Rime di 'ama'

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rinfama
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socchiama
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alabama
cinerama
cleistogama
controchiama
cosmorama
diorama
fotorama
guardatrama
idrogama
incatrama
insalama
isogama
omogama
ortorama
panorama
yokohama
anemogama
autoproclama
autorottama
poliorama
politeama
sifonogama

500 endecasillabi classici rimano con ama:
Amor lo Sdegno in suo soccorso chiama
dal'amata beltà che nol riama,
Sovente, allor che di quant'egli brama
ch'è di semplice argento in pura lama.
e del ricco giubbon scopre la trama
né vuol romper la fede a chi tant'ama.
Ciò che la donna dice intender brama,
al sole, al'ombra, ti sospira e chiama,
altra che gli occhi tuoi, luce non brama.
havvi una donna, anzi una dea che t'ama,
creder suol volentier ciò che più brama.
Così certo pens'io, che chi tropp'ama
ma sol per farsi noto a colei ch'ama.
non già per acquistar nel mondo fama
Promette e giura poi per quanto l'ama
e cruda, ingiusta e disleal la chiama
Per occultar, per colorir la trama
altro non conoscendo, altro non ama.
Mentr'ha l'occhio e'l pensiero in quel che brama,
non la segua per tutto anco la Fama. -
che dovunque virtù la scorge e chiama
E, perché fuorché'l giusto, altro non brama,
Fernando il buon, la cui temuta fama
Ma del regio troncon che si dirama,
trova, vi corre ingordamente e l'ama;
cerca e, ciò che l'alletta e segue e brama
ed avezza a quel bel, ch'a sé la chiama,
quel fel, quel tosco ond'armò già la Fama
pien di quanta dolcezza il gusto brama,
In duo rivi gemelli si dirama
Pavon chiamossi ed or Pavon si chiama.
Seben altro di lui dice la fama,
il piacer del su'amor seconda e brama.
né sdegnar tene dei, ché chi ben ama
Giungi a tempo a pagarlo, e già ti chiama
O non t'è forse ancor giunta la fama
'Pur ne venisti (ad alta voce esclama)
Orché, quanto il mio cor sospira e brama
e da lunge v'amai non men che s'ama
Amor di voi m'innamorò per fama
la palla d'or, di possederla brama,
gonfio di vento, a sé da lunge il chiama.
Venere sua, ch'alpar degli occhi l'ama,
s'a quant'oggi da me si spera e brama
poiché del senno tuo la chiara fama
Poiché l'istesso dono a sé mi chiama,
che la vergin sommersa ancora infama,
le stelle inique, iniqui i venti chiama
la vista di colei che cotant'ama;
già con l'ultimo fil Febo la chiama
dela gran tela a terminar la trama.
ogni voce nel circo omai gli chiama.
che'l popol tutto il paragon ne brama.
emuli d'alta stima e di gran fama,
veste anch'egli l'azzurro e l'usa e l'ama
son dele chiome pur dela sua dama.
quel nudo arcier ch'Amore il mondo chiama,
Chiaro risplende, ed AMEDEO si chiama;
Ascoltando Ottoman cantar la fama,
Secretamente Ifigenìa mi chiama;
Si conoscea del suo morir la brama.
Questa bellezza miserabil ama;
Lunghi sospiri, e tre fiate chiama
Ariaden, cui di gran tempo egli ama.
Ove con molti messaggier si chiama
Fisico altier di peregrina fama.
Convivj ognaltro avanzerai per fama
Nè paventar quel che l'antica fama
Convivj ognaltro avanzerai per fama
Vengan le grazie tue; sì che a la dama
Il lato abbandonar de la sua dama
Fu d'essenze spruzzato a la tua dama:
Nè paventar quel che l'antica fama
De' gabinetti; ove a la docil dama
Qualche lieve garrir con la tua dama.
Declinando intraprendi ove la dama
Fra i cavalli e la dama. Or de la dama
Io son scrocchia della dama;
Lo sparvier di sí gran fama
poiché del senno tuo la chiara fama
la palla d'or, di possederla brama,
Amor di voi m'innamorò per fama
né sdegnar tene dei, ché chi ben ama
il piacer del su'amor seconda e brama.
Seben altro di lui dice la fama,
Pavon chiamossi ed or Pavon si chiama.
In duo rivi gemelli si dirama
trova, vi corre ingordamente e l'ama;
Ma del regio troncon che si dirama,
Fernando il buon, la cui temuta fama
che dovunque virtù la scorge e chiama
altro non conoscendo, altro non ama.
Per occultar, per colorir la trama
Promette e giura poi per quanto l'ama
non già per acquistar nel mondo fama
ma sol per farsi noto a colei ch'ama.
Così certo pens'io, che chi tropp'ama
Ciò che la donna dice intender brama,
né vuol romper la fede a chi tant'ama.
ch'è di semplice argento in pura lama.
dal'amata beltà che nol riama,
Amor lo Sdegno in suo soccorso chiama
che la vergin sommersa ancora infama,
la vista di colei che cotant'ama;
già con l'ultimo fil Febo la chiama
dela gran tela a terminar la trama.
ogni voce nel circo omai gli chiama.
che'l popol tutto il paragon ne brama.
emuli d'alta stima e di gran fama,
son dele chiome pur dela sua dama.
Vantansi dalla Stigia accesa lama
Abborrimento e sempre accesa brama
Io colassù di satisfar la brama
Tu la mia di sapere ardente brama
Fra maritali vezzi: ella non brama
Nascendo ravvisò? Ma pur la brama
Favor del cielo un'indistinta brama
Per aìta o conforto ei quindi brama.
Ch'ho d'ammirarti, insazïabil brama;
Di gustare i bei frutti ardente brama
Questi giganti, onde sonar la fama
Quanta filice vita ha quella dama
Se fedelmente l'un l'altro si brama,
in ville in valle, dov’altri lo chiama,
che risuoni per tutto la lor fama,
Non lassar perder la vita e la fama.
perché Cerbin d’aver sua grazia brama,
sí che rimanda el valletto a la dama.
Ed in un’isoletta, qual si chiama
quivi fermossi con dolore e brama
non vuole onor o gloria o pompa o fama,
che dee mancarti l’onore e la fama;
Et poscia il conte con la mente grama,
El nuovo cavallier riposo brama
Et perchè lo conosce a nome 'l chiama,
Nè parola risponde a quella dama,
Che compiacerle in vita e in morte brama,
Della vettoria il gran disio lo chiama,
Che, se non truova la sua gentil dama,
Honor più non disia nè acquistar fama.
Che de l' horribil guerra la gran fama
Tutto il mio regno sol mi aspetta et chiama
Ma ben cerco acquistar nel mondo fama,
Perde la vita chi quegli altri brama
In vita et doppo morte al cielo il chiama.
Là si puote acquistare eterna fama
Et quivi a pena una misera dama;
Già mai se non d'honor, di eterna fama,
Perchè regno o thesor non stima o brama.
Rendetemi il prigion d'hoggi et la dama
Sempre a gioir voi tutti con più fama,
Questa fanciulla, che tollea la fama
Haveva il nome grande; et da più s'ama
In le' honestade et ligiadria, nè dama
Ma sol disio d'honor d'acquistar fama
Ch' io veggio da lontan che sol mi chiama
del Franco nome a contemplar le chiama.
in suo garrire la saluta, e chiama
Ma troncò l'ali a quella calda brama
di sì bel fatto a me giunse la fama.
or di quel raggio ed or di questo, e brama
perocché più possente a sé la chiama
che amò fra' vivi e più fra gli astri or ama.
Che con lira inesperta a sé li chiama,
Come aveste quel dono! E chi la fama
Ombrano i buoi le chiuse, or la richiama
Brito, pensando di quella ch'egli ama,
dicendo: - Lo sparvier di sì gran fama
ch' i' ho l'amor della più bella dama
che simil nol fe’ mai signor né dama,
si che per tutto ’l mondo avea gran fama.
i’ non ti lascerò per alta dama,
dicendo: — Questo è di sí fatta fama,
Corsa è in Avarco la veloce fama
Tosto il consiglio paventoso chiama
chi le mura guardar securo brama
Vien dritto a Palamede ed alto il chiama:
che non sempre l'istesso gloria e fama
ch'a quel cui la fortuna or pregia ed ama,
che presago di ciò d'intorno chiama:
chi la vita salvar cerca e la fama,
il nostro sangue e la nostr'onta brama,
quando lieto il villan di scioglier brama
il buon seme gentil che Cerer ama,
l'avventa in alto, e Zefiro poi chiama,
e molti altri suoi duci appresso chiama,
che non men di se stesso apprezza ad ama,
scorte più amiche e d'onorata fama:
Il vostro Seguran, ch'altro non brama,
ove uccise il signor di altera fama,
Allor l'isola tutta allegra il chiama
e con note d'amor quell'altra chiama,
Indi torna a cercar quel ch'ella brama
in fin ch'anch'essa miserella e grama
di cercar giovinetto in guerra fama,
e crudo e disleal piangendo il chiama.
né più largo tesoro al figliuol ch'ama
Così dicea passando, e poscia chiama,
e dice: “Or dove è or di tanta fama
Già non deve aspettar chi l'onor brama,
di duce o di guerrier che grida o chiama,
e per suo scampo omai sprezza ogni fama.
all'anima gentil che gloria brama
che qual sacro immortale onora ed ama:
che d'alto orgoglio sia, di bassa fama,
giunti all'albergo suo, l'Orcado chiama:
“O di Gorre guerrier d'altera fama,
da boschereccio arcier ferita dama,
il passato digiun sovr'essa sbrama,
veggion vicin, come la voglia il chiama,
Ma il discreto Brunoro indietro il chiama,
sovra ogni altro guerrier d'illustre fama
non son gli altri così, che egual non ama
Il fido messaggier Toote chiama,
il buon Tristano e ditegli, s'egli ama
che fuor che Seguran, qual altro ha fama
né l'altro teme, anzi sol esso brama;
vien la schiera maggior che Gaven chiama;
ogni altro cavalier di maggior fama,
pria che d'indi partir, gridando chiama:
alla notte immortal che troppo v'ama,
ha scampata di voi l'alma e la fama,
Va intorno Lancilotto e 'l nome chiama
“Chi di voi, dolci amici e fratei, brama
non faccia oggi fallir la chiara fama,
e pria che torne in piè, Tristan richiama
i guerrier, ch'ivi avea di maggior fama.
Poi ch'alquanto è sfogato, intorno chiama
dicendo: “A cavalier di tanta fama,
per chi perfettamente il cole ed ama,
ché del venir di lui senton la fama,
e 'l compagno e 'l vicin l'un l'altro chiama.
E così ragionando Elen richiama,
fra molti anco costui che d'alta fama
con Brunadasso”; e quel, come chi brama
e questo e quel per suo compagno chiama
re, duce e cavalier di maggior fama.
il gran funebre onor, subito chiama
Tarquiro araldo suo di maggior fama;
Non ritarda Vagorre e tosto chiama
dicendo: “Chi 'l suo re, chi 'l dever'ama,
ove i chiari signor d'eterna fama
e litterati grandi e di gran fama,
Priscian sen va con quella turba grama,
s'avessi avuto di tal tigna brama,
non più Benaco, ma Mencio si chiama
Non molto ha corso, ch'el trova una lama,
e suol di state talor esser grama.
questi può dar di quel che qui si brama;
Ancor ti può nel mondo render fama,
fu mia risposta, «se dimandi fama,
Ed elli a me: «Del contrario ho io brama.
vedova e sola, e dì e notte chiama:
Vieni a veder la gente quanto s'ama!
a vergognar ti vien de la tua fama.
più v'è da bene amare, e più vi s'ama,
ti torrà questa e ciascun' altra brama.
spera eccellenza, e sol per questo brama
è chi podere, grazia, onore e fama
onde s'attrista sì che 'l contrario ama;
sì governasse, generando brama,
Già era in ammirar che sì li affama,
di lor magrezza e di lor trista squama,
di quel maestro che dentro a sé l'ama,
per sodisfare al mondo che li chiama.
l'anima santa di metter la trama
io cominciai, come colui che brama,
che vede e vuol dirittamente e ama:
fino a le stelle ormai noto per fama.
Prima Enotria nomossi, or, come è fama,
prima Enotria nomossi: or, com'è fama,
per nome Ortigia. A quest'isola è fama
il furor di Didone, e tal che fama
Ma ne l'Italia il mio fato mi chiama.
che da lui per tuo mezzo agogna e brama
Caieta, ai nostri liti eterna fama
Io mi ricordo (ancor che questa fama
egregi fatti, per l'egregia fama,
Via, dove la fortuna e dio ne chiama!
'Figliuolo di putana' ognun mi chiama,
et io sopportarò perder la fama?
Rainer sen ride e spesso a drieto il chiama,
dicendo: - Cosí fugge chi non ama.
servo imperio cercando e muta fama,
né miri il ciel ch'a sé n'invita e chiama.
anzi il voler del ciel, ch 'altrui richiama
col chiaro suon d'una perpetua fama.
in nobil guerra o glorïosa fama;
che la figlia del re sospira ed ama.
e le nuove ricchezze altero ei brama;
ché Antiochia n'aspetta, anzi ne chiama:
ivi regna, se vuoi, con miglior fama.
mentre con alto suon d'eterna fama
t'invita il ciel ch'i buoni accoglie e chiama?
ed il sol, che i mortali omai richiama
figlio, devrai con glorïosa fama:
tornare al ciel che ti conforta e chiama:
servo imperio cercando e muta fama,
né miri il ciel che a sé ne invita e chiama.
e 'l gran Berton, degni d'eterna fama;
co' piú lontani amici invita e chiama.
Raimondo che vendetta a tempo brama,
Non men che al cavalier suole a la dama
Convivj ognaltro avanzerai per fama
Vengan le grazie tue; sì che a la dama
Vero forse non è; ma un giorno è fama
Il lato abbandonar de la sua dama
D'impor novo cognome a la tua dama;
Fu d'essenze spruzzato a la tua dama:
Nè paventar quel che l'antica fama
De' gabinetti; ove a la docil dama
Tu signor che farai poi che la dama
Qualche lieve garrir con la tua dama.
Declinando intraprendi ove la dama
Tacque ignoto molt'ore. Ivi la Fama
E infiammata ne gli occhi alto declama
Fra i cavalli e la dama. Or de la dama
Che già d'Arsina nominò la fama,
Or nuovo grido Capoverde il chiama.
O peggio ancora ci si fa la fama
Di chi nell'ombra senza posa trama
Perché di quella cosa hai sempre brama
Come la cernia che imprudente allama
Passano il tempo al gioco della Dama
Giuno ch'entrambi vi difende ed ama.
il malefico Sogno. A sé lo chiama,
che al trono l'educò, l'onora ed ama.
e, Vieni, le dicea, vieni; ti chiama
molti d'averlo cavalieri han brama;
e questa fascia che di ferrea lama
fuor della mischia: ma fallì la brama;
più viva in petto sentirai la brama
Di cotant'opra andrà certo la fama
Or tu fa ch'egli salga in alta fama,
premii, e già tanti n'acquistâr, che brama
la folgore nel pugno. Iri a sé chiama
della venuta degli Achei la fama.
cinto, e spuntossi nell'argentea lama
Caro Patròclo, nel pensier richiama
non di riposi, ma di pugna ho brama.
perché lui, che tra' prodi avea gran fama,
ferro a vicenda di ferirsi han brama.
l'armi n'invola, e glorïoso esclama:
Alto allora a quel colpo Aiace esclama:
la ti giunse segreta? E pur la fama
ti prometta vittoria, incauta brama
commista con un Dio. Ma lui la fama
quindi a gran passi fra' Troiani, e chiama
sospiri in mezzo ai Mirmidóni esclama:
rispose Apollo, ché tu pure, è fama,
dell'egregio Pelèo dice la fama,
ma nol giunge a forar, ché l'aurea squama
s'infoca, e in voce dolorosa esclama:
come il porta furor, rabbia, ira e brama
Ridestâr delle lagrime la brama
Ritto alzossi, e gridò: Sorga chi brama
Sorgi, o Teti: il gran padre a sé ti chiama.
Ché il pungea d'arringar giovane brama,
Celare a te certo non vuolsi. È fama
Come del letto gli assalìa la brama;
Il fido guardïan che t'ama, ed ama
Riveder lor, che pur son vivi, e in fama
Pasteggiava co' servi. Ed oggi è fama
«Io sempre udìa te celebrar la fama
Contra ogni mio desir, dietro alla fama
Che ricchi e fortunati il mondo chiama.
Da Niso Dulichiense, ond'io la fama
Che agli dèi somigliar canta la fama.
«Lasciam da un lato la cruenta trama,
La nutrice Euriclèa, su via, mi chiama,
«Tal nel tuo petto e sì fervente brama?
Della morte de' proci andrà la fama.
Un compenso inventò. Mettea la trama
S'è ver che a noi, che di vederti brama
che lo distrugge alleggierir chi l'ama,
con quel piacer ch'ogni amator più brama:
di tenerlo in speranza ordisce e trama;
contra un baron che Lurcanio si chiama,
che tor le cerca e la vita e la fama.
e sol d'essermi moglie intende e brama:
e so che certo sai ch'ella non t'ama.
Ruggier, che conosciuto avea per fama
si dolse assai che in steril pianta e grama
e per amor di quella che tanto ama
Noi troveren tra via tosto una lama,
Una crudel, che Erifilla si chiama,
chiunque andar ne l'altra ripa brama;
Angelica gentil ch'egli tant'ama.
vede portar sì addolorata e grama,
con voce orrenda il cavallier richiama;
che di valore in Francia han maggior fama,
condurre Atlante in questo incanto trama.
perché di cibo non patischin brama,
e cerchi far con disusata trama
che sia morto da lei che così l'ama.
Ma quando mi compiacci, io farò trama
di racquistarti e libertade e fama '.
e gli ricorda che sprezzar la fama
non de', se ben la vita sì poco ama.
che se Marfisa è bella, come ha fama,
è maraviglia se Ruggier non l'ama.
e 'l giorno che la può far lieta e grama,
E perfido Ruggier di nuovo chiama.
che tua perfidia sapessi per fama,
Di cacciarmi da te veggo c'hai brama:
del suo padre Ruggier la chiara fama,
ch'ancor guerrier senza alcun par lo chiama.
Marganor il fellon (così si chiama
del qual Nerone, o s'altri è ch'abbia fama
il sangue uman, ma 'l feminil più brama,
Non pensa altro Tanacro, altro non brama,
Si vede averla offesa, e se ne chiama
Ma tutto è invano: quanto egli più l'ama,
sempre spiar se la sua donna l'ama;
se per lei bestia, o se pur uom si chiama.
ch'al mondo sia, se ben l'uom tanto infama:
Ma se Leon Ruggiero ammira et ama,
che Ruggiero odia lui, né cosa brama
Molto con gli occhi il cerca, et alcun chiama,
Il cortese Leon che Ruggiero ama
mosso da quel valor ch'unico chiama,
molto fra sé discorre, ordisce e trama,
(Circella era chiamata quella dama):
Dolesi quel baron che lei tanto ama.
La giovenetta Angelica se chiama,
Che tua persona più che il suo core ama. -
Teco giostrai per vittoria e per fama:
Mio sia l'onore, e tua sia questa dama. -
Tutti li ha persi quella falsa dama,
Che Dragontina per nome se chiama.
Quel re di gran dolor la morte brama;
Ciascun de' soi baron per nome chiama:
E Pandragone, degno di gran fama,
Ad ogni colpo Angelica pur chiama,
Altro non ha nel cor che quella dama:
E come riscontrato ha quella dama,
Cortesemente quel baron la chiama,
Per quella cosa che più nel mondo ama,
Quante volte li disse: 'O bella dama,
Dapoi che un tal baron più che sé te ama,
Forse anco avrai di questo tempo brama,
Lasciando ivi colei che cotanto ama;
Or sappiati che Iroldo e la sua dama
Che l'Orto di Medusa ancor se chiama,
Sì che se adopri, se de amore ha brama,
Poiché al iudicio sta della sua dama.
Or sol per acquistar la bella dama
Faccio battaglia, ed altro non ho brama. -
E lega Brigliadoro ad una rama;
Per discioglier colei che cotanto ama;
Ch'era nascoso in guardia de la dama,
Ed io so che m'aspetta or la mia dama,
E parmi odir la voce che mi chiama.
Su nella rocca ritornò la dama,
Piange dirottamente e morte chiama,
Per l'universo una donzella grama,
Se offeso sei e di vendetta hai brama,
Ciò non conviene oprar sopra a una dama. -
Ch'era garzone, e lui già di gran fama;
Qual per avere il prezo d'una dama
La morte di colui che tanto brama.
E via fuggendo va la falsa dama.
E sé fuor d'intelletto e paccio chiama,
Ché di legier si crede a quel che s'ama;
Per gli tre figli che ebbe quella dama;
Tripoli ancora la cità se chiama.
Or dalle Rose al presente si chiama:
Che ciascun cavalliero ed ogni dama,
Acciò che se oda nel mondo la fama
Non dimandati se il conte avea brama
Ora ecco di traverso una altra dama
Come ella vidde il conte, a nome il chiama
Così d'amor s'adempia ogni tua brama,
Vivendo al mondo in glorïosa fama. -
E le grande onte fatte a quella dama,
E sé crudele e dispietato chiama.
Più che se stesso nel presente l'ama;
Quale era in compagnia de una sua dama:
Lei Calidora e lui Larbin si chiama.
E sembrava la voce de una dama,
Che a Dio mercede lacrimando chiama.
Mirando Brandimarte e la sua dama
Far la vendetta sopra a questi ha brama.
Mi pone di spogliarti in questa brama,
Veder poner a morte la mia dama;
Se sì fosti cortese, come hai fama,
Oh quanto è lieta Lucina la dama
Vedendo far sì bene a chi tanto ama!
Visto ha per prova ed inteso per fama
Ciò che per esso ha già fatto la dama.
Paia che a gli altri questa bella dama;
Che ogni om, sì come tu, de amarla brama.
Aver battaglia con ciascun che l'ama,
E molto il prega che quell'altra dama
Qual Doristella per nome se chiama,
Perché il suo vecchio patre altro non brama,
Se non è falsa al mondo quella fama
E per valore un altro Ettor ti chiama,
Onde per questo ti verisce ed ama
Però che ciascadun, come più brama,