Rime di 'eco'

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meteco
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reseco
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tolteco
tricheco
triseco
usbeco
uzbeco
antispreco
interseco
ipoteco
neogreco
perieco
propiteco
radioeco
regaleco
zapoteco
cercopiteco
cinopiteco
guatemalteco
mesopiteco
nictipiteco
oreopiteco
rinopiteco
semnopiteco
sivapiteco
australopiteco
galeopiteco
paleopiteco

500 endecasillabi classici rimano con eco:
ch'io del proprio dolor mi doglia meco
e venga tante fiamme a portar seco.
che'l sonno, il sonno freddo, il sonno cieco
Così la dea che'n testimonio arreco
io io vid'io questo donzel ch'è meco
Stamane allor ch'ebro di sonno e cieco
un verde, ombroso e solitario speco,
ella finché'l ciel volse, albergò teco.
di fanciulli e donzelle andasti seco,
ma m'avidi che'l cor non era meco,
ed avea l'arco e le quadrella seco.
arsi e rimasi abbarbagliato e cieco.
del vin, che tolto a un navigante greco
e dal'ombre abbagliato e fatto cieco
Filora insu l'entrar del cavo speco
degni di comparir, ne menò seco.
e stimandoci ancor tra'l popol greco
Farò né più né men nel cavo speco
basterà che'l baston ch'io porto meco
A far però ch'ebro del tutto e cieco
su per sassi e per spine il tira seco.
fin dov'entra nel monte un cupo speco
Raro fra lor s'ascolta accento d'eco,
Muti qui sempre e quasi in carcer cieco
Nele viscere cave ignoto speco
fè sdegnoso appartar dal campo greco.
flebil materia al gran poeta cieco.
fra l'altre tutte di bellezza ha seco.
ed è lor capo un giovinetto cieco
larve ch'uscite del tartareo speco
Opinion s'appella e molte ha seco,
forse a più dolce suon non rispos'eco.
Suonano i baci e mai dal cavo speco
partir l'ore, i pensieri e i detti seco,
e gode o lungo un fiume o sotto un speco
tosto si sazia e'l pentimento ha seco.
Passion violenta, impeto cieco,
va passo passo ragionando seco.
mentre colui del sagittario cieco
il gran figlio d'Almena ed Ila seco.
e, fra gli altri guerrier delo stuol greco,
nulla diciam d'aver parlato seco;
s'a mortal precipizio io non la reco.
vogli tu, come credo, unirti meco,
occulto spettator, sorrise seco.
Amor de' furti lor dal vicin speco,
onde piombando in quell'arsiccio speco
Né Giove il volse in ciel, ma nel più cieco
Pallade, o saggia lei, quantunque meco
coglie il tempo a colpir l'occhiuto cieco.
e tuttavia dialogando seco,
dovunque più vorrai, ne venga teco.
Farò, ch'abbandonato il lido greco,
Offrono al nume faretrato e cieco
dove, in segno d'onor, del popol greco
V'ha poi templi ed altari, havvi Amor seco,
e per sentier caliginoso e cieco
occupate si stan nel cavo speco.
e gran famiglia di Nereidi ha seco,
e più che la fumea di questo speco,
- Tu ridi (disse il faretrato cieco)
Di sì fatte follie sorridea seco
V'accorse Clizio ed al soccorso seco
ch'ad appiattarsi in solitario speco
Così lupo ladron per l'aer cieco,
In tal guisa illustrando il mondo cieco
Venere bella si lagnava seco.
piagne i perduti sguardi e'n tutto cieco
brama non esser dio per morir seco.
Io solea spesse volte andarne seco
e quivi, al'ombra del mio sacro speco,
gran trastullo ei prendea di cantar meco
Aprendo l'uscio alfin del cavo speco,
e, quando al chiaro sol si trova cieco,
Smembra i compagni del facondo greco,
quanti la Fama e quanti il ciel n'ha seco,
mirando gli occhi tuoi, tornerei cieco.
chi m'aborrì, mentr'ebbi il lume meco,
oso sperar che m'ami orch'io son cieco?'.
Ma che? se per mio scampo io non ti reco
chi guiderà lo sventurato cieco?
Buona trave e fedel, vientene meco,
ond'ei smarrito e desperato e cieco
del suo fiero destin si lagna seco.
incitato ad armarsi, al campo greco
con faconde ragioni il trasse seco.
di Crindoro è compagno, anch'egli greco,
e di stretta amistà legato seco.
l'oro sepolto in sotterraneo speco,
siché chiusa la buca ei resti cieco,
tutti gli ordigni suoi ne tragge seco
dal fondo uscita del cimerio speco
e fa muta la gente e'l mondo cieco,
l'appar di Marte e si congiunge seco.
Nè men per sangue: eran congiunti seco
Con forte destra gli avversarj teco?
Nè veder mi concede all'aer cieco
Tanto la madre lor temea che il cieco
Audace non tentò divider seco.
Di sì fatte follie sorridea seco
occupate si stan nel cavo speco.
dove, in segno d'onor, del popol greco
Offrono al nume faretrato e cieco
Farò, ch'abbandonato il lido greco,
dovunque più vorrai, ne venga teco.
onde piombando in quell'arsiccio speco
Amor de' furti lor dal vicin speco,
occulto spettator, sorrise seco.
vogli tu, come credo, unirti meco,
nulla diciam d'aver parlato seco;
il gran figlio d'Almena ed Ila seco.
mentre colui del sagittario cieco
va passo passo ragionando seco.
Passion violenta, impeto cieco,
tosto si sazia e'l pentimento ha seco.
Suonano i baci e mai dal cavo speco
forse a più dolce suon non rispos'eco.
Opinion s'appella e molte ha seco,
larve ch'uscite del tartareo speco
ed è lor capo un giovinetto cieco
fra l'altre tutte di bellezza ha seco.
flebil materia al gran poeta cieco.
fè sdegnoso appartar dal campo greco.
Nele viscere cave ignoto speco
Raro fra lor s'ascolta accento d'eco,
fin dov'entra nel monte un cupo speco
su per sassi e per spine il tira seco.
basterà che'l baston ch'io porto meco
Farò né più né men nel cavo speco
degni di comparir, ne menò seco.
Filora insu l'entrar del cavo speco
arsi e rimasi abbarbagliato e cieco.
ed avea l'arco e le quadrella seco.
ma m'avidi che'l cor non era meco,
di fanciulli e donzelle andasti seco,
un verde, ombroso e solitario speco,
io io vid'io questo donzel ch'è meco
ch'io del proprio dolor mi doglia meco
ch'ad appiattarsi in solitario speco
Così lupo ladron per l'aer cieco,
brama non esser dio per morir seco.
Io solea spesse volte andarne seco
Smembra i compagni del facondo greco,
chi m'aborrì, mentr'ebbi il lume meco,
chi guiderà lo sventurato cieco?
Buona trave e fedel, vientene meco,
ond'ei smarrito e desperato e cieco
del suo fiero destin si lagna seco.
incitato ad armarsi, al campo greco
con faconde ragioni il trasse seco.
siché chiusa la buca ei resti cieco,
tutti gli ordigni suoi ne tragge seco
dal fondo uscita del cimerio speco
Egual speranza ed egual rischio meco
Mi tornano que' duo ch'ebber con meco
Tentar la stessa impresa e me con seco
Viver meco in eterno od io con teco.
Rabbiosamente mormorando, e seco
Per sè qualche fedel: cieco a te cieco
Ogni gentile e nobil grazia è teco
Riposta è in te; di tua costanza meco
Ecco schernita cadi; indi con teco
Di perderla piuttosto e perder seco
Di vigilanti cherubini è seco:
como solevi oprar, mename teco
conversa in serpe, o ver resta qui meco.
El conte lascia et sol la spada ha seco
Con più de l'ochio assai l'animo bieco,
Che Fiordispina ancor mi tenne seco
Che vuolsero pruovar l'armi lor meco ;
Po' hebber di gratia i' mi appagassi seco.
Te impegno la mia fe di venir teco,
Ma se m'enganni converrà che meco
Della casa di Dio fecero un speco
Che pria disposto havea menarla seco
Ov' egli andava già insensato et cieco.
Rispuose Zenodor con l'ochio bieco
Et che egli venghi et che egli meni seco
Comprò dalli corsari et portò seco,
Li desse il latte, che di figli cieco
Tre cavai sol potea ciaschedun seco
Signor, conte, marchese, e duca, bieco
Quel fanciulletto, ch'è dipinto cieco,
Io mi credea, ch' egli scherzasse meco,
feci io tutti tremar, mentre fui teco.
ché Bonaparte mio non è più meco.
Oziose in Italia odono l'eco
Con lei pregate, o donzellette, e meco
uno isparviere che 'l re Artù ha seco. -
Disse 'l barone: - A mente non mi reco
ché corpo uman non potrebb'aver seco
Diceva Salamon: - Or com'è cieco
nel mio palagio alquanto esser con teco:
se’ con quanta gente hai teco,
ché, se bisogna, fa’ che sien con teco,
quei di Moravia e di Canoria ha seco,
d'ogni scoglio che sia sopr'acqua o cieco,
legno per vento nubiloso e bieco:
e che il lasci provar le forze seco,
dicendo: “Egli è Clodin, l'animo cieco
che in ogni mio disegno ha sempre meco
si vede, e rimenar le gregge seco
quanto può ratto al più vicino speco.
di quel ch'io bramo più, ch'è d'esser teco,
per cui dolce m'è solo il mondo cieco?
e col breve poter che sarìa meco
forse avria di me luce il mondo cieco.
il britannico re biasmaste meco
e 'nverso i merti miei d'animo bieco,
che in più dritta ragione avreste seco,
Però, s'a voi parrà, qualch'altro meco
che sia invece di scorta all'andar cieco
poi il ragionare e 'l consigliarsi seco,
che 'l lassasse restare alquanto seco,
gli scioglie e fugge al suo nascoso speco;
gli occhi volge d'intorno e riman cieco,
avesse di veder s'altri era meco;
piangendo disse: «Se per questo cieco
se Brunetto Latino un poco teco
de l'animo, col viso, d'esser meco;
Quando fuor giunti, assai con l'occhio bieco
poi si volsero in sé, e dicean seco:
non t'incresca restare a parlar meco;
Se tu pur mo in questo mondo cieco
latina ond' io mia colpa tutta reco,
e tien la terra che tale qui meco
farà venirli a parlamento seco;
nel primo cinghio del carcere cieco;
che sempre ha le nutrice nostre seco.
le membra mie di là, ma son qui meco
Quinci sù vo per non esser più cieco;
per che 'l mortal per vostro mondo reco.
mi disse, «tanto che, s'io parlo teco,
Sì com' io fui, com' io dovëa, seco,
L'altro che segue, con le leggi e meco,
per cedere al pastor si fece greco:
di ciò, che sia tua sposa; e che tu seco
che per viltà nel cavernoso e cieco
gir a' suoceri suoi soletta, e seco
mi volsi per veder che gente meco
poi che indarno t'affanni. Io sarò teco
stringendolo a salvarsi, a non trar seco
ch'al tuo voler son pronto, e d'uscir teco
per tanti mari a tanti affanni teco
a l'indovino re chiedendo, seco
come ben meritò, l'ospite greco,
coi discesi da voi, tenete seco
per compagna rifiuti? E perché teco,
né che Menete del suo legno seco
la cumèa profetessa empiea lo speco
del mio viaggio e del mio esiglio, meco
ritrarre il frate, ed a vicenda seco
gli sembrasse, a la fin lo svelse; e seco
Ma se di ciò vi cale, itene meco
di sí gran mole, di sé l'empie, e seco
Ma poiché superar non puote il cieco
il grande Alcide. Avea Pallante seco
Mugghiò da l'altro canto, e 'l vasto speco
ne l'orrendo suo stesso e diro speco,
de le cose e del padre. A quei che seco
e 'n cenere converse? Ma chi meco
a la tua madre, che per esser teco
non è ch'io muoia, né per vincer, teco
fra le porte e le torri. Ite voi meco,
va la regina, ed ha Lavinia seco,
che turbasti l'accordo, e che poi meco
cosí qua giú ti manda a soffrir meco
autenticati sono, et io con seco.
T'affida forse il re malvagio greco
il qual da i sacri patti unito è teco?
sí ch'io non disponessi a l'aer cieco,
la patria e 'l zio fuggendo, andarne seco.
farò fiumi di sangue. Or tu sia meco,
e tratta l'armi mie per l'aer cieco.'
'Spera,' gli dice 'alto signor, ch'io reco
non poco aiuto: or Solimano è teco.'
Cosí i Franchi dicean; ma 'l duce greco,
'Perché morir qui?' disse 'e perché meco
Se ne la sua follia Goffredo è cieco,
Felice me, se nel morir non reco
Restine Amor; venga sol Sdegno or meco
o ritorni con lui dal regno cieco
sembra poi l'empia turba a l'aer cieco,
e l'alto sen le apria foresta o speco.
T'affida forse Augusto? Augusto il greco,
lo qual da' sacri patti unito è teco?
e fanciulla ed incauta osai gir seco,
la patria e 'l zio fuggendo a l'aer cieco.
e Fario, ed Alifan caduto è seco,
orbo fatto d'un tronco a l'aer cieco.
onde per facil via poggiando seco
a mezzo giunse de l'ombroso speco.
- Spera (gli dice), alto signor, ch'io reco
non poco aiuto: e Solimano è teco. -
Quinci per vie secrete oscuro speco
ond'ei, che sa le strade, a l'aer cieco
che solea sempre ne' perigli ir seco,
che tosto l'un fe' monco e l'altro cieco.
fisse il ferro a Fulcone; e del suo speco
- Giusta pietate è il non usarla or teco. -
per la visiera al giá latrante e cieco.
l'alma fuggía di Pluto al nero speco;
Tanto la madre lor temea che il cieco
Tra noi parti l'impero, ond'io con teco
Audace non tentò divider seco.
Quella che corre innanzi all'altre; e seco
L'inganno alfin conobbi, e d'ira cieco
Fuggii portando il mio rossor con meco.
Foran, ned io forse sarei qui teco,
N'avria l'illusa speme e il furor cieco.
(E l'alta sperïenza io viva reco)
Va pria la bella dea volgendo seco
Quanto contro lor mosse il livor cieco
E i venti sciolti dall'eolio speco;
O Belisario, che mendico e cieco()
Lascia che eroe novello accoppiin teco
Però se per davvero fosse cieco
Come potrebbe poi guardarci bieco?
Appeso alla parete come un geco
Dicendole un po' roco vieni meco
Come valesse meno di un copeco
Buone notizie raramente reco
Con le movenze d'un cercopiteco
Altrui comanda, a me non già; ch'io teco
questo avviso nell'alma, e fa che seco
a cui le navi con orribil eco
e Protenore e Clonio, e traean seco
D'Anemoria e di Jampoli van seco
capitananza; e ottanta navi han seco.
e ravviso con lui tutti del greco
le pieghevoli briglie, al par con seco
mio diletto Tidìde, a pugnar teco
il figlio di Tidèo. Stolto! ché seco
rapir mi possa, né portarlo seco.
di me pietade, e qui rimanti meco
l'esortano i Troiani. E un'altra io reco
volta la fronte, ed a salvar vien meco
di bel crine superbi, e rotar bieco
e lor divieta il venir oltre meco
tanto s'adira, ei no, quanto con teco,
sempre combatte. E qual cinghiale o bieco
dall'altra parte il capo, e n'andâr seco
Sorrise Giove, e replicò: Se meco
ribelle sprezzerà, pensi ben seco
dell'elmo mio la fronte. Oh fosse meco
Giove gli sguardi lampeggianti, e seco
or dona la vittoria. Orsù, vien meco,
armi lo vide, crollò il capo, e seco
e Desamena ed Amfinòma e seco
Scorrea nel mezzo la Discordia, e seco
Tutti, ciò detto, accomiatò, ma seco
gli sarà, spero, di provarsi meco
del favor degli Dei che sempre hai teco.
Ma nullo ha colpa de' Celesti meco
Caro germano, ad affrenar vien meco
stolto davvero ti parrei se teco
argicìda: Latóna, io non vo' teco
l'eroe Patròclo, e lo si porti seco.
sangue Troiani si consuman teco
non si volgea dicendo: Achille, io teco
Ma questa io non vo' darla, e dovrà meco
levossi Aiace Telamònio, e seco
i crudivori pesci; e in cavo speco
sclamò: Patròclo, non volerti meco
Così sclamava lagrimando, e seco
Grati d'Ulisse i sagrifici, al greco
E a lui diè morte nel cavato speco
Profetare in tal guisa, e il furor cieco
Tanta ricchezza riportando seco,
La patria e i miei quasi obblïando, teco
Selva ognor verde l'incavato speco
S'ornava e tutto rivestìa lo speco.
Che, qual ti scorgo, e d'un parer con meco
L'ospite nuovo ad onorar con meco
Tutta introdusse nel capace speco:
E Polifemo dal profondo speco:
Tosto che dietro a noi l'infame speco
E i diletti compagni adduci teco'.
Del teban vate, che, degli occhi cieco,
Non toccherebbe l'incavato speco.
De' compagni abbordando: 'O', dissi, 'meco
E innanzi divoravali allo speco,
Tirammo a terra il legno, e in cavo speco
Ma questi, da un ardir folle e da un cieco
Menelao scese, e non già sol: ché seco
Ed io non che altro, recherò con meco
Capiteresti: io non sarei con teco
Ma questi da un ardir folle e da un cieco
Quel forestiere, onde in colloquio io seco
E il fermò nell'Amniso, ove lo speco
Vestiti usasse, o alcun di quei che seco
Telemaco indi, e i due pastori seco,
Però il tuo nome non si spense teco:
E fuor di quel cespuglio oscuro e cieco
come di selva o fuor d'ombroso speco
e dice all'apparir: - Pace sia teco;
per un camin gran spazio oscuro e cieco,
avendo la spirtal femina seco.
il terzo giorno in un albergo teco
arriverà costui c'ha l'annel seco.
né de l'iniquo suo disegno meco
vòlse, o con altri, ragionar che seco.
E molte volte ripetendo seco,
e che non fu se non quell'atto bieco
di voler vendicarsene sì cieco
- Da che, donna (dicea), l'annello hai teco,
ch'io non le rompa il suo disegno, e meco
Di questo Orlando avea gran doglia, e seco
- Cor mio (dicea), come vilmente teco
che potendoti aver notte e dì meco,
brancolando n'andava come cieco.
sperando la donzella abbracciar seco!
mai non cessò d'andar, che giunse a un speco
E voglio la maggior gomona meco,
Gittar fe' in mare il palischermo seco,
Ma torniamo ad Angelica, che seco
ch'in bocca a veder lei fa l'occhio cieco,
e ritrovato nel montano speco
ha solo un occhio, e sguardo scuro e bieco;
il naso e la mascella, è fatto cieco.
con la vergine bella entro allo speco,
poi n'andò tra' pagani, e menò seco
un non so che, ch'ognun fe' sordo e cieco.
Per far ch'io passi, invan tu parli meco;
anzi vo al dritto a ritrovar lo speco.
Portòci alla sua tana il mostro cieco,
Di marmo così bianco è quello speco,
Quivi abitava una matrona seco,
e tutte queste donne che son meco:
pur che non ci scostian da questo speco.
né pace mai puon ritrovar più seco:
c'ho di salvarti, e tutti questi teco:
che senza te, mio sol, viver poi cieco.
e voi tutt'altri ne verrete meco,
di servitù, pur che ne venga meco,
de le rivali sue, ch'io viva seco.
farà ordinar, mentre è ancor l'aer cieco,
era quel cavallier ch'ella avea seco;
Bradamante gittò nel cavo speco.
quel pianto che lo fe' già quasi cieco,
S'in altro conto aver vuoi a far meco,
ma per costei non mi tener sì cieco,
O brutta o bella sia, restisi teco:
e trassene, credendo ne lo speco
ch'ella fosse sepolta, il destrier seco.
spinto di qua e di là dal timor cieco;
e Mandricardo se ne porta seco.
(la sua mercé) che sia Issabella teco,
fa che così legato vedi meco;
Non vòlse il cauto vecchio ridur seco,
là dove ascosa in un selvaggio speco
et a Ruggiero et a mill'altri seco,
e a tutto il mondo che la voglia meco. -
di forza e di saper, che vivea teco;
e tu rimaso in tenebre sei cieco.
ch'era d'aver continua guerra meco,
fin che la buona spada avesse seco.
quivi la notte e l'aer nero e cieco,
che lo pregò che rimanesse seco.
di varii cibi e di vin corso e greco;
né dubitar, ch'io sarò tosto teco '.
né de' famigli suoi vòlse alcun seco.
dinanzi al sole a fuggir l'aer cieco.
e qual dei duo signor l'avesse seco.
(il Greco le dicea) di viver teco,
Crescer più sempre l'appetito cieco
Ben sa che vuol venire all'atto bieco,
Pur discorrendo molte cose seco,
con quelli pochi servi ch'eran seco,
ch'era rinchiuso in quello angusto speco,
duo baril votâr pieni di greco,
ti seguirò, quando abbi il destrier teco,
ne l'alta luce e giú nel mondo cieco.
grazia, ch'in paradiso oggi io sia teco.
regno anima non vien, di' ch'io l'ho meco;
a quei che lo legâr nel cavo speco:
con guardo sì men de l'usato bieco,
fatti arrecar participaron seco,
sì che io mi fossi consigliato teco,
e 'l lungo pianto onde io son quasi cieco?
che 'l mio mal vegghi, e te ne dogli meco:
entro sicuro e vien Melissa meco;
che non ha né scudier né donna seco.
e ch'a tanta letizia io non son teco;
non già perché qua giú tu non sia meco.
ancor ch'avesse i tuoi fratelli seco?
d'esser d'accordo con Amon, che meco;
Costantin v'è in persona, e 'l figliuol seco
con quanto può tutto l'imperio greco.
non lasciò mai che s'affrontasse seco.
del medesimo sangue, e Iulia seco;
Damigella Trivulzia al sacro speco:
ch'Angela Borgia e Grazïosa hai teco.
et essi, se 'l suo re ponno aver seco,
speran di tôrre a lui l'imperio greco.
Sì che ben guarda e iudica con teco,
Perché contra al dover turbato èi meco.'
Ch'io vedo pur di certo, e non son ceco,
Li duo fôr turchi e quel di mezo greco.
Dicea il parone: - Il cel turbato è meco,