Rime di 'ede'

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vede
cede
chiede
crede
diede
diede
fede
lede
mede
mede
piede
prede
rede
riede
scede
schede
schede
screde
sede
siede
spiede
tede
tede
vede
vede
vede
accede
assiede
avvede
concede
concrede
dappiede
decede
discede
dischiede
discrede
disvede
divede
eccede
erede
incede
inchiede
iscede
lamprede
lamprede
malede
malvede
mercede
merzede
miscrede
ossiede
possede
possiede
precede
presiede
prevede
procede
provede
ravvede
recede
resede
ricede
richiede
ricrede
ridiede
ridiede
rimede
riprede
riprede
risiede
rivede
spossiede
sprovvede
stravede
succede
tragede
transvede
travede
treppiede
antecede
antivede
archimede
avampiede
ayurvede
buonafede
citarede
coerede
contropiede
copresiede
diserede
fuorisede
ganimede
intercede
intravede
intravvede
licomede
malafede
marciapiede
microschede
microschede
palamede
parapiede
passapiede
pressaschede
retrocede
riconcede
ripossiede
riprovvede
samoiede
sopraeccede
soprassede
soprassiede
sopravvede
sopreccede
sottopiede
sovreccede

500 endecasillabi classici rimano con ede:
ch'una sola fedele a chi le crede
instabile qual onda è la tua fede.
quella beltà ch'a torto il ciel ti diede.
né sorger né regnar più gli concede;
e debellato ed abbattuto il vede,
Amor caggia dal trono ov'egli siede,
farà di Costantin tremar la sede,
fiaccherà i legni e spoglierà di prede,
difensor del'Italia e dela fede,
dela fè d'Artemisia altrui fa fede,
de' principi di Caria eccelsa sede,
Polibote soggiace e poscia vede
tanto che possa poi, quand'egli riede,
e, se volendo ir a cercarlo ei crede,
Rotto alfine il silenzio, ella gli chiede
e per Bacco e per Giove ancor si vede
Arianna non conto e Ganimede
Spesso per grazia al'uomo il ciel concede
e dannosa e mortale a chi la chiede.
grazia ingrata a colei che la concede
Semai rivolgo dal'antica fede
per questi prati, ovunque poso il piede,
Astreo con quattro satrapi gli siede.
Presso, ma non del pari, innanzi al piede
torre il proprio retaggio al vero erede. -
Non dee giusta ragion di questa sede
Ma se quando dal male il ben procede
Al'inganno amoroso ardir mi diede
Io di vietato amor nefande prede
e di toccarlo e di levarlo ei crede,
anzi pur oltre il paladin procede,
e la palma, il trionfo e la mercede
perché di Cipro ad acquistar la sede
Ch'arditamente ad Amatunta il piede
il fatto accordo e la giurata fede.
schernì con ingratissima mercede
ma per quanto il pensier dentro ne crede. -
non sol per quanto fuor l'occhio ne vede
Semplicemente Adon gliela concede,
e con finto sorriso a lui la chiede
Stupisce l'altro e quasi apena il crede
e può felicitar chi la possiede.
non son, com'è la man, pegni di fede.
di farsene giurar libera erede.
Spera però, se novità succede,
impetrano in amor grazia e mercede.
e più ch'antica o servitute o fede
Quella la strada al peregrin concede
L'una di luci d'or, l'altra si vede
V'ha due porte maestre; al'altrui piede
ciò che manca corregge e ciò ch'eccede;
ogni lor parte essamina e rivede
chi dà legge alo sguardo e moto al piede,
d'altro lume maggior che non si vede.
fanno agli occhi però visibil fede
per genitore e genitrice erede.
(chi si sia questi io nol dirò) succede,
vota ancor serba la real sua sede,
Qualora il gioco in altro stil procede,
ch'altri prenda a giocar quelche possiede
Del gioco la ragion vuole e richiede
perché'ntesa a tentar col piede il piede
e, nov'arti volgendo, osserva e vede
Di Maia il figlio che vicin gli siede
gli usurpa il loco, ahi misero, né vede
mover non possa in una volta il piede.
dala contraria uscir l'altro si vede.
quasi in steccato ogni guerrier procede,
al'occhio lusinghier non ben dà fede,
e'n su'l primo apparir, perché non crede
Sta pur in forse Adon di quelche vede,
ed a colei, che l'avrà sempre, il diede,
dela sua reggia ala più eccelsa sede;
a mirar la beltà ch'ogni altra eccede
Poi la saluta e la cagion le chiede
e l'aria signoril che'n essa vede
In arrivando Adon, dal capo al piede
Spesso del pianto è la letizia erede,
segue la notte il chiaro giorno e riede
La calma ala tempesta alfin succede,
dagli altri duo la verità richiede
d'involontario error grazia e mercede.
un che pentito e supplice mi chiede
'Pari al candor del'armi è la mia fede'.
Un motto in lettre d'or l'è scritto al piede:
e, consolato assai di quel che vede,
alfin ringrazia il ciel che gli concede
Apena agli occhi suoi Sidonio crede
prova d'ardire e paragon di fede. -
Vedrai se movi a seguitarmi il piede
Sconosciuto è il fedel, nota la fede,
se pur malgrado lor l'anima vede
Ma che cur'io che quelch'altri non crede
fu degl'incanti miei la prima fede.
Questa donata ai vecchi aurea mercede
povero zappador ciascun mi crede.
ai rozzi arnesi, al rozzo andar che vede
libero trar del regio albergo il piede.
né, se non seco sol, mai le concede
Seguo colei che, come il core, il piede
riede la corte e la reina riede:
D'Eliopoli a Menfi, ov'è la sede
Sidonio, de' Fenici unico erede
Il mio gran genitor tutto possiede
- Sul mar d'Assiria infra duo porti siede
del fugace garzon novelle chiede;
ronzando intorno ir e tornar si vede.
ch'esce a quest'altra banda in terra siede,
drizza ver là dond'uscio'l colpo il piede
orbo rimane intutto e più non vede.
la chioma al vento ed ala fuga il piede.
timida di duo rischi, infretta diede
al'indegno mestier poscia si diede.
ma di vendette cupido e di prede
Questa sola desia, perché la crede
sì che di tante e sì pregiate prede
Di tutto ciò ch'ivi raccolto ei vede
poiché'n ciel non si trova, in terra fede. -
Ahi stolto è ben chi trovar più mai crede,
e, sicome colui che'l tutto vede
che del vaticinar l'arte possiede
Tuttavia d'or in or quanto succede
e seben d'anni e di laidezza eccede
poiché tutt'arte in lei quanto si vede
Soggiunge ancor che non dia punto fede
Ma nel'anel che Citerea gli diede
ristorarlo s'ingegna e gli concede
Lieta Idonia promette e perché'l crede
pose pur dianzi in su le soglie il piede
per lungo tempo oggi per me si chiede;
le possedute e ben devute prede,
non di Dodona ai sacri boschi il piede
non già di Delo i tripodi richiede,
Qui tace ed ella allor, che ben possiede
il foco e l'ostia ad apprestar si diede.
discinta e scalza del sinistro piede
che sempre a chi la spende indietro riede;
come colui che quanto vuol possiede,
ch'a tutti conseguir non si concede,
Portalo in pace e, come il tempo chiede,
Teco a me dimorar non si concede,
Consenti omai ch'io de' tuoi regni il piede
del vicin precipizio orbo non vede,
move notturno e malsecuro il piede
nel cor pugna col dolce. Il cor che crede?
a tant'amor mostrarsi, a tanta fede?
senza speranza; io chiederò mercede.
non l'abbandona mai, sempre il precede;
trovò posando in quella selva il piede.
quelche tanto gli mostra amore e fede,
che de' suoi spirti indomiti le cede
unicorno selvaggio, apena vede
Così qualor più furioso il piede
Segue un eroe che la cesarea sede
e le sbaraglia ed ha tai lettre al piede,
Animoso garzon poscia si vede
Non men che'l vero, il falso afferma e crede,
Si riduce a temer ciò che non vede
L'occhio aguzza pertutto e move il piede
sotto corporeo vel, che Ganimede.
ond'uom vivo giamai vi ponga il piede.
per favor singolar ti si concede.
adeguar, ch'adeguar non si concede?
a ragguaglio di quel ch'assai gli eccede,
se l'occhio al lampo di prestezza cede,
Sai ben di qual origine procede
poiché pur di sua stirpe è degna erede
Senno farà, se volentier le cede
vita de' nomi e di sestessa erede,
e più, quanto più cresce, acquista fede.
sempre avisa, riporta e parte e riede,
per vendicar, sicome il vulgo crede,
tanto più cerca, quanto più possiede.
sempre amor novo a novo bel succede,
che Giove istesso in qualche parte eccede;
pur tanta in ogni modo esser si vede,
la grandezza non è quant'altri crede,
ch'ivi al'ombra però giamai non cede,
di parte in parte a contemplar si diede
dove l'occhio il traea volgendo il piede,
che due cose in un punto a Mantoa chiede:
la montagna del ferro il nome diede.
nasce, e la Dora e'l Tanaro risiede
O senza essempio incomparabil fede!
in esseguir quanto giovevol crede
L'essercito real cauto provede
L'altra che con la libra in man si vede
è la Dottrina, ch'a chiunque il chiede
Tien due donne da' fianchi. Una che siede
ch'al paterno terren passar ti diede.
alata e tien sovr'una palla il piede;
ch'è cieca e d'un delfin su'l dorso siede,
vincer il sol, d'ogni altro tempo cede.
sol per un sol momento allor si vede
e del corso sublime arbitro siede;
Venere con colui che'l cor le diede;
movon citati al bel viaggio il piede,
starsi sola in disparte ivi si vede,
fia di Febo (risponde) albergo e sede.
e tal loco a ragion Vulcan le diede,
e in ogni scudo un simbolo si vede.
Ogni statua uno scudo ha sotto il piede
là dove nasce il Po morir la fede.
per la cui sceleragine si vede
fai dilettose e volontarie prede;
così l'alga Nettuno or ti concede.
farà'l mar dov'io nacqui eterna fede;
Dico il lieto paese, ove si vede
perché de' Calci il popolo le diede
e, trasportata a quella nobil sede,
Già cede al grillo la cicala e cede
imbrunir d'oriente il ciel si vede,
Ma già fugge la luce e l'ombra riede,
Cangia il cor, cangia l'alma albergo e sede,
Fansi in virtù d'un'amorosa fede
Godianci, amianci. Amor d'amor mercede,
sel reca in grembo e'n grembo al'erba siede;
tre volte e quattro a rasciugar gli riede.
tornar di caccia ed anelante il vede.
come l'esperienza altrui fa fede.
d'ogni lavanda la virtù si vede.
libero uscir per più d'un uscio il piede;
ala sua diva, e nuda anco la vede,
nudo si trova dala testa al piede.
non senza scorno il giovinetto cede
Chi ritrovar nele ricchezze il crede,
Ognuno il cerca, ognuno il brama e chiede,
Questi è quei, se nol sai, ch'altrui concede
giunse le destre e gl'impalmò per fede.
del'un e l'altro, in pegno di mercede,
a cui sol di certezza ogni altro cede.
Di quel senso gentil questa è la sede,
fregi al suo crin la Gioventù si vede.
seguelo il Sonno e mal sostiensi in piede.
lento ed agiato, e in ogni passo siede.
tratto l'abbia dal ciel, Vener gli chiede,
ecco Momo arrivar quivi si vede,
vanno a ripor le rugiadose prede;
di Narciso e d'Aiace a sugger riede;
squadra di diligenti api si vede,
ma dala forca insù quelche si vede
Spunta con torto e noderoso piede
Arbori estrane qui, se prestar fede
aperto il passo e libero concede
con la madre d'Amor rivolge il piede.
che ne fa chiara prova, espressa fede.
Non conoscer giustizia e romper fede,
dalo dio del'astuzie e dele prede
Ciò che del mentitor l'arte richiede,
t'ingemman tutti il pavimento al piede.
ciascun compagno tuo t'onora e cede,
ingorda a desiar ciò ch'ella vede
esperienza far dela sua fede,
quell'assalto importun ch'egli le diede,
la spoglia, inteso a due leggiadre prede;
con corna in testa e con caprigno piede;
e la casta moglier schernir si vede;
Reni, onde'l maggior Reno al'altro cede,
novi soli d'onor v'ammira e crede.
il prodigio tebano Arno rivede,
tra la plebe de' sensi altero siede.
e, dove il tutto regge e'l tutto vede,
e mentre ch'ei dele selvagge prede
e da molti scudier cinto si vede
Ed Atteone al Prologo succede,
Orgoglioso ei ne va che lo possiede,
Spesso in braccio gli corre, in grembo siede,
Erra il giorno con lui, la sera riede
e sospira e desia ciò che possiede;
per lei che finta imagine non crede;
e la propria sembianza entro vi vede;
a girne in parte ond'uom giamai non riede.
vederla astretta allor col proprio piede
che, veggendola viva, apena il crede.
con esso in grembo a Citerea sen riede,
le cadde a terra e le gridò mercede.
le ginocchia abbracciolle, innanzi al piede
In ciò che'ntorno ascolta, in ciò che vede,
Con cor tremante e con tremante piede
che spesso assisa insu'l leon ti vede,
o di Cartago la beata sede,
veder un drago, un garzonetto vede.
Non sa s'è sogno o ver, ché, quando crede
quanto al'un senso nega, al'altro crede.
s'appaga di toccar quelche non vede,
che di calcarle si vergogna il piede.
perché tante ricchezze in terra vede,
un rilievo vi fa, che non eccede,
qual in non colto ancor pomo si vede.
al sol degli occhi di bellezza cede,
poi tra Secchia e Panara io cangiai sede.
mille già v'ebbi un tempo e palme e prede,
il possessor, l'abitator, gli chiede.
e chi sia dela fabbrica che vede,
la sforza alfine ale soavi prede,
vuole e disvuole, or si ritragge, or riede.
la bocca e'l bacio e tre s'arresta e cede,
ala piaga del cor quella del piede.
Vinta la doglia è dal desire e cede
sich'ozio mai la signoreggi al piede.
Fugge per monti, né posar concede,
umilemente a rilambirle il piede.
scote la coda e saltellando riede
qui giunta a caso, il giovinetto vede.
per far tepidi bagni al bianco piede.
e qui la dea d'amor sovente riede
e quasi in nulla a memedesma cede.
questo publico onor le si concede,
che di bellezza ogni altra donna eccede;
qui la grana col latte inun si vede.
Ala neve colà la fiamma cede,
senon l'alto favor che mel concede.
più mi rivolgo ei tanto meno il crede.
decreto in quel ch'ogn'intelletto eccede,
Ecco ala volta sua drizzano il piede
e rotando colà dov'egli siede
Quand'ecco declinar la nube ei vede
Simile al vero il gran carro si vede
e, per cercarla, fattone due tede,
Ecco Cerere in Flegra afflitta riede,
è l'Innocenza e lacera la Fede;
Tradimento e Calunnia albergo e sede,
dela contrada e di lui stesso chiede.
pergolato di mirti, il pastor siede.
gioconda è sì, ch'altro piacer non chiede.
ma quella solitudine che vede,
Questo, che di bellezza ogni altro eccede,
vago fanciul del mio bel regno erede
Tu vedi là, dove di Siria siede
oh malcauto colui ch'ai venti crede.
il mar cangiossi, il ciel ruppe la fede:
né movon mai discompagnati il piede
con bel cambio tra lor d'amore e fede.
Ma'l tropp'ardito Adon, che d'aver crede
di fugace animal minute prede,
Fieramente leggiadro andar si vede
segue la destra man col destro piede.
e serbagli per lui che'l cor ti diede,
reliquie di dolor, pegni di fede.
è il pegno ch'assegnato ha Ganimede.
cosa non ha, ma vive sol di prede,
promette al vincitor spoglia e mercede:
per mostrar quanto folle è chi non crede
ch'ala forza d'Amore ogni altra cede. -
alma ch'avampa il suo bel foco vede,
che già strinser sì dolce Amore e Fede,
quest'è il dolor ch'ogni dolore eccede;
Sola sovente al bel giardin sen riede,
dove l'erba stampata ancor si vede
Parla ale piante sconsolate e chiede
ed a ben adoprar cauto procede
in un tempo con l'occhio il pugno e'l piede.
Ahi! l'orco sordo, ond'altri unqua non riede,
né mai rende Pluton le tolte prede
che s'accettar volesse aurea mercede,
Né trovar si poria chi farne fede
perch'ove bagna ala mia reggia il piede
Videlo ancor costei che tra noi siede
Ricerca il feritor, né sa, né vede
Al'avanzo de' miseri ne chiede
ma la voce tremante indietro riede
faranne quest'arena eterna fede,
rosseggiar tutta e biancheggiar si vede.
che pien d'umane e di ferine prede,
e la beltà, che più di fuor non vede,
a riveder nela memoria riede.
Il giovinetto, che'l compagno vede
tolto il vantaggio allor che gli concede,
e va, mentre rapir la palma crede,
questa da te riceve empia mercede
chi tanta gloria e tant'onor ti diede?
giungon ala magion di Licomede.
In quella parte inferior del piede,
quella ch'ai ferri, ale ferite cede
sovra un carro di chiocciole procede,
questa ha di verde limo algosa sede;
mentre, con lento andar, muovono il piede
secondo il proprio merito la sede;
e d'onor pari al grado altrui provede.
con l'alta sposa il gran motor precede,
e dala man che l'impeto le diede,
move, già rotto il laccio, in fuga il piede
Poi di ferro la man, di piombo il piede
e per la tesa fune andar si vede,
Viensi alfin con ardir ch'ogni altro eccede,
ma trafigger si sente anco dal piede.
Su'l vago piè si libra, e'l vago piede
con maestria, con leggiadria si vede
Or si scosta, or s'accosta, or fugge, or riede,
Camillo, ove il passaggio aperto vede,
Ma Cencio con la sua non gliel concede,
che dispicca un gran trotto e ne succede
Sinistrando il destrier dal destro piede,
Alto la staffa e coturnato il piede,
l'alta cagione onde'l mio mal procede.
ch'offender vogli pur chi pietà chiede,
che la pace mi nega e la mercede.
Ma, benché fusse d'un tal regno erede,
non s'appagò dela materna sede.
mostruoso, ammirabile e ch'eccede
ogni credenza intutto ed ogni fede.
La ritira in disparte, indi le chiede
del'onor maritale e dela fede
La sventurata, che da lui si vede
Ma su la poppa non veduto siede
Ultimi di ciascun mossero il piede
Bostange per età, per lunga fede
Ermo soggiorno; colà dentro il piede
Di costa ad AMEDEO l'Angelo siede,
Poi così cominciò: Prencipe erede
Fiero cotanto; indi moveva il piede.
Al Cavalier, cui se medesma diede;
Tu, ben ti prego, ad Ottoman fa fede,
Per la muraglia a passeggiar si diede;
Ed Alcimida movea seco il piede.
Farò memoria di sì gran mercede.
Sul fior de gli anni la paterna sede?
Qual difensor de la cristiana fede?
Vostro nobile voto or vi si chiede.
Questo commetto a la tua nobil fede,
Quì de gli assalti miei parte si vede.
Sferza di gloria a generoso crede
Cui del Sol luminoso a i raggi diede
Ha Dio con armi a sostentar sua fede,
Per alquanto di sangue ampia mercede
Sembiante fa, come di lui s'avvede.
Samo da non sprezzarsi, isola siede,
Argesto, e di lui nacqui unica erede;
Per usanza, la donna anco succede,
Il Re del Ciel da l'immortal sua sede,
Scelto campion de l'immutabil fede.
Umil baciava al gran nemico il piede.
Mentre de l'altrui vita acerbe prede
Prezïosa corona, ampia mercede
Indo bifolco, ove ripone il piede
Ch'a l'aer fosco del leon fur prede:
Umil baciava al gran nemico il piede
Che de la vita sua cura gli diede.
Ad una vil sua serva usa mercede:
De la scura beltà, che 'n me si vede;
Ed ei seguillo. Come seco il vede,
Come l'ebbe colà, spinta gli diede
Vicino al cavalier fermossi in piede
In verso il ciel de la tua nobil fede,
Per te di gloria a divenire erede
Come l'ebbe colà, spinta gli diede
Così veloce ad Ottoman sen riede,
Egli in foco sen va come la vede,
Tanto vogl'io, tanto Ebrain richiede
Non ingombri tuo cor vana mercede;
Onde non può tacer tosto che vede
Quegli occhi foschi, e disiosa chiede:
Se verginella al suo morir succede;
Ben pronta ad offerir l'estrema fede:
Una vergine a morte ecco si chiede
Nudrì più scelta, ove riponsi il piede
Fra lampi di smeraldo il fren si vede;
Di rubin sparsa, cui terribil sede
Un sol nemico, ognun di voi sel vede,
Ma non per tanto con volubil piede
Ma per la fuga lor, come si vede,
Vede colà, nè senza sdegno il vede,
Ella n'arrabbia, ed a tentar si diede
Ch'alcun nume celeste a noi ti diede.
Il grembo di colei, ch'a noi ti diede,
Che del bel di là su ne può far fede?
Tu, se riponi entro i Cilici il piede,
Con sì fatta possanza Amor mi diede,
Dille, ch'io mi morii, ma che mia fede
Il vicario di Dio ferma sua sede,
Certo tenor di non fallibil fede;
Poneva in via di precipizio il piede;
Tu se riponi entro Cilici il piede;
Tu, se riponi entro i Cilici il piede.
Ricercando AMEDEO ripose il piede,
Videro trasportarsi a strano erede.
Ove da' rischi si ritiri il piede?
Vada volando a la paterna sede,
Potran forse biasmare atto di fede?
Immantenente ecco Astragor sen riede
Cotal dell'egro cavalier succede;
Vanne colà, dove pietate e fede
Come s'Arturo al sommo ciel sen riede
Con tanto sforzo ivi serbar sua fede;
Al fin alto gridò: perchè non riede,
Io pur vedrollo; indi moveva il piede.
Altra volta fui posta in regia sede;
Solo Ebrain verso Sultana il piede
Ivi che piange e che sospira ei vede,
Qual commettesti tu, serbai tua fede;
Il vuole amor del tuo diletto erede;
Tosto che per mercè vergine il chiede,
Diramasi Chinese; altri, se il chiede
Fia la tua destra, del convulso piede
Larga otterrai del tuo lavor mercede.
Tacito pasco allor che te non vede
Purpureo stivaletto, onde il tuo piede
Il tranquillo marito immoto siede:
Queta e sicura; e d'improviso vede
Reca sul desco: egli ozioso siede