Rime di 'ancora'

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ancora
disancora
salpancora
salpaancora

500 endecasillabi classici rimano con ancora:
Ma se fia d'uopo, andar potrenvi ancora,
ché vuol con la corona il regno ancora.
barbaro drappo intapezzato ancora
Non è più notte e non è giorno ancora,
S'egli ucciso è da te, felice ancora,
al falcon giovinetto e non ancora
e non venite? e non traete ancora
Né per tante repulse io lascio ancora
Che dico? Io mento, anzi l'ho meco ancora,
ed altrui non volendo, uccide ancora.
in picciol onda, in picciol vetro ancora
Altre vederne non men sagge ancora
e sovra i corpi e sovra l'alme ancora;
pria ch'abbian vita e non son nati ancora.
spirto di melodia pullula ancora,
Loco soviemmi aver veduto ancora,
suscita con gli spirti i membri ancora.
dela faretra avea ben fermo ancora,
Passa l'uso in disprezzo e spesso ancora
e per quant'altre cose umile ancora
fugate non avean le stelle ancora,
e quando il reo destin sia fermo ancora,
E perch'a me d'un tal servigio ancora
e saggio te, quanto felice ancora,
Tu vedi ben che son fanciullo ancora,
Stupor non sia se Psiche, e chiusi ancora
di venture a mortal non date ancora.
forse per risguardar s'avesse ancora
e non la batte e non la tratta ancora
quella da cui non si difese ancora
Fugge, ma'l mostro innamorato ancora
a cui la notte imaginosa ancora
Pregovi sol che non vogliate ancora
com'ella per pietà volesse ancora
nela bocca gentil palpita ancora,
di garrir cessa e mormorare ancora,
Ma tu, spietato sol, che chiara ancora
Volse ala scherma ammaestrarlo ancora
giacque col gran motor, conduce ancora
torrai lo scettro ala mia rosa ancora;
Ben ha tanto il tuo stil di lena ancora
Poiché vede ch'alcun non osa ancora
ivi s'arrota, ivi s'irrita ancora,
che dal novo botton non esce ancora,
Dietro vien Caria; e rimembrava ancora
Deh che vegg'io non più veduto ancora?
Quando Sultana appena vista ancora
Ma breve fu, che non biondeggia ancora
Sì che nei manti vedovili ancora,
Ed argomento ne fa certo ancora
Deggio sperar, che tua pietate ancora
Sì fatte note egli formava ancora
Ti metta in cor Gerusalemme ancora;
Invidiasti il fedo loto ancora
Del tuo nobile incarco i bruti ancora.
Tranquillità. Su l'oceàno ancora
Titol ti diero; e t'è serbato ancora
Era il desire agli uman petti ancora.
Che l'ali del suo piè concesse ancora
Invidiasti il fedo loto ancora
Il vago aspetto; o se ti piace ancora
Del tuo nobile incarco i bruti ancora.
Tranquillità. Nell'oceàno ancora
Titol ti dièro; e t'è serbato ancora
Era il desire a gli uman petti ancora.
Di gradite vivande al piatto ancora.
Ore lente si faccia. E s'altri ancora
Che l'ali del suo piè concesse ancora
Nata subita tosse: e rise ancora
Turba di grilli, e più lontano ancora
Fin che l'aurora sbadigliante ancora
Ambo vi porta: e mal sa dove ancora.
Ma pria togli di tasca intatto ancora
Elegante congerie intatta ancora?
quella da cui non si difese ancora
forse per risguardar s'avesse ancora
di venture a mortal non date ancora.
Tu vedi ben che son fanciullo ancora,
fugate non avean le stelle ancora,
dela faretra avea ben fermo ancora,
Loco soviemmi aver veduto ancora,
spirto di melodia pullula ancora,
Altre vederne non men sagge ancora
ed altrui non volendo, uccide ancora.
al falcon giovinetto e non ancora
Non è più notte e non è giorno ancora,
barbaro drappo intapezzato ancora
Fugge, ma'l mostro innamorato ancora
Pregovi sol che non vogliate ancora
com'ella per pietà volesse ancora
nela bocca gentil palpita ancora,
di garrir cessa e mormorare ancora,
Ma tu, spietato sol, che chiara ancora
Volse ala scherma ammaestrarlo ancora
giacque col gran motor, conduce ancora
torrai lo scettro ala mia rosa ancora;
Poiché vede ch'alcun non osa ancora
ivi s'arrota, ivi s'irrita ancora,
che dal novo botton non esce ancora,
Benchè immortal. Pur lo serbava ancora
Le sentinelle, non ben deste ancora
Erme contrade. In Esebòna ancora
Anzi seguaci suoi! pur fidi ancora
Potesser mai? Chi crederà che ancora
Può, se non quei che istupiditi ancora
In cave rocce romoreggia ancora;
Mercè tanta umiltà, la stessa ancora
Impenetrabilmente, e quando ancora
Così sovente la Prudenza ancora
Le gioie tue? Ma se a pentirmi ancora
Trasse dal nulla. E tu la notte ancora
Alle ricerche vostre; e là più ancora
Te puro e fido circondava, ancora
Molto di strano evvi commisto ancora.
Sull'incarco terren, l'Angelo ancora
Che quanto fu creato ha d'uopo ancora
Non purgati vapori e non ancora
Dalle tenebre antiche emerso ancora
Di tue minacce atterrir lui che ancora
Intero un dì, voi nol potrete ancora
Dolor sofferto, ma sprezzarlo ancora
Agl'inimici nostri intatti ancora
Del destino che a lui sovrasta ancora
Ove a diporto andar vagando ancora
Se dal carcer fuggirsi od altro ancora
Conosci tu, ma te medesmo ancora
Fur queste cose tutte, il tutto ancora
Fe' la ragione, ma le impose ancora
Il fianco mio. Non ricercato ancora
Più lontana da me saresti ancora.
Che maggior maestà spirano ancora
In sulla sera e non succhiate ancora
Le si raggira entro l'orecchie ancora.
Forse altre cure han disviato ancora
Essi vorrian, chè più palese ancora
Se tu con me fossi rimasta, ancora
Qui dove già, non ricercato ancora,
Tai nomi ormai, ma pel possesso ancora
Ma non al tatto solo, al gusto ancora
Crollerìa spaventoso. È fama ancora
La colpa tutta. Oh ricadesse ancora
Solo Satán, come in delitto, ancora
Strascinasse così! Felice ancora
Dell'ira eterna, onde non provi ancora
Sostenuti da lui, potremo ancora
Celato sta quanto ci resti ancora
Ma quanto m'ingannai! La pace ancora,
Tema di Dio pérdono a un tempo ancora,
Signori esterni lo abbandona ancora
Furor bollente. D'altro frutto ancora
Camprian disse: – Tu rispondi ancora?
pur tutta volta scapuzzavo ancora.
et ritornò con de l’altr’acqua ancora.
Com' i' divenni un'altra volta ancora
Ch' al Cataio spem' ha vederla ancora.
Le disse qual le preme l'alma ancora,
Che ha veder sì el Spagnuol, et dubia ancora
Per mia man disposto ho non muoj ancora
Non havea visto il neghitoso ancora
Venuto vi era quel gigante ancora
Con giuramenti di tornare ancora
Forte è Rynaldo, forte è l'altro ancora
Questo Orlando non sa, non spera ancora,
Non dà alla coda più nè al drago ancora,
Non può Rynaldo et, se potesse ancora,
Ch' io sarò chiesto et contra Carlo ancora.
Il vechio padre similmente ancora
Rendiangli l'armi et il cavallo ancora,
Sudano i cavallier, sudano ancora
Nudrì Fenice, et fu nudrice ancora
Et, se ei si porta nella giostra, ancora
la non ben nota, né raccesa ancora
speme rimanti di soccorso: e ancora
espiarlo col sangue: e tutto ancora
per la gloria, per me. D'assai più ancora
fruir di tutti, e niun l'acqueta ancora;
gentil Milano, tu sei bella ancora!
Pur molti ingenui de' suoi figli ancora
la cameriera sí lo chiama ancora,
ma un punto sol ch'e' s'indugiava ancora
stavate inteso nel passaggio ancora,
e di trarl' indi mi ritiene ancora
sopra del letto suo sedendo ancora
che 'l porto amato non si trove ancora;
la città intorno, e dimostrar ch'ancora
Così detto partisse, e gli altri ancora
trapassando veloci e 'l Freto ancora,
e di Geppidi stuol menava ancora:
fosse integra rimasa l'asta ancora.
in qualch'altro di noi spirasse ancora,
si poteo sostenere, in fin ch'ancora
vincea già tutti, e vincerebbe ancora,
lo qual sovente i suoi più cari ancora
che lui morto credea che vive ancora.
gli dice: “Or si vedrà se 'l cielo ancora,
Ma il dritto par che voi debbiate ancora
Passano oltra i destrieri, e mille ancora
Soggiunse poi che vi consiglia ancora
chiamando lui, che fanciullo era ancora,
duce né cavaliero, e meno ancora
invittissimo re, s'io soglio ancora
Il medesmo avvenia ne gli altri ancora
e se di questa età giovine ancora
et ei mosso a pietà, vedendo ancora
Questa il danno d'Arturo, e spesso ancora
com'or debb'io: che 'n fin ch'io scerna ancora
Il medesmo adivien di Florio ancora,
e si saria con lor ristretto ancora,
e 'l trova su 'l caval mal fermo ancora,
Ruberto coronar, lui vivo ancora,
e doppo lei, se 'n vita sarò ancora,
Né gli poss'io disdir, né voglio ancora;
Morto è il gran Brunadasso e morto ancora,
Al cui crudo cader cadde egli ancora
il sol cadente; che m'avanzi ancora
l'afflitto Iberno e pur si vede ancora
corre a veder; né che sia crede ancora
E cangiato il vestir, ma bruno ancora,
et ei pur di sua man non sdegna ancora
ma piacesse oggi al ciel ch'io fossi ancora
Né fien vòti di pregio gli altri ancora,
L'altro un'asta bellissima ch'ancora
risveglia e chiama chi dormiva ancora
giunger più peso e vi sovvegna ancora
più che in altro mortal fiorisse ancora;
et al picciol calor, che vive ancora,
dicesti 'elli ebbe'? non viv' elli ancora?
Ond' ïo a lui: «Domandal tu ancora
rispuos' io lui, «voi non sareste ancora
le membra tue», rispuose quelli ancora,
che bestemmiava duramente ancora:
Ed elli a me: «Tu imagini ancora
Noi eravam lunghesso mare ancora,
l'ossa del corpo mio sarieno ancora
sì che ne sa chi non vi fu ancora;
Ma perché più aperto intendi ancora,
«famoso assai, ma non con fede ancora.
come se' tu qua sù venuto ancora?
al sol, pur come tu non fossi ancora
non pianger anco, non piangere ancora;
che i tre a' tre pugnar per lui ancora.
E quinci puoi argomentare ancora
attesi avrebbe li suoi regi ancora,
né con la voce né pensando ancora,
del suo fulgore il fa vedere ancora.
Così seguì 'l secondo lume ancora.
Ciò fra suo cor la dea fremendo ancora,
de' perduti compagni, in dubbio ancora
E quanto durerà, signore, ancora?
siamo d'Italia e di speranza ancora
Or ti conforta, ché tal fama ancora
da' suoi cavalli, avea la destra ancora
a cortesia. Ne la Sicilia ancora
giovini, arete. E me fortuna ancora,
a me predetta: pur ei tacque ancora
consentîr tutti, perché tutti ancora
fôra per questa man difesa ancora:
destossi, e surse alcuna volta ancora
il diro annunzio. Ritentando ancora,
cosí l'ha detta, come disse ancora
ma fa mestier di volteggiarla ancora
poi ch'io son greco, e di quei Greci ancora
tiepide, palpitanti e vive ancora,
son pietosi, e se ponno, io spero ancora
chiamerai Dido, che lontana ancora
del primo loco; ma non tutto ancora
e 'l nome e l'armi tue riserba ancora
che di tede e di fumo, e degno ancora
le fan terrene e tarde. E quinci ancora
cosí rispose: «Io non son, vecchia, ancora,
fuor d'Agillina, ne l'esiglio ancora
né divelto da lui, né sazio ancora
questa mia vita preservate ancora
che 'l comignolo avea di stoppia ancora.
del padre mio che largiratti ancora
e seguiratti dopo morte ancora?
d'alcun suo fatto glorïoso ancora.
Cenèo da Turno: ammazzò Turno ancora
non toglie ardire, e de le forze ancora
che de' nimici in quella calca ancora
Resta cred'io ch'un'altra volta ancora
mormorar lunge, e non veduti ancora
ce gli rende del mar non fermi ancora.
al fuggir vostro? E se per l'onde ancora
e gli fo grazia che d'esequie ancora
e concepute; e d'adempirle ancora
novello sposo che, non giunto ancora
né di qua né di là vedeasi ancora.
e d'aspra gente, avremmo. E forse ancora
son qui venuto: né venuto ancora
piú ne l'armi di Turno, e Turno ancora
nostro è fortuna amica, amico ancora
ne l'armi invitta, che né vinta ancora
tel proibisca. Da', buon padre, ancora
ha di trofei. Ma che non pruovi ancora
son con noi tutte; e s'a' nemici ancora
ancor le donne (che le donne ancora
ne l'imo abisso: cosí come ancora
che si venisse, di soverchio ancora
spïare osando, osò d'Achille ancora
tutto consperso e rugiadoso ancora.
vide Laurento che non tocco ancora
con un terror che, non compreso ancora,
il secol nostro, e de' piú forti ancora,
S'un mulo magro, vecchio e zoppo ancora
appellar deggio sempre, come ancora
- disse - nel Ciel, o padre mio, ch'ancora
in l'altro mondo, e in questo il provo ancora;
ed a la pugna e a la vittoria ancora.'
pochi, o nessuno; ed è fanciullo ancora.
Ma poi ch'il vero intese, e intese ancora
potresti ben, tante n'ho meco ancora,
che, de le piaghe sue non sano ancora,
sangue nemico, e n'è vermiglia ancora,
Punillo; e 'l fero Argante avisto ancora
dal nido i figli non pennuti ancora,
'Spirti invocati, or non venite ancora?
che portò notte e verno; e 'l verno ancora
tu sia onorato e riverito ancora.
Non sudò il molle sotto l'elmo ancora,
a grado avrò questa vendetta ancora,
ch'orma non torse per ritrarsi ancora.
e, se fia d'uopo, a la battaglia ancora;
pochi, o nessuno; e giovinetto è ancora.
ei Ruperto e 'l fratel ricusa ancora,
Ma, poi che il vero intese, e 'ntese ancora
ché de le piaghe sue non sano ancora,
onde i segni veder potresti ancora:
Fulgerio de la sua rifulge ancora,
Son di fini topazi i gradi ancora,
Punillo; e 'l fèro Argante avvisto ancora
dal nido i figli non pennuti ancora:
- Spirti invocati, or non venite ancora?
che portò notte e verno; e 'l verno ancora
non sudò 'l molle sotto l'elmo ancora,
s'udia 'l tumulto, e non quetato ancora
il crisolito, e v'è il berillo ancora:
Ne la tenera etate è il figlio ancora,
Invidiasti il fedo loto ancora
Il vago aspetto; o se ti piace ancora
Del tuo nobile incarco i bruti ancora.
Che a te de gli avi tuoi serbano ancora
L'altro sacro ad Igeia. Non odi ancora
Tranquillità. Nell'oceàno ancora
Titol ti dièro; e t'è serbato ancora
Era il desire a gli uman petti ancora.
E quasi bovi al suol curvati ancora
Di gradite vivande al piatto ancora.
Tu pur grida commercio: e un motto ancora
E la inversa ragion sonino ancora
Ore lente si faccia. E s'altri ancora
Che l'ali del suo piè concesse ancora
Nata subita tosse: e rise ancora
Turba di grilli, e più lontano ancora
Fin che l'aurora sbadigliante ancora
Ambo vi porta: e mal sa dove ancora.
E in van d'un altro timidetto ancora
Il tremendo Albucherch cammina ancora,
Gente durò l'inverno, ed erra ancora;
Il grido ch'ei ritien da Nisa ancora:
Ha l'India, o qual dai nuovi regni ancora
E stringi e opprimi lei turbata ancora.
Non abbandona i legni il vento ancora,
Arti e modi sagaci ignoti ancora
Chè se alcun poco il messaggiero ancora
Lasciate intorno, e un'altra volta ancora
Il seguiva costui fra l'armi ancora;
S'apre al turbato cor pietade ancora,
Sol fa grave la morte, e mezzo ancora
Ma verdi al grande eroe spuntano ancora
Sparve col suono estremo il sonno ancora.
Ti, giuro, o re, che la memoria ancora
Seguiva il vecchio in questi sensi ancora:
L'opposto polo è questo incerto ancora,
Suolo i frutti mancâr; ma perchè ancora
Chiedea il bisogno od il diletto ancora.
Qui tacque Vasco, e dai facondi ancora
Chè immenso tratto a lui restava ancora.
Ed oste ignota aspettan forse ancora,
Che del patrio valor suonano ancora.
Quai di nome novel distinte ancora
Forse si cerca, picciol tempo ancora
Nè guerrier sorse sì temuto ancora,
Nè questo sangue sol, ma tanto ancora
Ma de' Mori il gridar premealo ancora.
L'empio African che v'avea nido ancora,
In sulle spiagge ei fia ristretto ancora.
Che scopra il tempo i dubbi eventi ancora,
Modi sui vaghi fior più vaghe ancora,
Convien che venga quella diva ancora,
Ei più strali non ha, ma ninfa ancora
Eco la gemin Orsa, e dell'ancora
Ma mira quanto lunga etade ancora
Di Sien posti, che altre terre ancora
Ammesso che bambina fosse ancora
Volevi metterci alla prova ancora?
(tecnicamente lui non era ancora).
nunzio di Giove, che lontano ancora
voce dintorno gli susurra ancora.
distrusse, e molte struggeranne ancora.
guerra guerreggi; e non la cómpia ancora?
che a queste sponde ne condusse, ancora
ma non il voto, e a lui più lutto ancora
ai Meonii eran duci, a quelli ancora
veracemente è Dea. Ma tale ancora
ne scampi un solo. Un altro avviso ancora
che alle mani verrìa con Giove ancora?
se il mio punto fatal non giunse ancora,
che il tuo giorno fatal non giunse ancora;
la mostrava l'araldo, e nullo ancora
o supplicate ad alta voce ancora,
saprai da solo a sol quai prodi ancora
mani d'Aiace; e trepidanti ancora
tutte render le voglio, ed altre ancora
ei tutte le vi rende, ed altre ancora
di giovani guerrieri, e non ancora
avrìa costui la furia e l'alma ancora,
Qualcun per certo de' Troiani ancora
E Giove replicò: Più fiero ancora
spianò cittadi eccelse, e molte ancora
invïotti da Ftia, fanciullo ancora
le sue schiere movea; ché non ancora
S'ei meco ne verrà, di mezzo ancora
cui fu madre una Dea. Ma questo ancora
e a colpar pronto l'innocente ancora.
In questa guisa ardea la pugna, e ancora
Non è biasmo fuggir di notte ancora
ne rimaser comuni, e il sono ancora.
degli Achivi già stese, e molti ancora
egual con esso la mia gloria ancora.
qua correte a salvar noi vivi ancora.
e al mugghiante Ellesponto. E non ancora
Achille, in salvo questa volta ancora
Stolto! n'avrai penoso affare ancora,
di me meschino a cui non tolse ancora
da Paride ricchezze, ed altre ancora
nudo a lui vada), disarmato ancora,
l'adunator, ch'io nulla ho fermo ancora,
gridò l'eroe troian, né Giove ancora,
Ma del morto Patròclo il rogo ancora
di queste cose, e sian maggiori ancora,
l'altro rispose: giovinetto ancora
non vïolato dalle fiamme ancora,
e per riscatto non la rende ancora.
l'Olimpio Giove che lontano ancora
mio dolce figlio. Ma propizio ancora
luce rifulse sul giacente, e ancora
Tolta non era ancor la mensa, e ancora
ché molto è il pianto che ti resta ancora.
né d'uomo orecchio, né di donna ancora
Che di gloria immortale al figlio ancora
«Itacesi, ascoltatemi, e più ancora
Fra estranie genti: e perirai tu ancora.
Felice l'ebbe Filottète ancora,
Nel canto se n'udrà. Perché in me ancora
Che vide un anno solo, e al giogo ancora
Supplichevole orando. E gli altri ancora
Di Tieste, abitava. E quinci ancora
Schietto favella. Saper voglio ancora,
La voce d'una dea, parlarmi ancora
Quanti gli piace, e li dissonna ancora,
L'albero con l'antenna ersevi ancora,
«Eterni dèi, che mi rimase ancora
Tizzo nasconde fumeggiante ancora
Tutto teme investìr l'ovile ancora:
Disse, e Palla l'udì; ma non ancora
Portanle i figli, e i cittadini ancora,
Mescer comanda, onde al gran Giove ancora
Recalo a tutti, onde al gran Giove ancora,
Legno dall'onde non battuto ancora,
Natura io veggio, e non mi par che ancora
Certami, o cesto, o lotta, o corso ancora,
Poiché restava su le navi ancora
Nessuno, ch'io non credo in salvo ancora.
Perché la fera irritar vuoi più ancora?
Del cor la forza non ti spogli ancora'.
Del cor la forza tu mi spogli ancora?
La terra il corpo nel suo grembo ancora.
Tu vieni? Né trovar sapesti ancora
Non avean tocco il decim'anno ancora,
Nodi cingeanmi, e mi premean più ancora.
Nell'antro ci chiudea. Pur quinci ancora
Forse i nemici, o forse a vôto ancora
Può dalla paglia ravvisarsi ancora.
«Non fa per te di rimanerti ancora
Magion poss'io? Troppo io son verde ancora,
Non mandassi in rovina. E quando ancora
E già piagnenti e sospirosi ancora
Se dal canto riman, tendono ancora:
Da cui diconti nato; e fede ancora
E allumâr qua e là più faci ancora.
Di tai memorie il dolor mio più ancora.
Ma tu ricevi un de' miei detti ancora:
«Stranier, molesto ci sarai tu ancora,
Da fabbro industre, che adattòvvi ancora
Si scagliasse primier, non dammi ancora.
Della vita spogliar voglionci ancora,
Sempre che il vuole, e li dissonna ancora.
Qual tomba i Greci, che al tuo figlio ancora
Perché chi vive e chi non nacque ancora,