Rime di 'attene'

Trovate 404 rime per attene

bene
cene
crene
gene
gene
glene
gliene
iene
lene
mene
mene
pene
pene
piene
piene
piene
rene
rene
scene
schiene
schiene
sene
spene
splene
sviene
tene
tiene
vene
vene
viene
abene
acufene
alchene
alene
aliene
aliene
amene
andrene
aptene
arene
arene
armene
armene
astene
astiene
atene
attene
attene
attiene
avene
avviene
balene
barene
barene
barene
benzene
camene
cancrene
cancrene
cangrene
carene
catene
cecene
centene
cesene
cesene
cilene
cilene
congene
contiene
conviene
cumene
cuprene
dabbene
dammene
detiene
diene
distene
distiene
disviene
diviene
dozzene
dracene
dracene
ebbene
ecumene
etene
euglene
euglene
eviene
falene
flittene
focene
focene
fosfene
fosgene
galene
galene
gangrene
gangrene
geniene
golene
golene
gonfrene
igiene
imene
inviene
irachene
kelene
lagene
leene
lesene
lesene
licene
lichene
maizene
mantene
mantiene
marene
melene
melene
mentene
mezzene
mezzene
micene
misviene
mitene
mitene
mittene
moene
morene
murene
naftene
nicene
nissene
norrene
novene
orbene
oscene
ottiene
ozene
partiene
patene
patene
payene
peniene
perbene
pertiene
perviene
picene
pinene
piovene
pirene
polene
polene
previene
propene
prossene
proviene
rattiene
rinviene
riottiene
ripiene
risviene
ritene
ritiene
riviene
rizene
romene
rumene
rutene
safene
safene
sagene
sagene
scalene
sconviene
scorpene
sebbene
selene
serene
serene
sfirene
sfirene
sibbene
silene
sirene
slovene
sorviene
sostiene
soviene
sovviene
squalene
stirene
strabene
strapiene
surrene
tambene
terpene
terrene
tirrene
trabene
trattiene
turkmene
uscirmene
verbene
verbene
vermene
xantene
xilene
zigene
zighene
acufene
addiviene
allergene
altalene
amarene
anfisbene
anfisbene
angelene
antiviene
antracene
apirene
appartiene
avanscene
avanscene
azulene
boccascene
cantilene
carotene
cherosene
circonviene
cloroprene
contravviene
controscene
controscene
corifene
damascene
disavviene
disconviene
diterpene
dolcibene
dopocene
ecumene
endovene
endovene
eocene
eritrene
etilene
fenantrene
fenilene
fondoschiene
fullerene
fuoriscene
giuggiolene
inamene
indantrene
intertiene
interviene
intrattiene
intraviene
intravviene
iperstene
irachene
irakene
isoprene
kerosene
laodicene
leonicene
leptotene
licopene
maddalene
maddalene
madrilene
madrilene
malaghene
malapene
manutiene
messinscene
metilene
miocene
naftalene
nazarene
nazianzene
neogene
neoprene
nondimene
notabene
nullamene
olocene
oncogene
pergamene
pirossene
pleistocene
pliocene
plistocene
poliene
poligene
politene
propilene
proporvene
psicoigiene
quarantene
retinene
retroscene
riconviene
ridiviene
risostiene
risovviene
santiaghene
saracene
semipiene
soprattiene
sopravviene
terilene
tientibene
tiofene
tiramene
toluene
vinilene
accorgertene
acetilene
anadiomene
anassimene
andandocene
anecumene
anfesibene
anfisibene
anfisibene
antiochene
autosostiene
benzopirene
butadiene
cacciabalene
cionondimene
controcarene
controcatene
copricatene
essendovene
facendogliene
facendosene
ficolichene
filoirachene
fregandosene
guardacatene
imbrattascene
iodobenzene
isobutene
isochimene
isochimene
lasciandocene
lavandosene
leucotriene
mesitilene
mostrandocene
nitrobenzene
nulladimene
oligocene
ortoxilene
ossibenzene
paleocene
paleogene
paraselene
polistirene
prendendosene
sbigottirmene
subecumene
tendicatene
tenendosene
tenetevene
tiracatene
tornandosene
tornatevene
ultraterrene
vantandosene
vinilbenzene
accertatevene
addossandosene
aggregandovene
antiirachene
antioncogene
conservandocene
corticosurrene
dichiarandosene
dimetilbenzene
dipingendocene
dodecilbenzene
esametilene
lepidosirene
liberiamocene
polietilene
poliisoprene
polipropilene
protooncogene
vergognandosene
innamorandosene
polibutadiene
tricloroetilene
trinitrotoluene
vinilacetilene
poliossietilene
poliossimetilene
tetrafluoroetilene
politetrafluoroetilene

500 endecasillabi classici rimano con attene:
il Terror col Furor stretto in catene?
dietro al cui carro invitto umil ne viene
porto e partendo, oimé, lascio il mio bene,
la bella fiamma tua teco ne viene.
fuggi del Nilo ale dilette arene,
siché può di Corinto appo l'arene
Su la destra poi torna inverso Atene
d'Astipalea le pescarecce arene
de' fini unguenti dala fama ottiene.
dala figlia d'Ialiso, ne viene.
sottraendo al gran rischio anco il tuo bene,
da cui felice ogni influenzia viene,
non volgi omai di torbide in serene?
per poi lasciarmi in tenebre ed in pene;
e si raddoppi il mal, perdendo il bene.
qualche breve talor gioia s'ottiene
sì grande ch'a fatica altri il sostiene,
balsamo oriental molt'urne piene.
di bei vasi di smalto ecco ne viene
come del sangue al debito conviene,
e, seben tronca a' lor desir la spene,
scropolose di muscoli e di vene.
di forza, di vigor, d'asprezza piene,
d'opporsi a quel ch'ei consigliò sì bene.
ché sa meglio di voi ciò che conviene. -
la controversia omai che vi trattiene
l'olocausto amoroso arder conviene.
a guisa d'incensier le brage tiene.
mansuete e domestiche ne viene,
Cose che soglion far nel'altrui pene
auree cinte e maniglie, auree catene,
Ed havvi ongare stampe, indiche vene,
non mi torrà di braccio unqua al mio bene,
quanto n'accoglie Scizia entro le vene,
Quant'or tra le lucenti e bionde arene
è l'infelicità di chi l'ottiene.
e quelch'agli occhi altrui par sommo bene
orgoglio tal da tua beltà mi viene
- O dea, gloria immortal dele mie pene
Risponde Adone e fise intanto tiene
ch'al dominio ligustico s'attiene.
e'l regno intero a racquistar ne viene
con applauso de' suoi lo scettro ottiene.
e del'eredità che le perviene
A queste luci ognor di pianto piene,
se la memoria del'antico bene
Misero, e che mi val tra doglie e pene
Prepara i vezzi, ecco ch'a te se'n viene,
che l'un e l'altro fra tormenti e pene
Tempo fia dunque in braccio al caro bene,
Dunque con chi del padre aprì le vene
ed uom che'n sangue o in amistà gli attiene
S'indegno di perdon, di mille pene
al'usato costume allor s'attiene
ch'ad usurparsi le non proprie pene
le nutrisce, le move e le sostiene.
L'Invidia, credo, sol del'altrui bene
e passa a Cipro e'n Pafo si trattiene;
La fama intanto a dissipar si viene
Di ceppi e ferri e carceri e catene
che'l nostro stato si confà sì bene
E tanto più del'ascoltate pene
sembianza impressa ha nel pensier sì bene
beltà l'effigie ov'a scontrar si viene.
sì salda in sé non serba e non ritiene
chi siamo e gual cagion qui ne ritiene.
ma pur tacere almen non si conviene
la ferrata prigion che ti ritiene.
né rompa del tuo cor l'auree catene
a lupi ingordi ed altre fere oscene
porporeggiar le spaziose arene,
son di tronchi insepolti ingombre e piene.
non si rompan più mai ceppi e catene.
che la memoria del tuo sommo bene?
soffri e vivi felice infra le pene.
gli orti, invece di fior, le siepi han piene
e dove l'onda a dilagar si viene
Cristalline son l'acque, auree l'arene,
sudan mill'altre a crivellar l'arene.
A lei del bel Pattolo entro le vene
anzi ver me, con l'odio entro le vene,
sol intento a recarmi affanni e pene,
E tu per cui schernita ir mi conviene
Trema la terra istessa che'l sostiene,
e fa per tutto intorno, ovunque viene,
così, mentre il crudel scorre l'arene,
propizia al male ed aversaria al bene,
Cruda ministra di cordogli e pene,
ma necessaria forza in sé non tiene
Inclinar ben le voglie a male o bene
le belle a fecondar galliche arene.
verrà dal fonte di sì ricche vene
l'Arno Meandro e la Toscana Atene.
schiere felici, onde per lui diviene
cresce in godendo, e vie maggior diviene;
alfin sazia il desio, quando s'ottiene;
quanto il mondo ha di buono, ogni altro bene.
e di verdi teatri opache scene,
scogli muscosi e collinette amene,
puri canali di dorate arene,
ogni grazia, ogni onore ed ogni bene,
de' suoi tesori prodiga diviene.
e'n sito principal la casa tiene,
a combatter col dì la notte viene,
spazi del'orizonte il mezzo tiene,
per le campagne del suo ciel serene
Forse nutrisci, o Mincio, entro le vene
e, perché l'una nega e l'altra tiene,
Vedi di Cadmo il successor che viene
Anacarsi è colui, mira che tiene
mira Pirode poi, che dale vene
Ma questa tanta instabiltà le viene
si varia ognor né mai fermezza tiene,
La qualità di sua natura è bene
d'umida qualità, con lei conviene.
e tutto ciò che'n sé parte ritiene
se soggiace a' contrari, ancor conviene
se composto me'l dai, ne segue bene
Se corpo ha il ciel, dunque materia tiene;
non sa senon trovar forme terrene.
del non trito camin le vie serene,
a cui Mercurio poi quanto contiene
Venere con Adone in ciel sen viene,
e di cigni scherzanti e di sirene
havvi un fregio di scudi, ilqual contiene
Nelo spazio, che l'orlo a cerchiar viene
scaturisse Elicona in larghe vene,
per cui men caro il buon licor si tiene,
quando il sasso tra' nicchi a metter viene,
e del pesce brancuto apprese ha bene
Costei però, che n'arricchì l'arene,
celebrar liete danze e liete cene.
e vi vidi sovente in ricche scene
sospirando e tremando il cor sen viene.
Ecco a picciole scosse a te mio bene
di belle macchie e di lucenti vene.
l'umido gorgo a scaricar si viene,
serie di curvi fornici sostiene.
sol del foco del core abbia le vene.
Posa il destrier non trova e par che piene
volge che porge il moto ale catene,
pugna amorosa apparecchiati bene,
de' duo nudi campioni a premer viene,
ma chi gusta i lor baci ebro diviene.
Bacian talor lusingatrici oscene,
le laidezze del corpo adombrar bene,
su per le membra a sviluppar si viene;
stringon con ricche fasce auree catene,
godere il bello e possedere il bene.
ch'altro non vuoi ch'a prò di chi l'ottiene
l'aere del suon la qualità ritiene,
per lo mezzo del'aere al senso viene;
ulularo per lei tragiche scene?
il calor dela crapula si viene,
incantatrici e perfide sirene
chi la prende talor né la ritiene.
e vuol gran senno a custodirla bene;
molto attento ed accorto aver conviene,
Poi con tenaci e tenere catene,
d'odorifere linfe, entro le vene
Venner questi fantasmi ed, a man piene
dopo'l tergo rivolge, a batter viene
vaga donzella d'un garzon si tiene;
dispensano del dì l'ore serene:
il mistero, cred'io, comprender bene
del giardino d'Amor la vista ottiene.
di quell'alato arcier, dagli occhi viene,
n'assaggia sol per ristorar le vene,
coppe d'ambrosia e nettare ripiene.
Amor pietoso a rinfrescarlo viene
Con le sue dotte e vergini sirene
Spelonche opache v'ha, foreste amene,
i marmi suoi di preziose vene.
onde Frigia dipinti ancor ritiene
e, quant'uom desiava, arbore ottiene.
Funeral pianta e tragica diviene
ch'alzar gli fa le luci alme e serene.
per scherzar con Amor, spesso ne viene.
ecco duri flagelli, aspre catene.
date a costei le meritate pene!'
come buona raccor nuora conviene!
bollon gli spirti e gelano le vene.
brama e s'arretra, ardisce e si ritiene,
se vederlo sapessi, a te ne viene.
con lunghe spire per l'immonde arene,
'Dolce (presero a dirle) amata spene,
che sempre, e dir non so dove le tiene,
Giunte, esprimendo a forza in larghe vene
sempre di ferri cinta e di catene.'
che custode importun la casa tiene
già nutriscon l'invidia entro le vene.
sich'elle a tanto cumulo di bene
a visitar dal Gariglian ne viene
Posciaché quindi le lombarde arene
fu il principio fatal dele mie pene.
qui per colei, che preso ancor mi tiene,
perché prendi piacer del'altrui pene?
- Figlio, dimmi (dicea) poiché conviene
Seco però, mentre che'n braccio il tiene,
idoli del tuo cor, luci serene
fian del'anima tua dolci catene.
ti farà fortunato infra le pene.
La speranza del ben potete bene
e l'istessa ragion che v'appartiene,
Il presentarvi ciò che vi conviene
con vie maggior difficoltà s'ottiene.
ma quanto altrui più piace il bello e'l bene,
per ogni torre in un giardin si viene.
e salvo la maggior che'n grembo il tiene,
d'acqua insieme e di foco apre le vene.
e'l ciel minaccia ed ale nubi piene
che dal'umor, di cui le sponde ha piene,
Abitator dele più basse arene
Velocemente a Tenaro sen viene,
S'usò mai sforzo ad impiegarsi bene
ch'esserne fin nele più interne vene
Il quadrel ch'io ti cheggio esser conviene
la gola pareggiar, ch'erge e sostiene,
che di vivi tesor son ricche e piene?
può le due stelle lucide serene?
per l'istesso sentier dietro gli tiene
per abbracciarlo impetuoso viene.
se Marte o Cinzia fu non so dir bene,
e qual di furiali aspre catene
duro groppo mi stringe e mi ritiene.
Ma per non raddoppiar l'acerbe pene
l'alto dolor dissimula e ritiene
Indi per consolarla a lei sen viene
che quant'ei n'aumentava o scarse o piene,
tante al'anima mia dure catene.
per legar e ferir con doppie pene,
Altri lungo il bel rio ch'entro le vene
e diffondea su le purpuree arene
le rilucenti pietre, ond'eran piene,
lentate le dolcissime catene,
dele gioie la somma e dele pene.
per la riva scrivean sovra al'arene,
e nel'onde, nel'alghe e nel'arene
il numero vedea dele mie pene.
Pietoso oimé! sol per mio mal diviene
né vuol che quinci ale tartaree arene
che se dannata a quell'eterne pene
se'n quest'onde morir pur mi conviene,
innanzi ala cagion dele mie pene;
a quelle dolci un tempo amiche arene,
l'architettrice vergine d'Atene.
e tra costor Sidonio armato viene
lo stral nel caprio a sdrucciolar sen viene.
ma nel canape dà che preso il tiene.
e fa tremar il cor, gelar le vene
Disse la dea d'amor: - L'onesto e'l bene
Non dee vera virtù, né si conviene,
Vuolsi qui dimostrar ch'al'opre oscene
e'l vasel dela polve in grembo tiene
ricche del Gange e preziose arene.
le colonne e le basi insu l'arene,
che la propria gravezza in piedi il tiene.
risorge Olbrando dale molli arene,
al nobil vincitor pietà ne viene,
a levarsi l'aita e lo sostiene
di quanto in essa adoperar conviene
le leggi per capitoli contiene.
meritò d'ottener l'amato bene.
già con la lancia in punto oltre ne viene,
Ambiziosa di cotanto bene,
la ricettò nele beate arene
Felice chiama e fortunata tiene
ché nel'estremità curva diviene,
l'una taglia di lor, l'altra ritiene.
Sciolsi spirando in cielo aure serene,
Ma su per queste inabitate arene
Il battel d'AMEDEO sì, che l'arene
Come del lungo corso al fin perviene
Ma non temete; di vigor ripiene
Oggimai veggo farsi a queste arene
Per salute di noi ratto sen viene,
Incendio d'ira gli avvampò le vene,
Pensate a Faraon fra tante pene
Già mise in campo per le rosse arene,
Or non men d'Ottoman sperar conviene,
Mentre così dicea, fosco diviene
Allora Adrasta a medicar le pene
Quinci il fievole corpo ella sostiene,
Torma d'agnelli, ove talor sen viene
Ch'anco l'ira di Dio sia nostro bene.
Per teco starsi a la città sen viene.
La fortissima destra, a cui s'attiene
Ei come saggio sa, che 'l nostro bene
Ne la grazia del re por si conviene.
Ecco, che su l'aurora a lei sen viene
Ah che le ciglia sue non fur serene,
Se come a far m'accinsi, uscia di pene
Per leggiera cagion con tante pene;
Onde refugio alcun sperar conviene?
Che per la morte mia d'ogni mio bene
Ella goda qua suso aure serene
Flagelli intorno a l'infocate arene;
Ministri son, rinnovator di pene?
Sorgon lassù fra lor l'armi terrene,
Sì grida; e tratta a le sì nove pene
Solea spiegar su le sicure arene;
Vincitor di costui troncò le vene,
Nè sol l'aspetto d'AMEDEO sostiene,
Che dentro il petto gli secò le vene,
Lamento tal, quale a demon conviene,
Chè non lavo la man ne le sue vene?
Porgea la man per medicar sue pene;
Ebbon rifugio a l'infinite pene
Con la forza del Cielo or li sostiene;
Che vinti fuggiran da queste arene,
Ed il sangue succhiar de l'empie vene,
Perchè taci con me? chi ti ritiene?
Che sì forte m'avvampa entro le vene;
Sì grida, e di grande ira arso le vene
Che trasvolando va l'aure serene,
Onde le selve intorno, onde l'arene,
Egli ancor non tacea, quando sen viene
Giassarte ove il mirò, gonfia le vene
Io per me vuò morir su queste arene.
Ecco pur ch'Ottoman morte sostiene;
Ed è sì grande il mar di nostre pene,
Tingeva di rossor l'aure serene
Di vigore immortal tutto ripiene;
Folco, ma ratto a salutarlo viene,
Con bel volo di vele culiate e piene;
Appaltator di forestiere scene
Che di lontano mormorando viene;
Il Campidoglio ad abitar, sebbene
Sia de la pompa loro. Altri ne viene
Tu tra le veglie e le canore scene
Mal frenata la bocca, or qual conviene
Che di lontano mormorando viene,
Il Campidoglio ad abitar, sebbene
Duro e feroce le gentili schiene;
Terrestri deitadi ecco sen viene;
Ne le sale del ciel Giuno sen viene
può le due stelle lucide serene?
che di vivi tesor son ricche e piene?
la gola pareggiar, ch'erge e sostiene,
ch'esserne fin nele più interne vene
Velocemente a Tenaro sen viene,
per ogni torre in un giardin si viene.
con vie maggior difficoltà s'ottiene.
Il presentarvi ciò che vi conviene
La speranza del ben potete bene
ti farà fortunato infra le pene.
fian del'anima tua dolci catene.
idoli del tuo cor, luci serene
Figlio, dimmi poiché conviene
perché prendi piacer del'altrui pene?
fu il principio fatal dele mie pene.
Posciaché quindi le lombarde arene
sich'elle a tanto cumulo di bene
già nutriscon l'invidia entro le vene.
che custode importun la casa tiene
sempre di ferri cinta e di catene.
con lunghe spire per l'immonde arene,
se vederlo sapessi, a te ne viene.
bollon gli spirti e gelano le vene.
come buona raccor nuora conviene!
date a costei le meritate pene!
ecco duri flagelli, aspre catene.
ch'alzar gli fa le luci alme e serene.
Funeral pianta e tragica diviene
onde Frigia dipinti ancor ritiene
Con le sue dotte e vergini sirene
Amor pietoso a rinfrescarlo viene
coppe d'ambrosia e nettare ripiene.
del giardino d'Amor la vista ottiene.
il mistero, cred'io, comprender bene
dispensano del dì l'ore serene:
vaga donzella d'un garzon si tiene;
dopo'l tergo rivolge, a batter viene
Poi con tenaci e tenere catene,
chi la prende talor né la ritiene.
il calor dela crapula si viene,
ulularo per lei tragiche scene?
per lo mezzo del'aere al senso viene;
godere il bello e possedere il bene.
su per le membra a sviluppar si viene;
le laidezze del corpo adombrar bene,
Bacian talor lusingatrici oscene,
ma chi gusta i lor baci ebro diviene.
de' duo nudi campioni a premer viene,
pugna amorosa apparecchiati bene,
volge che porge il moto ale catene,
sol del foco del core abbia le vene.
serie di curvi fornici sostiene.
di belle macchie e di lucenti vene.
Ecco a picciole scosse a te mio bene
celebrar liete danze e liete cene.
Costei però, che n'arricchì l'arene,
scaturisse Elicona in larghe vene,
Venere con Adone in ciel sen viene,
del non trito camin le vie serene,
non sa senon trovar forme terrene.
se composto me'l dai, ne segue bene
La qualità di sua natura è bene
si varia ognor né mai fermezza tiene,
Ma questa tanta instabiltà le viene
mira Pirode poi, che dale vene
Anacarsi è colui, mira che tiene
per le campagne del suo ciel serene
spazi del'orizonte il mezzo tiene,
de' suoi tesori prodiga diviene.
ogni grazia, ogni onore ed ogni bene,
scogli muscosi e collinette amene,
schiere felici, onde per lui diviene
verrà dal fonte di sì ricche vene
le belle a fecondar galliche arene.
ma necessaria forza in sé non tiene
Cruda ministra di cordogli e pene,
propizia al male ed aversaria al bene,
Trema la terra istessa che'l sostiene,
sol intento a recarmi affanni e pene,
anzi ver me, con l'odio entro le vene,
sudan mill'altre a crivellar l'arene.
soffri e vivi felice infra le pene.
che la memoria del tuo sommo bene?
non si rompan più mai ceppi e catene.
porporeggiar le spaziose arene,
né rompa del tuo cor l'auree catene
la ferrata prigion che ti ritiene.
ma pur tacere almen non si conviene
sì salda in sé non serba e non ritiene
che'l nostro stato si confà sì bene
Di ceppi e ferri e carceri e catene
La fama intanto a dissipar si viene
le nutrisce, le move e le sostiene.
ch'ad usurparsi le non proprie pene
al'usato costume allor s'attiene
che l'un e l'altro fra tormenti e pene
ch'al dominio ligustico s'attiene.
Risponde Adone e fise intanto tiene
O dea, gloria immortal dele mie pene
orgoglio tal da tua beltà mi viene
auree cinte e maniglie, auree catene,
Cose che soglion far nel'altrui pene
mansuete e domestiche ne viene,
la controversia omai che vi trattiene
di forza, di vigor, d'asprezza piene,
scropolose di muscoli e di vene.
come del sangue al debito conviene,
di bei vasi di smalto ecco ne viene
balsamo oriental molt'urne piene.
qualche breve talor gioia s'ottiene
non volgi omai di torbide in serene?
da cui felice ogni influenzia viene,
dala figlia d'Ialiso, ne viene.
de' fini unguenti dala fama ottiene.
siché può di Corinto appo l'arene
fuggi del Nilo ale dilette arene,
la bella fiamma tua teco ne viene.
il Terror col Furor stretto in catene?
per l'istesso sentier dietro gli tiene
per abbracciarlo impetuoso viene.
se Marte o Cinzia fu non so dir bene,
duro groppo mi stringe e mi ritiene.
Ma per non raddoppiar l'acerbe pene
Indi per consolarla a lei sen viene
tante al'anima mia dure catene.
per legar e ferir con doppie pene,
le rilucenti pietre, ond'eran piene,
dele gioie la somma e dele pene.
per la riva scrivean sovra al'arene,
il numero vedea dele mie pene.
né vuol che quinci ale tartaree arene
che se dannata a quell'eterne pene
se'n quest'onde morir pur mi conviene,
innanzi ala cagion dele mie pene;
ma nel canape dà che preso il tiene.
Non dee vera virtù, né si conviene,
Vuolsi qui dimostrar ch'al'opre oscene
ricche del Gange e preziose arene.
le colonne e le basi insu l'arene,
risorge Olbrando dale molli arene,
al nobil vincitor pietà ne viene,
di quanto in essa adoperar conviene
le leggi per capitoli contiene.
meritò d'ottener l'amato bene.
Ambiziosa di cotanto bene,
Felice chiama e fortunata tiene
ché nel'estremità curva diviene,
Nè quei che dalle Maure aduste arene
Flagelli e quali imporre e quante pene
Origin loro, il lor svanito bene,
Se cosa qui proposta e al comun bene
Satán così s'aprìa fra rischi e pene;
Vasti mondi, o felici isole amene
Qui aurate poma pendono ripiene
Dell'umana progenie e solo bene
Saggio vantarsi sfuggitor di pene,
Nel suol felice fra selvette amene
Oh da Dio maledetto, oh d'ogni bene
Lo eternamente immobile sostiene
Benigno padre mio! Sì, d'ogni bene
Che di fè, d'innocenza e d'ogni bene
Dell'alme frutta il gustator diviene?
Com'esser può che d'un ignoto bene
Detti il giudicio profferì: - Tue pene