono
accattono
accigliono
accotono
accovono
addiziono
affarono
affazzono
affeziono
aggattono
aggrinzono
alluviono
ammattono
appassiono
appigiono
beverono
bighellono
cavobuono
collaziono
colleziono
commissiono
compassiono
compatrono
condiziono
confeziono
congestiono
convenziono
defeziono
deflaziono
dilaziono
dimensiono
dimissiono
direziono
disarciono
disprigiono
disragiono
disseziono
drappellono
ecotono
emoziono
emulsiono
esenziono
estongono
fraintendono
girellono
guiderdono
imbullono
impersono
impressiono
imprigiono
incartono
incastono
incordono
incorono
inflaziono
infrasuono
ingavono
inghiottono
insanono
insapono
inschidiono
interfono
ipersuono
ipertono
ispeziono
kakemono
microtono
monotono
multisono
muniziono
nocnuocciono
oblaziono
occasiono
ossessiono
paragono
perfeziono
posiziono
prefaziono
prepensiono
pretensiono
processiono
promoziono
proporziono
provvigiono
provvisiono
quartabono
quartabuono
rabbonono
rabbottono
raffazzono
rammattono
rattaccono
rattrappono
relaziono
revisiono
riabbottono
riaffeziono
riammattono
riappassiono
riappigiono
ribastono
ribevono
rimattono
rimprigiono
rincogliono
rinsapono
riperdono
ritemono
ritendono
ritensiono
scapacciono
scondiziono
seleziono
semitono
silicono
sottaciono
sottotono
sovrattono
sovvenziono
spoltronono
sproporziono
straperdono
suggestiono
summenziono
tenerono
trabattono
trabevono
transcendono
ultrasuono
unisuono
approvisiono
approvvigiono
autoimprigiono
autoincorono
autolesiono
cheratocono
contrappunzono
decondiziono
decongestiono
disaffeziono
disappassiono
disinflaziono
disproporziono
incretinono
inferocono
intercidono
percuoterono
preconfeziono
preseleziono
ricondiziono
ridimensiono
riposiziono
ritenerono
rivoluziono
supervisiono
viviseziono
autodefinono
autosuggestiono
sottodimensiono
sovradimensiono

500 endecasillabi classici rimano con adono:
forma de' detti e dele voci il suono,
pria ch'ella parta, a dimandarle un dono.
replicati tra lor molto si sono,
Allora i lumi sollevando al trono
e, fatto pausa in un momento al suono,
Offerto alfine e consumato il dono
Pubblicato ha di ciò la Fama il suono,
per essaltar colui solo al gran trono
Or tutti uniti in assemblea si sono
d'amar chi mi schernì, qualunque io sono,
se fu da scherzo e non da senno il dono.
ch'egli vinto non è, com'io ragiono,
fenne al gran dio de' versi altero dono.
indi lieto inventor di sì bel suono,
fughe ed essili espressi entro vi sono
voglion pur dinotar di cui ragiono.
procedon là dov'è di Marte il trono,
quando indegno appo voi sia di perdono,
il capo e'l ferro inun; Sidonio io sono.
meco adempir, com'io v'adempio il dono.
il regno accetta e la reina in dono;
ma stringer scettro e comandare in trono.
personaggio real qual'io mi sono,
tragge a sua voglia, onde più mio non sono.
io l'accompagno e mai non l'abbandono.
principal dela reggia e'l maggior trono,
gridò con fiero e minaccevol suono;
e poi prendon la fuga in abbandono.
di Malagorre omai le genti sono,
contagiose e sfortunate sono
bench'apparenza in vista abbia di buono.
prendi il gioiel che dela dea fu dono,
facessi di mestessa intero dono
che qui ti guarda a tal mestier mal buono,
ch'uom non se' tu sicome gli altri sono,
farotti e ne terrai lo scettro e'l trono
che di tal semidea qual io mi sono.
prendi il crin che Fortuna or t'offre in dono,
tutta mestessa e quanto è in me ti dono.
onde vinta da te qual io mi sono,
dove sto, ciò che fo, ciò che ragiono.
Saprai come mi porto e con cui sono,
sbrana le nubi e fa scoppiarne il tuono.
con tre denti di foco in rauco suono
come suol di lontan tempesta o tuono.
e forma quivi un indistinto suono,
per quell'alto donzel di cui ragiono,
chi pur dianzi l'offese ottien perdono.
passa il re novo a possedere il trono,
sarà lira al concento e squilla al tuono.
ch'empiendo il ciel d'infaticabil suono
Né men materia a qual più chiaro suono
così tutta il signor di cui ragiono
Come tutte nel cor raccolte sono
di spontaneo voler libero dono.
fa prodiga a colei di cui ragiono
Se pur volevi, o gran rettor del tuono,
e generato forse agile e buono,
Se zoppo mi son io tal qual mi sono,
d'un'asciutta sostanza acconcia al suono.
proprio moto non hanno e fatte sono
dal vostro sdegno il suo perdono in dono. -
Vorrò veder, s'ad impetrar son buono
di due mammelle che da' lati sono,
pur l'odorato è principal suo dono.
ed oltre ancor ch'al respirare è buono,
dele sue note addolorate il suono,
spero trovar pietà, nonché perdono'.
so ben che di tal grazia indegna sono;
siete donna di me più ch'io non sono.
e se il cor vi fia in grado, il cor vi dono.
vi sacro e del'ardir cheggio perdono.
Ma io mi scorderò di quelche sono,
e la vergogna di sì picciol dono
Forse mentre tu miri ed io ragiono,
degne di laude eguale e d'egual dono.
Tutte egualmente ammiro e tutte sono
da questo scettro a te devoto in dono,
tributario son io del tuo gran trono.
del mio reame tributari sono,
Un satirin, che siede a piè del trono,
gonfia un corno caprin con rauco suono.
come diverso è de' concenti il tuono;
quante le pause e le periodi sono
che'l cenno insegna del maestro suono,
principi generosi, avete il trono,
che'n segno sol del buon voler vi dono.
cinto di fiamme il gran rettor del tuono
Fu del'armi il fulgor, de' colpi il suono
agli occhi un lampo ed al'orecchie un tuono.
De lo scampo di Rodi a farvi dono.
Il viver di qua giù lieto abbandono;
Fornì del suo parlar l'ultimo suono,
Di ferri scossi più terribil suono
Più minacciar, più dimandar perdono.
Squarciando umida nube ha minor suono.
Largo chiedeva a' falli suoi perdono;
Di cui s'udia via più mirabil suono;
Del santissimo aspetto i fulgor sono
Mansuefatto a te chieder perdono,
Mansuefatto a te chieder perdono,
Un messagger con clamoroso suono
Cedono spalancate; ed a quel suono
De' famosi palagi emula il suono
Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono
Io son contento: io te la dono,
Di stran paese qua venuta sono,
Ben grandi, ben eccelse, o Jèova, sono
tributario son io del tuo gran trono.
da questo scettro a te devoto in dono,
Tutte egualmente ammiro e tutte sono
degne di laude eguale e d'egual dono.
Ma io mi scorderò di quelche sono,
vi sacro e del'ardir cheggio perdono.
siete donna di me più ch'io non sono.
so ben che di tal grazia indegna sono;
spero trovar pietà, nonché perdono.
dele sue note addolorate il suono,
pur l'odorato è principal suo dono.
di due mammelle che da' lati sono,
Vorrò veder, s'ad impetrar son buono
proprio moto non hanno e fatte sono
di spontaneo voler libero dono.
Come tutte nel cor raccolte sono
Né men materia a qual più chiaro suono
passa il re novo a possedere il trono,
come suol di lontan tempesta o tuono.
con tre denti di foco in rauco suono
Saprai come mi porto e con cui sono,
onde vinta da te qual io mi sono,
che di tal semidea qual io mi sono.
facessi di mestessa intero dono
prendi il gioiel che dela dea fu dono,
di Malagorre omai le genti sono,
gridò con fiero e minaccevol suono;
io l'accompagno e mai non l'abbandono.
personaggio real qual'io mi sono,
il regno accetta e la reina in dono;
procedon là dov'è di Marte il trono,
fughe ed essili espressi entro vi sono
indi lieto inventor di sì bel suono,
Or tutti uniti in assemblea si sono
per essaltar colui solo al gran trono
Pubblicato ha di ciò la Fama il suono,
Offerto alfine e consumato il dono
Allora i lumi sollevando al trono
replicati tra lor molto si sono,
forma de' detti e dele voci il suono,
Un satirin, che siede a piè del trono,
come diverso è de' concenti il tuono;
quante le pause e le periodi sono
che'l cenno insegna del maestro suono,
principi generosi, avete il trono,
Così movea quell'oste al dolce suono
Pur sull'eterno incorruttibil trono
Evento si promulghi al regal suono
Respiri ov'io do leggi, e dove io sono
Suo padiglione. Atro-vestita in trono
Tenebre nel mio volo, e ad altro suono
Da quella grazia ond'io farogli dono
La tua parola: sì, grazia e perdono
Abbasserai perciò. Se lasci il trono,
Eterno impera, a te soggetti sono,
Estasi l'alme: indi dell'arpa al suono
Che vestiti di gloria innanzi al trono
Sposa, amor mio, mio bene, ultimo dono
Per cenno dell'Eterno innanzi al trono
Di Dio n'ascolta con diletto il suono.
Egli dispose, e dell'Eterno il trono
Finchè concesso d'ottener perdono
Tosto s'avanzan le falangi al suono
Armi rendon discorde orribil suono,
Organi e flauti, ed ineffabil suono
La luce lor; tutto è per te quel dono,
Traggo l'origin mia, come qui sono.
Inferïori a me più che non sono
Questi pensieri: Alte, ammirande sono
Volontario ti lascia in abbandono
Era testè l'amor, l'odio or ne sono?
Insuperabil di miseria io sono!
Supremo sacerdote, innanzi al trono
Della cillenia verga o al molle suono
Non vista udì, con lamentevol suono
Grato risponde Adam, con teco io sono
In Ecbatán o in Ispaán il trono
Lascivamente. Della cetra al suono
Discordante, confuso. Alto frastuono
Ad abitar; di molte colpe sono
Il poter dell'Eterno. Egli sul trono
Ogn'altro suolo a me, se teco io sono;
che non conoscon mai grazia, né dono,
che ricevin da Dio, sì ingrati sono.
inganna il prete, ed è tenuto buono;
la folgore di Giove col gran tuono,
poi che fien desti all’angelico suono,
Tanti richiami in tribunal ci sono
Di ricever da te grazia e perdono.
Oimè, lassa! A che mal punto sono!
Ma tra cattive man condotta sono;
Ond' al mio legitor chieggo perdono
Onde io, ch' amo sol te, sforzato sono
Habii battaglia senza alcun perdono,
Et alla strega diede a tuor perdono.
Qual fatto non aver forsi era buono.
Per le vie et per le piazze un crudel suono
Chiedendosi l'un l'altro humil perdono,
Di che s'ammira Zenodoro il buono;
Gli araldi con le trombe diero il suono,
Non si era mosso al formidevol tuono
Ma di Tython con la fanciulla il buono
Se le mostrò, come un balen dal tuono
Onde uscito era, et l'imperator buono
Enidonio gentil discreto et buono,
Da certi ladri che di voce in suono
anzi un tripudio; ché i perigli sono
Scita crudel, di Tauride non sono,
ove usurpasti fra' turbanti e un trono
di mia vita; ché care a me pur sono
del guerreggiato suo nemico il trono,
con orrendo fracasso si devolvono
rialza e premi il necessario trono.
ne' perigli lasciarmi in abbandono;
de' miei nemici il ferro, al mio perdono
senza consiglio, senza cor s'assidono
di conforti e d'avvisi unico dono
ritte in piè, dell'Eterno innanzi al trono
lascian l'arpe i celesti in abbandono;
primi costumi, e fra l'altare e 'l trono
elmo ed asta, e tremar dell'armi al tuono.
Nettunine. Spontanee s'aggiogarono
Vedila! tutta l'armonia del suono
Terror, tanto ch'io rieda a offrirvi un dono,
Compartì l'opre del promesso dono
Trema la terra tutta nel mio suono :
Onde ti move ardir di chieder dono,
che più di mille già morti ne sono? -
duomila cavalier profero e dono
Ma, s’ io fallasse, chieggiovi perdono:
i’ procacciai di recarti un bel dono,
di molte ricche gioie gli fe’ dono,
di cavalieri, ma e’ chiese perdono.
tanto contenti e tanto allegri sono,
Non avrebbe Clodasso in abbandono
perché accusato a sì gran torto sono
E s'io volsi del mio fare altrui dono
non ne faceano al padre ingiusto dono.
alcun de' vostri che presenti sono
Lancilotto da voi largo perdono:
le cose che incertissime poi sono;
ch'ei fé de' prigionieri, e ch'esso dono
con gli altri poi ch'a lui d'intorno sono,
troppo saria il soccorso utile e buono:
prima per somma grazia e proprio dono
come si convenia, partiti sono,
di venti chiare insegne ha fatto dono;
quando a gli altri parrà, contento sono
sperando in Quel che dal celeste trono
ché non vorrà lassare in abbandono
Il romor de' destrier, dell'arme il suono,
sveglian sì grave e tempestoso tuono
per cui cadute in basso aquile sono,
che quasi tre leon fra' cervi sono.
poi, palesato in ver, doppo il perdono
ma quanto era per lui più largo dono
con altri cavalier che 'ntorno sono;
questa di cui vi fò cortese dono:
risponde: “Il brando mio vie più che buono
son tutti di color di ch'io ragiono,
né dal ciel più di quelli han proprio dono.
e rinfreschi di lui l'antico suono,
Il romor de' destrier, dell'arme il suono
sembra all'autunno il tempestoso tuono
spaventando color che carchi sono
co i consigli fra lor che miglior sono
di trovar per la dea dicevol dono.
e con gli altri suoi tre che con lui sono,
all'imagin di Marte il terzo dono,
quel che diede il principio all'alto suono
vi prego in nome mio prendiate in dono,
S'e' volesse pigliar per grazia e dono,
stata de i primi lor, contento sono,
ma per non infiammar nell'alto trono
E s'io non fossi tal, che pur il sono,
che ne possa dal ciel venire in dono,
Potrei por quella cosa in abbandono
da numero maggior che quei non sono,
s'anco il popol ch'aviam fosse men buono.
di melle aste gli fece oltra quei dono,
che durissime e lunghe ivi entro sono.
ch'a tutti splende, poi ch'or vostro sono
fatemi della vita intero dono;
Di questa arme onorata gli feo dono
a cui fu mostro dal celeste trono
sopra quante altre insegne furo e sono
tutti al miser Toscano intorno sono,
e lui quasi di vita in abbandono
l'Aquitan valoroso; e con lui sono
ove il Duero e 'l Tago altero dono
più di quei neghittosi o lenti sono;
ché nessun lasse l'opra in abbandono;
il monte altero e 'n paventoso tuono
getta i sassi lontan, che in esso sono.
dicendo: “Io che già fui più d'altro buono,
che sien vostri, signor, contento sono,
Io non Enëa, io non Paulo sono;
Per che, se del venire io m'abbandono,
superbia, invidia e avarizia sono
Qui puose fine al lagrimabil suono.
e che di più parlar mi facci dono.
con ser Brunetto, e dimando chi sono
Ed elli a me: «Saper d'alcuno è buono;
ché 'l tempo saria corto a tanto suono.
o sante Muse, poi che vostro sono;
seguitando il mio canto con quel suono
lo colpo tal, che disperar perdono.
Tarpëa, come tolto le fu il buono
Io mi rivolsi attento al primo tuono,
udire in voce mista al dolce suono.
la colpa de la invidia, e però sono
Lo fren vuol esser del contrario suono;
prima che giunghi al passo del perdono.
rispuose; «non errar: conservo sono
Se mai quel santo evangelico suono
sì appressando sé, che 'l dolce suono
Tosto che fu là dove l'erbe sono
di levar li occhi suoi mi fece dono.
dinanzi a suo maggior parlando sono,
avvenne a me, che sanza intero suono
disse: «Muta pensier; pensa ch'i' sono
Io mi rivolsi a l'amoroso suono
ne li occhi santi amor, qui l'abbandono:
e fero un grido di sì alto suono,
né io lo 'ntesi, sì mi vinse il tuono.
o dispergigli almeno. Appo me sono
ed a me ch'io gli adempia. Io ciò che sono
non è già 'l tuo, né di mortale il suono.
e chi per esecrando il vóto e 'l dono
ché de' Pelasgi e de' nemici è 'l dono'.
Cosí rozzo pastor, se da gran suono
si reggea questo impero, in abbandono
e la spingemmo. Alta ruina e suono
un sospiroso e lagrimabil suono
piú che di furia. Udí 'l Ciclopo il suono
lasci questo pensiero. Io per te sono
scapigliata e discinta; e con un tuono
ch'ebbe da lui non a tal uso in dono,
Poscia a ciascuna de le navi in dono
de l'onor lo facean degno e del dono;
de' Greci i legni o gli steccati sono.
e meco ritrovarti, ov'ora io sono,
tutto sgombrossi, del suo corso al suono,
Parve in vista maggior; maggior il tuono
che da te m'è predetto; e tutto io sono
Ei, rimirando il venerabil dono
cosí sperando un prezïoso dono
le ricche tele, con l'arguto suono
battuti, fanno i ferri, in un sol tuono
vibrossi d'improvviso e con tal suono,
e la terza iterar sentiro il tuono;
A tal, da tanta madre avuto dono,
sarà di ch'io piú tema. E già vi dono
bollato d'oro, un prezïoso dono
e non d'un sangue. Tre le genti sono,
vostro maggior disio. Piú non vi sono
alzò le palme, e disse: «Ah, dunque io sono
ch'al cor m'è giunto. Ed io, mio figlio, io sono
l'opime spoglie e le primizie sono
non sarian morti. Or poiché morti sono,
fermando, addosso al figlio in abbandono
e tal ne l'aura unitamente un suono,
Poi di subite grida udito un tuono
lo lasciâr fra la polve in abbandono;
ebbe giumente e corridori in dono,
e calpestando i morti; e fan col suono
di questa guerra e fastidita io sono,
in questa guisa. Due le pèsti sono,
che da Rampal suo padre il volse in dono
e quell'ornò del brando et aureo sprono.
di lor sentenzie in tanto pregio sono?
- Avete, - disse - monsignor mio bono,
- Pensai; - rispose il coco - e quivi sono
ch'io merto esser ornato d'altro dono
Turchi, Persi, Antiochia (illustre suono
opre nostre non già, ma del Ciel dono
Or se da noi rivolte e torte sono
Il dí seguente, allor ch'aperte sono
di trombe udissi e di tamburi un suono,
Non è sí grato a i caldi giorni il tuono
Benché né furto è il mio, né ladra i' sono:
Or, quest'udendo, in minaccievol suono
Non speri piú di ritrovar perdono
Siasi questa o giustizia over perdono,
innocenti gli assolvo, e rei gli dono.'
chi le vie che comuni a tutti sono
negò, del proprio sangue or farà dono?
E caro esser gli dée che 'l suo bel dono
sia conosciuto al paragon sí buono.
escon di Mongibello e 'l puzzo e 'l tuono,
tale il fetore e le faville sono.
ripresse, e l'Idra si fe' muta al suono;
Cosí favella; e seco in chiaro suono
e chiamando il consiglio utile e buono
'Cedo,' egli disse allora 'e vinto sono
Lampo nel fiammeggiar, nel romor tuono,
fulmini nel ferir le spade sono.
e le bellezze sue, che spente or sono,
vagheggiaresti in lui quasi tuo dono.
e manderollo a i duci franchi in dono,
s'altro da quel che soglio oggi non sono.'
non le solite sue, ma dal re sono
dategli queste, e prezioso è il dono.
Dà fiato intanto al corno, e n'esce un suono
e 'n guisa pur di strepitoso tuono
Già i principi cristiani accolti sono
A gli altri merti or questo error perdono,
ed al vostro Rinaldo anco vi dono.
e la bocca sciogliendo in maggior suono
Tutti conversi a le sembianze, al tuono
'Vive' dice 'Rinaldo, e l'altre sono
animi forti in sua difesa or sono.
dar a i meriti vostri o laude o dono?
voci di gloria, e 'l mondo empia del suono.
Rifiuti dunque, ahi sconoscente!, il dono
Misero, dove corri in abbandono
Sei giunto, e pendi già cadente e prono
Or mentre in lui vòlte le turbe sono,
va in mezzo Argante e parla in cotal suono:
v'odi, e v'odi le trombe, e v'odi il tuono:
tanti e sí fatti suoni esprime un suono.
Accompagnan le genti il lampo e 'l tuono
con allegro di voci ed alto suono.
ma richiesto concedi; ed al perdono
scendi degli altrui preghi al primo suono.
per lo forte Rinaldo è tal perdono,
che vile a fatto intercessor non sono,
questo ch'a tutti fia giovevol dono.
Folli, perché gettate il caro dono,
Nome, e senza soggetto idoli sono
La fama che invaghisce a un dolce suono
Or negletta e schernita in abbandono
e procura adornar co' pianti il dono
Vassene, ed al piè tenero non sono
quelle ch'a mille antichi in premio sono
negate, offrire a novo amante in dono!
S'esser compra a tal prezzo indegna sono,
beltà, sei di natura inutil dono.
fa di sé mostra, e quattro i duci sono:
ch'è del celeste Nilo opera e dono.
e rassodato al cultivar fu buono;
Atto de l'ira tua ministro sono,
ed io del capo suo ti farò dono.
Qui vasi e cerchi ed aste ardenti sono,
L'odore appuzza, assorda il bombo e 'l tuono
L'umido cuoio alfin saria mal buono
Diss'ella: 'O cavalier, perché quel dono,
Miei campion sète voi, pur esser buono
Meco s'adira chi s'adira: io sono
Visitommi poi spesso e 'n dolce suono
Dicea: `L'intera libertà ti dono'
Oimè! che fu rapina e parve dono,
Dimostratevi in me (ch'io vi perdono
Misera Armida, in qual fortuna or sono,
Poi ch'ogn'altro rimedio è in me non buono
Turchi, Persi, Antiochia; illustre suono,
tacciamo, anzi pur Dio si lodi e 'l dono
E se da noi perverse e torte or sono
Nel dí che segue, allor ch'aperte sono
di trombe udissi intorno il chiaro suono,
Non è sí lieto a' giorni estivi il tuono,
esce di Mongibello, e 'l puzzo e 'l suono,
i regni oscuri, in cui non è perdono.
l'idra e le furie eran giá mute al tuono;
Cosí favella; e seco in chiaro suono
e, stimando il consiglio accorto e buono,
- Cedo (egli disse allora) e vinto io sono,
e gloria de le colpe aspetta e dono. -
non le solite sue, ma dal re sono
dategli queste: e prezïoso è il dono.
Tronca Argante gl'indugi al fèro suono
come al romor di spaventoso tuono
Giá i príncipi fedeli accolti sono
A' vostri merti il vostro error perdono,
ed al vostro Riccardo ancor vi dono.
e, mentre ancor dormia, turbato suono
di voce lui destò, che parve un tuono.
ch'il peregrin s'accolga: e non fia 'l buono,
se non si manda ancor tributo o dono. -
E, la lingua sciogliendo in maggior suono,
Tutti conversi a la sembianza, al tuono
- Vive (dicea) Riccardo: e l'altre sono
Folli, perché gettate il caro dono,
Nomi, e senza soggetto idoli sono
La fama ch'invaghisce al dolce suono
Or negletta e delusa, in abbandono
e procura adornar co 'l pianto il dono,
Vassene; ed al piè tenero non sono
quelle, ch'a mille antichi in premio sono
negate, offrire a novo amante in dono.
e s'io pur di tal prezzo indegna sono,
beltá, sei di natura inutil dono.