Rime di 'ago'

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vago
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dismago
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rimpiago
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zigzago
zizzago
emitrago
lungolago
soprappago
sottopago
superpago
tussilago

403 endecasillabi classici rimano con ago:
or veste di leon superba imago,
or salta orso brancuto, or serpe drago,
Or con l'armento mansueto e vago
la mia vagante e fuggitiva imago.
ti stampasse dormendo il sonno vago
parimenti in virtù del licor mago,
la più leggiadra e signorile imago;
volto la fata in un donzel sì vago,
e'n quell'ardor, che sempre vivo e vago
Innanzi al'ara ove la bella imago
sì di modesto aver l'animo appago.
quanto Mida ne fè cupido e vago,
raffigura nel sol l'amata imago.
e, quasi in specchio, con lo sguardo vago
Resta in parte però contento e pago
e dietro al'occhio ingordo il pensier vago
Mira nel sacro anel la cara imago
figurar non si può più sozza imago.
Ha zanne di mastino, occhi di drago:
la fata istessa trasformarsi in drago
prender difforme e spaventosa imago.
vestir di sozza squama il corpo vago
il volto gli spruzzò del licor mago,
ch'era ancor mezzo donna e mezzo drago.
quando prendea la serpentina imago,
ogni casa celeste ed ogni imago,
stassi astrologo egizzio, arabo mago,
più del'altrui che del suo mal presago,
in fresca valle addormentato il vago.
vagheggiando con occhio intento e vago
innanzi tempo n'adombrò l'imago.
Mosso Vulcan da spirito presago,
anzi dal'esca dela dolce imago
ch'ale forze d'Amor tiranno e mago
Serpe nel petto giovenile e vago
Quivi il lentisco di terribil drago
che nel giro del lembo altero e vago
Qui di nobil pavon superba imago
perché natura in terra augel più vago
d'averlo ammesso qui godo e m'appago,
Ed io, che soglio ognor qualunque imago
esce dala potenzia, entra l'imago.
così nel'occhio, mentre il guardo vago
vagheggiator dela sua vana imago.
Tal fu il destin del vaneggiante e vago
spesso ha de' propri danni il cor presago,
torce il passo da lor ramingo e vago,
fiero non entri a divorargli il drago
ché di nova fatica è ben presago,
che'l capo ha di gran piume ornato e vago
- Non son vil feminetta; il naspo e l'ago
Di guernirla di ferro anch'io m'appago
Non ne' cristalli fragili l'imago
Il villano sartor che, non ben pago
Faccia rigida prova. Ohimè che vago
In simil guisa il favoloso mago,
così nel'occhio, mentre il guardo vago
perché natura in terra augel più vago
che nel giro del lembo altero e vago
Quivi il lentisco di terribil drago
Serpe nel petto giovenile e vago
ch'ale forze d'Amor tiranno e mago
Mosso Vulcan da spirito presago,
vagheggiando con occhio intento e vago
in fresca valle addormentato il vago.
stassi astrologo egizzio, arabo mago,
il volto gli spruzzò del licor mago,
vestir di sozza squama il corpo vago
la fata istessa trasformarsi in drago
Ha zanne di mastino, occhi di drago:
Resta in parte però contento e pago
quanto Mida ne fè cupido e vago,
volto la fata in un donzel sì vago,
parimenti in virtù del licor mago,
ti stampasse dormendo il sonno vago
Or con l'armento mansueto e vago
torce il passo da lor ramingo e vago,
fiero non entri a divorargli il drago
ché di nova fatica è ben presago,
Or se, qual noi testè, sull'igneo lago
Rivi sgorganti dal bollente lago,
De' quattro fiumi che nell'igneo lago
Dalla tua destra glorïosa, e pago
All'Eden che fiorito e fresco e vago
Tal'eletta raccor d'ogni più vago,
Sera e mattino a far più vario e vago
Or con dïurna imagine più vago
Egli si mostra, e serpe alcun più vago
Ma del frutto che dà quest'arbor vago
Meravigliando assai com'entro il vago
Creatura quaggiù, questo sì vago
Pareva proprio una divina imago
Et tornato in Guascogna tutto vago
In la riviera di quel saggio mago
Mutato è uscito de l'inferno lago.
Anzi così legato al fiero drago
Su le rie teste di vettoria vago,
Ma Aleramo, che sol d'honor è vago,
Come della vettoria sua presago,
torbide notti, alfin diè calma al vago
col ramo che di Lete intinse al lago.
tornargli innanzi la medesma immago
il pudor caccia e sé medesmo in brago,
muta in tonde figure, e non è mago.
Fur gli etruschi Silvani, a far più vago
Flora intendeva, e sì pingea con l'ago.
in compagnia ad un leone e un drago,
vide colui ch’era cotanto vago,
là 'v'io v'accolsi, e l'incantato lago
in cui soletta d'abitar m'appago.
di quanto è stato; e 'l punge ancor l'immago
del fido Galealto e del re Lago.
con quattro sole insegne, il popol vago.
Parli adunque Tristan, parli il re Lago
ove fé intorno sanguinoso lago;
Eneo trovò, di vendicargli vago,
fosse ucciso dell'Orcadi il re Lago
ma di riposo inerme e d'ozio vago
tra le femmine usar la rocca e l'ago.
perché 'n lavor di gemme ornato e vago
di Giove e di Giunon vi avea l'imago.
Quando ha il suo dir finito, il buon re Lago,
risponde: “Alto mio re, sì come vago
dirò con umiltà ch'io non m'appago
Qui finì 'l suo parlar, quando il re Lago
ch'ogni uom vi stimi desioso e vago
come m'afferma il cor di voi presago
s'ei potesse arrivare il buon re Lago,
ma più d'onor che di sua morte vago;
ragionava a Boorte il buon re Lago:
“Io del voler di Dio, figlio, m'appago;
il mio chiaro Tristan mentre il suo Lago
la nobil donna del famoso Lago:
vi fa di lamentar soverchio vago;
d'alcun futuro mal l'esser presago,
che qui staranno come porci in brago,
E io: «Maestro, molto sarei vago
ch'avere inteso al cuoio e a lo spago
Vedi le triste che lasciaron l'ago,
Io volsi Ulisse del suo cammin vago
tr'ambo le ruote, e vidi uscirne un drago
e come vespa che ritragge l'ago,
trasse del fondo, e gissen vago vago.
sarai di Cuma, il sacro averno lago
sovra d'ogni altro valoroso e vago.
doppio un lavoro di ricamo e d'ago.
Fòloe di nome, e di telaro e d'ago
attingerà sicuramente; e 'l lago
de' regni inferni, e d'Acheronte il lago)
di già si mostra ambizïoso e vago.
Questo era un cervo mansueto e vago,
di Nemo udilla e di Diana il lago,
ha di Cimini e la montagna e 'l lago,
d'un tanto iddio, ch'Ascanio, ancor che vago
Asíla il terzo, sacerdote e mago
(come del mal sovente è l'uom presago)
Turno ne la terribile virago
susurrò poi le sue bestemmie il mago.
quell'opra far che persuase il mago:
Idraote, famoso e nobil mago,
arti si diede, e ne fu ognor piú vago.
di quella incerta guerra esser presago?
sí come idoli suoi, tu fossi vago,
renderne il tuo desio contento e pago.'
umor di doglia cristallino e vago,
vedresti ed ondeggiar di sangue un lago.
fuor d'una porta il re, quasi presago
Son detto Ismeno, e i Siri appellan mago
me che de l'arti incognite son vago.
Qui s'adunan le streghe, ed il suo vago
vien sovra i nembi, e chi d'un fero drago,
fuggia, qual leve sogno od aer vago.
la qual rampilli in fonte, o in fiume vago
discorra, o stagni o si dilati in lago.
'Tempo è ben' disse a i cavalieri il mago
'che 'l maggior desir vostro omai sia pago.'
gli lascia il capo verdeggiante e vago,
e vi fonda un palagio appresso un lago,
cosí n'andrem fin dove il fiume vago
si spande in maggior letto e forma un lago.'
Deh! poi che sdegni me, com'egli è vago
ché il guardo tuo, ch'altrove non è pago,
meglio per te s'avessi il fuso e l'ago,
ch'in tua difesa aver la spada e 'l vago.'
augel, con penne d'oro od ampio e vago
né del suo terzo luogo era ben pago,
che steso e del Carmelo al fiume vago:
che lento il ricusò, quasi presago;
quivi con dritto corso il fiume vago
divide un monte, poi divide un lago.
in cui pinto e leon, od orso, o drago,
de' Fenici, Idraote, occulto mago,
arti fu dato, e ne fu ognor piú vago.
di quella incerta guerra esser presago;
l'errante luna e 'l sole errante e vago.
pur come di riposo alfin sia vago,
vedresti, ed ondeggiar di sangue un lago.
Doldechino, e parea quasi presago
Pur sorge nel cimiero orribil drago;
e ne lo scudo è la celeste immago,
né giunta a mezzo ancor del corso vago,
Ambo avean giá lasciato addietro il lago
E vedeano il Giordan corrente e vago,
la qual distilli in fonte, o 'n fiume vago
discorra, o stagni e si dilati in lago.
Quivi un palagio fonda appresso un lago,
né fece opra maggior regina o mago.
E s'io ti spiaccio ancor, com'egli è vago
che 'l guardo tuo, s'altrove ei non è pago,
in cui fiammeggia il sol tremante e vago;
sará quasi divin, quasi presago.
che non estinguerá fonte né lago:
di tal materia l'empie il fèro mago.
Ivi le maghe accolte sono, e 'l vago
vien sovra i nembi, e chi d'un fèro drago
quanti, nel ciel che piú di lumi è vago,
di quel regno ov'è il Nilo ondoso lago:
ed a le nozze ond'egli era sí vago,
e fe' di nero sangue in terra un lago.
in cui traluce imaginata immago:
Giovine incauto era trascorso, e vago
quand'ei scoprí, quasi del fin presago,
come il pastor che scorga orribil drago
rassembrò spirto leve od aër vago.
è nel sogno divin del ver presago.
né gran turba ci turbi, o 'ncanto o mago,
questo al ciel volge un rio lucente e vago,
né si vanta di lui marina o lago.
mosse d'alta vittoria il cor presago.
l'angel che giá percosse il fèro drago,
disse Goffredo al suo pensier presago.
O il villano sartor che non ben pago
Allo scarpello all'asce al subbio all'ago:
Doman fie poi che la concessa imago
Per sua man salvi; ove tu, assai più vago
Faccia rigida prova. Ohimè che vago
L'auree lane rapite al fero drago.
In simil guisa il favoloso mago,
Fe' tra i fogli notar lepida imago.
Che di famosi error già stanco o pago,
Che il suol v'è d'ombre fresco e di fior vago.
Anzi così di ben oprar mai pago,
Ma varcato l'april degli anni vago,
Sì il ramicel: ma dove errante e vago()
Già non è questo o ruscelletto o lago,
Si raccolgono quindi in picciol lago
Si stende, come il vuoi, limpido e vago.
Guerrier m'inspira, e il buon voler fa pago?
Andar dei due guerrieri altero e pago.
Così l'alme rapì splendido e vago
Ma Teti soggiungea: Qui farai pago
E vaga nella mente pensier vago
Sottile e acuminato come un ago
Da qualche parte c'è nascosto un mago
Cercare fa già parte dello svago
Di cui nessuno qui si sente pago
Fugge San Giorgio di fronte a quel drago
Forse che la fanciulla era virago
Legata ad una roccia con lo spago
Presso le rive di un oscuro lago
lïon la testa, il petto capra, e drago
stìasi in disparte, e d'animar sia pago
stretto portava negli artigli un drago
si squarcia della terra; a questa immago
Disse; e dal seno il ben trapunto e vago
poi di raro artificio un saldo e vago
travaglio e a molti esizio; a questa immago
La dea menò, stesovi sopra un vago
Tosto che in lor del pasteggiar fu pago,
Leone apparve di gran giubba, e in drago
Con doni eletti: tre destrieri e un vago
Si strinse al fianco un'aurea fascia, e un vago
Tantalo in piedi entro un argenteo lago,
Della Grecia gli eroi diletto al vago
ch'edificò Merlino, il savio mago
giace la carne sua; dove egli, vago
ch'io non posso durar, tanto ho il cor vago
di far battaglia contra a questo mago. -
Quivi entra, che veder non la può il mago,
e truova Orlando e Sacripante vago
e Baliverzo, d'ogni vizio vago;
d'uccider gente e di far pruove vago;
che del lor sangue oggi faranno un lago,
ma non gli fan più ch'all'incude l'ago:
sì duro intorno ha lo scaglioso drago.
Astolfo, poi ch'ebbe cacciato il mago,
e di distrugger quello incanto vago,
giacere in terra, anzi in vermiglio lago
né giovar lor può medico né mago;
di quanto sappia incantatore o mago,
e parea armata di pelle di drago;
Al passo di Morgana, ove era il lago
Il conte riguardando assai fu vago,
Così mirando vidde morto un drago,
Io dico Zilïante, e fatto drago,
Per porlo in guardia al ponte sopra al lago.
Costui portava per cimiero un drago:
Sempre più viene il giovanetto vago
Questo avea gli occhi rossi come un drago,
De veder gente occisa è troppo vago,
Che avea nel campo rosso un verde drago.
Ma de quei re ciascun somiglia un drago
E sopra a tutti Martasino è vago
et in un cervo solitario et vago
- Mira quel colle, o stanco mio cor vago:
or vorria trar de li occhi nostri un lago.
o del mio mal participe et presago.
e 'l gheppio molto del vento par vago.
e per la coda strascinava un drago:
del suo fratello, e di far mal più vago.
dunque Rinaldo è quel ch'uccise il drago,
e fe' di sangue e di veleno un lago.
trovato ha il fiume ovver palude o lago
dove uccise il serpente Attilio o 'l drago
Gualtieri da Mulion pareva un drago,
ma con la spada va crescendo il lago
Ognun più che 'l tafàn di sangue è vago,
che una forma sottile più d'un ago;
dimestichezza con un certo mago
smettere di bucarla con quell'ago!
che si batta per esso come un drago
aveva tratto contro il grande mago,
tantoché spesso se ne vien per svago
col pretesto del suo diuturno svago
con le mie donne al lavoro dell'ago,
Bene, ti affido al tuo giocondo svago.
Se chi m'affida al mio giocondo svago
sì raffinata nell'opra dell'ago,
nel pomeriggio, offrir loro uno svago
riproduce con l'arte del suo ago
facce di donna con milze di drago...
attraversare la cruna d'un ago.
alla vostra salute e al vostro svago.
perché il mio spirito mi fa presago
sia stata altra cagione che lo svago
La notte stende la sua ala di drago
e vera imago ancor di vera imago,
Ma della sua bontà la vera imago
visibil lume, è sol di luce imago:
de la divinità serena imago,
e renda come specchio altrui l'imago.
il suo pigro Boote, e 'l fiero Drago
Lo qual non Orso e non Leone o Drago,
Ebbe forse nel ciel reale imago
Ma di tutti maggior candido lago
Ha 'l regno di Norvegia il propio lago,
ne' deserti d'Arabia un ampio lago
che rinovar non possa al cor l'imago
E di coloro ebber sembiante imago,
a noi si mostra, anzi è più degna imago
che de la Madre sua son quasi imago:
il Re del cielo, ond'ei fu quasi imago,
de l'alma luna la ritonda imago.
s'offerse a gli occhi la minuta imago,
che 'n lungo spazio ogni lontana imago
la tonda luna, ch'al superbo Drago
ed a qualunque guizzi in fiume e 'n lago.
di specchio, o d'altro che riceve imago
Ma fra' pesci nel mare o 'n fiume o 'n lago
di lor la sua profonda alta vorago?
di sua divinità sembiante imago?
adorando del sol l'ardente imago.
nel senso interno imaginata imago,
onde schernita da la falsa imago
a quella vana e ingannatrice imago,
non ha il destriero, o sua fallace imago.
a l'uom sua viva e sua diletta imago,
nè le dia colpa che 'l serpente e 'l drago
era al leone e 'l leon giunto al drago?
pur dianzi io m'avolgea bramoso e vago
sol di sè può veder la vera imago:
e quel Signor che de la propia imago
'Facciam noi l'uom, come è la nostra imago
Pensa a quel che poi segue: 'A nostra imago
in sè dimostra la divina imago
Come il pittore a la sua bella imago
talchè divenne l'uom sembiante imago
Poi benedisse Dio la cara imago
Ma perchè l'uom, divina e sacra imago,
del ciel sempre inquieto e sempre vago,
Ma nel settimo poi contento e pago
lacrimosa, sanguigna, orrida imago
di cui fece ne l'uom divina imago.
questa fatta da me donna e virago.
non prenda in me la tua divina imago,
Precedono le spoglie, e pria l'immago
appaia ancor dell'orrida vorago
starò funesto augurio, orrida immago
il suol, nè mi lanciai nella vorago:
veduta avea la sconsolata immago,
e visto il sangue, l'animata immago
da le spalle caderle, e la sua immago
e ciò ch'è intorno a l'avida vorago
Il suol, che tosto s'aprirà in vorago,
scemo e deforme; di Perseo l'immago
Tebe è vicina, e la fatal vorago. -
Io sola, ahi lassa! le primizie pago
- Il primo a bere nel sanguigno lago
sacro è alla figlia, e la celeste immago
e non Lampía nevosa; o il Feneo lago,
colui che cade ne la gran vorago. -
e la torva di Danao austera immago,
Sì disse Adrasto, e fu del ver presago;