Rime di 'arca'

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turmarca
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trierarca
eresiarca
eteriarca

167 endecasillabi classici rimano con arca:
Così Ciprigna il mar naviga e varca
Squallido il tergo ove si preme e carca
Quasi ombrella la coda in alto inarca
vene ritrovi almen sempre una marca.
se poi vota la lasci e d'oro scarca
e romperà le forbici ala Parca.
la Fama il porterà leggiera e scarca
e di frutti e di fior giamai non scarca
dove ogni pianta i verdi rami inarca,
Tra que' frondosi arbusti Adon sen varca
d'ogni arredo marin, picciola barca.
da' pescatori abbandonata e carca
e, voto il fuso e la conocchia scarca,
il filo venir men veggio ala Parca.
Tronca il fil del pastore e del monarca
col ferro istesso una medesma parca.
Nel più dubbio de' casi alto monarca
da' pescatori abbandonata e carca
dove ogni pianta i verdi rami inarca,
vene ritrovi almen sempre una marca.
Così Ciprigna il mar naviga e varca
col ferro istesso una medesma parca.
Varcate queste, se alcun mai le varca,
Delle soavi frutta onde sì carca
Piumoso petto: tale il collo inarca
La vasta mole di mirabil'arca,
Sul bassato oceán barcollar l'arca:
Il cielo avea sue cateratte. L'arca
premendo il chiuso core e 'l brando scarca
sente la destra spalla esserne carca,
al securo difender non fu parca,
Lo duca mio discese ne la barca,
e sol quand' io fui dentro parve carca.
m'andava io con quell' anima carca,
Ma quando disse: «Lascia lui e varca;
come colui che l'ha di pensier carca,
qual non si sente in questa mortal marca.
l'aguglia vidi scender giù ne l'arca
O voi che siete in piccioletta barca,
dietro al mio legno che cantando varca,
per lui, o per altrui, sì ch'a sua barca
La sua natura, che di larga parca
collega fu a mantener la barca
discerner puoi che buone merce carca.
Sovra la porta ch'al presente è carca
che tosto fia iattura de la barca,
e nostra scala infino ad essa varca,
Infin là sù la vide il patriarca
quando li apparve d'angeli sì carca.
e l'omero mortal che se ne carca,
non è pareggio da picciola barca
né da nocchier ch'a sé medesmo parca.
Quinci preser la via là 've si varca
Tal fece ragionando il gran monarca
Cosí parlando, accostasi a la barca;
poi d'esso peso il suo legnetto carca,
Ad altri poi, ch'audace il segno varca
de' cari detti e de' begli occhi è parca,
Ma fra lo sdegno, onde la fronte è carca,
Stupido il cavalier le ciglia inarca,
la nube e 'l carro ch'ogni intoppo varca
L'altro, che di stupor l'anima carca
e perché mal capace era la barca,
gli scudieri abbandona ed ei sol varca.
e co 'l grave fendente in modo il carca
che 'l percosso la testa al petto inarca.
ma poi l'Africa usurpa, e l'onde varca,
e di Spagna si fa quasi monarca.
Veder si può ch'ambo gli ascende e varca
e mira, adorna omai di spoglie e carca,
e i popoli giá vinti al gran monarca.
ed a Bellona, del flagel non parca,
e ne gli occhi le furie, e 'n man la parca.
o chi torre drizzò d'error si carca:
Ad altri poi, ch'audace il segno varca
de' cari detti e de' begli occhi è parca;
ma fra lo sdegno, onde la fronte è carca,
me lunge porterá cavallo o barca
anzi il mio fato, ha man severa e parca:
né bianco fil per me l'invida parca,
Meravigliando il re le ciglia inarca,
la nube e 'l carro ch'ogni intoppo varca
L'altro, che di stupor l'anima carca
e perché mal capace è frale barca,
gli scudieri abbandona, e solo e' varca.
perché il principe Inglese a lui sen varca,
e 'n quello spazio ove le ciglia inarca,
che lui seguîr, mentre egli sprona e varca
se non che di ruine è sparsa e carca
e punge il suo destrier tra barca e barca.
Poi, qual di tomba tenebrosa, o d'arca,
macchiato il tempio, e d'infedel monarca
la forza e 'l peso; onde gravosa e carca
la testa il sommo duce al petto inarca.
Nel più dubbio de' casi alto monarca
Ond'arde l'aere che scendendo ei varca.
con sette prore un fier drappello, e carca
dalle auguste matrone, e qual nell'arca
istrumento raccolse, e dentro un'arca
e di legar su quello una grand'arca.
Che nel giro d'un anno augel nol varca.
Venne d'alto con furia e urtò la barca,
Contendi il toccar terra, e di non parca
La nave appien vettovagliata e carca,
Cui traghettò su passeggiera barca
Prora in terra non pon; ché d'esser carca
Orlando priega lei che ne la barca
Et ella lui: - Qui cavallier non varca,
Nel lito armato il paladino varca
però ch'avea, quando si messe in barca,
Intanto a quello stretto, onde si varca
dove un vecchio nochiero una sua barca
giunse e in Barbante, e in Fiandra al fin s'imbarca.
la vela in guisa in su la prora carca,
vede Inghilterra, ove nel lito varca.
Senza indugio al nocchier varar la barca,
Quella, non molto grande e poco carca,
che gli venne disio d'andare in barca.
che volentier tal merce non si carca.
che va per l'aria irondine che varca.
Smonta con pochi, ove in più lieve barca
Tra legno e legno taciturno varca,
da' suoi lontan, che Dudon preme e carca,
la nave sola, e fusse o vota o carca,
e col cognato, in su una lieve barca.
Il braccio de il mar Rosso in nave varca,
Se vi piace passare, entrati in barca,
Però che altrove il fiume non si varca. -
Da l'altra ripa, aponto ove si varca,
In mezo il fiume, sopra de una barca,
vestita vai, non come l'altre carca:
onde al suo regno di qua giú si varca,
ecco novellamente a la tua barca,
Fra sí contrari vènti in frale barca
sí lieve di saver, d'error sí carca
che chiudesti la porta onde si varca
tu ch'al principio movesti mia barca,
Greco surgeva e varava la barca.
fra pochi giorni, d'altre merce carca
Io ho condotto in porto la mia barca:
per che più oltre il mio nocchier non varca
o come quel che entrò nella santa arca
Su, caliamoci tutti nella barca.
si preparassero ad entrar nell'arca.
le nostre vite a sì piccola barca!
al temibile scettro d'un monarca!
più che altrove potente, del monarca
per farlo diventare un gran monarca?
mio soave, mielato e bel monarca,
per il cielo che su di noi s'inarca,
perch'egli possa, in veste di monarca,
de' suoi pensati mondi alto monarca:
e non mai de' suoi doni avara o parca
al fatal fuso di severa Parca,
di spera in spera alfin trapassa, e varca
già prese, de le stelle alto monarca.
fu di tal nutrimento avara e parca.
schiere sostenta, e la veloce Parca
Omai siam vinti, e la severa Parca
la mira prende, e le ginocchia inarca
l'inevitabil fato e l'empia Parca.
vergine ancora e d'ogni cura scarca.
di qua da Stige in su la nera barca.
veduti avesse; ma la fiera Parca
vidi Megera, e l'inflessibil Parca
era il voler de l'immutabil Parca,
sia per troncar l'inesorabil Parca,