Rime di 'egno'

Trovate 70 rime per egno

degno
fregno
legno
pegno
pregno
regno
sdegno
segno
spegno
spregno
assegno
condegno
congegno
consegno
contegno
convegno
disdegno
disegno
dispegno
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indegno
ingegno
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limegno
ordegno
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rassegno
riassegno
rimpegno
rimpregno
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risdegno
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ritegno
sapegno
scongegno
sostegno
triregno
autoassegno
biancosegno
contrassegno
crocesegno
disimpegno
disinsegno
fededegno
honduregno
interregno
marchingegno
miniassegno
onduregno
panamegno
perdilegno
ricongegno
riconsegno
ridisegno
rodilegno
soprassegno
sottoregno
struggilegno
superregno
tirassegno
autoconsegno
centrosostegno
controassegno
ecuadoregno
gambadilegno
nicaraguegno
salvadoregno

500 endecasillabi classici rimano con egno:
fa che col sangue suo spenga il tuo sdegno. -
e, benché sia di divin ferro indegno,
ad esseguire il suo crudel disegno.
Così la vinse e non trovò ritegno
Son d'egual forza ed emuli nel regno,
stanno nel core e turbano l'ingegno,
Son due fiaccole ardenti Amore e Sdegno
il castigo del ciel ben giusto e degno
contro il distruggitor del mio bel regno.
al turchesco furor morso e ritegno,
ogn'intoppo gli accresce esca alo sdegno.
asta, spiedo o spunton non gli è ritegno.
abbi sempre a schivar pronto l'ingegno.
lo stringe, il bacia e l'accompagna al regno.
Sciolta è la balia e, conosciuto il segno,
come donasti il cor, rendere il regno. -
piacciati, prego, a questo servo indegno
ed occupar con tal inganno il regno.
per trovar via da disfogar lo sdegno
Vil pensier, rozzo cor, selvaggio ingegno,
ma di titolo d'uomo ancora indegno,
Principe e re non dirò già di regno,
i registri toccar del curvo legno;
con la cetra bicorne unico ingegno.
garzon lodato e d'ogni onor ben degno,
illustrar tanto il nostro oscuro ingegno,
segno mostrarne a cui si deggia il regno
cade qual mole suol senza sostegno.
regge il gran sacerdozio e insieme il regno.
Questi di doppio grado assai ben degno
e con vari argomenti usa l'ingegno
chi nela propria tenda e chi su'l legno,
Mentre a questo concorso ondeggia il regno
ond'a Venezia poi ricade il regno.
e partorisce intempestivo pegno
riconosciuto ad infallibil segno.
siché sarai per successor del regno
dal'oracolo istesso a por del regno
e chiedeano da me pur qualche segno
Ma poi qual per beltà fusse il più degno
Quel tuo sì pronto e sì spedito ingegno,
ad irritar de' sommi dei lo sdegno
- Prendi d'ardir sì sciocco il premio degno
sien poste a caso in animal sì degno,
infortuni e fortune a più d'un segno.
d'ogni complessione e d'ogni ingegno
non diffidi giamai costante ingegno
benché non scopra il combattuto legno
In quest'Egeo, dov'ha Fortuna il regno,
muta la forma, a lui promette il regno.
Scopre al suo vago con astuto ingegno
né di lui mi rimase altro ch'un pegno
vedova la consorte, orfano il regno.
cose qui consentir furore o sdegno?
nel'operazion del bel disegno.
Amor figlio d'un fabro, arte ed ingegno,
quell'empia ad onta mia sfogar lo sdegno.
se seco dee con ogni strazio indegno
caratteri e figure in terra io segno.
e vibrando con man verga di legno
ala vita cadente alcun sostegno,
gran ventura ottener, volgi l'ingegno.
ed a gran volo di spalmato legno
l'una offerta è d'amor, l'altra di sdegno.
se talvolta gli stami ond'han sostegno
mentre il girar con infallibil segno
Non bel concerto di dentato ingegno
fa guizzar l'asta ed accertar nel segno.
con l'altra il laccio tira e fuor del legno
ma tolga il ciel ch'io nulla aver con sdegno
Ben per la potestà di cui già degno
Or, senon son di mercé tanta indegno,
dela favella Adon ruppe il ritegno
ed onta ad onta accrebbe e sdegno a sdegno.
veduto riuscir vano il disegno,
ciò che non può l'amor, faccia lo sdegno. -
- Or con costui ch'è d'ogni grazia indegno,
Possessor del mio cor, nonché del regno
ch'altro amor non conviensi ad uom sì degno
Intenerisci il tuo selvaggio ingegno,
di saggia mente e di maturo ingegno.
Odi sano parer, consiglio degno
machinargli tra via qualche ritegno;
ch'unica luce e gloria è del suo regno;
del sospetto di Marte e delo sdegno,
non vuole a basso amor piegar l'ingegno.
né trovando di sé suggetto degno
Tu sarai di quel nome alto sostegno,
sì dal ciel favorito e fatto degno
O fortunato, o ben felice ingegno,
e di ceder a lei non pur del regno
Non si turbi però, né prenda a sdegno
Congiungerassi in nobil giogo e degno
erge a più eccelso inaccessibil segno,
per assalir questo superno regno,
Atlante, dele stelle alto sostegno,
rozzo lin, rozzo piombo e rozzo legno.
ricco di sua bellezza aver a sdegno
con la prigione altrui libera il regno.
e da' sospetti d'ogni oltraggio indegno
tra tanti flutti il travagliato legno.
or con forza reggendo or con ingegno
che d'ogni altro artificio eccede il segno
e di divin maestro alto disegno.
laqual confonde ogni creato ingegno,
a nessun crede e vuol da tutti il pegno.
è la Ragion, che con accorto ingegno
l'altra, che nel'industria e nel'ingegno
L'una con bei colori in tela o in legno
Ecco altre due sorelle e del Disegno
con un mantice alcun di vento pregno
ma di due rote ha sotto un altro ingegno
Alcun di lor, quasi spalmato legno,
che forte implica il mio dubbioso ingegno:
ch'altri di pervenir fusse mai degno,
saggia scorta mi guidi a quel gran regno
di felice vittoria e lieto regno.
ebbe lo stesso Enea presagio e segno
il mio battuto e travagliato ingegno!
Miser, di colpì tali ognor fu segno
io diedi forza al tuo affannato ingegno,
Sai ben che quando del mio patrio regno
tosto averrà che'n porto entri il tuo legno.-
Fa pur bon cor, tien la mia fede in pegno,
solo per poter poi con quel ritegno
dico la rete che con tanto ingegno
Oltre che d'acquistarsi ei fa disegno
lo stimerei di mia progenie indegno.
che, se non fusse il suo sottile ingegno,
Né dar potea sepolcro unqua più degno
nel cavo ventre del sonoro legno
ed ammirando il generoso ingegno,
tende Amor il lacciuol, tu se' il ritegno;
Tu se' il mio caro e prezioso pegno.
quanto puoi nel'amor puoi nelo sdegno.
perfida, orché non celi il lume indegno?
di rampognar, di minacciar fa segno:
quindi avampar d'un amoroso sdegno,
Van guizzando i delfini e lieto segno
quasi stanco nocchiero in fragil legno;
Solca la giovinetta il salso regno,
ch'intelletto divin, celeste ingegno
fondata abbia Ciprigna entro il suo regno
- Non pensar tu che senza alto disegno
mano ingrata e crudel, perché sostegno?
non suggerete voi sangue men degno.
il suo rabbioso e desperato sdegno.
umano spirto il mova, umano ingegno.
pur come a reverir nome sì degno
dove del nobil grado il rende degno,
non però senza scorno e senza sdegno
Così gli parla e'ntanto al sommo regno
come a curar non hai del patrio regno,
di consorzio divin sei fatto degno,
che cede vinta al'aversaria il regno.
ella nol mostra e col suo sdegno ha sdegno
languisco in amor sozzo, in ozio indegno;
di grave cicatrice impresso segno;
e le mie nozze e'l già concetto pegno;
senz'altro indugio un generoso sdegno,
teco trangugi l'innocente pegno,
cibo venir di sì vil bocca indegno,
cui più serva che moglie esser convegno,
e calvo e curvo e men che sasso o legno
'Ed io (l'altra soggiunge) un ne sostegno
Ancor di più: dissimuliam lo sdegno,
che commune abbia meco il nume e'l regno
Sì sì soffriam, che con oltraggio indegno
a te, candida mano, io la consegno. -
ecco, con questo bacio, ancorché indegno,
non men che stanco e travagliato legno
voi sol potete il mio battuto ingegno
Occhi, ov'Amor sostien lo scettro e'l regno,
Volto ala piaga poi l'occhio e l'ingegno
e tra le penne e'l ferro in mezzo al legno
Si svelle in questo dir con duolo e sdegno
Sconosciuto si sta nel patrio regno
poich'ha l'integrità pari al'ingegno
Paride ha nome, e non è forse indegno
poiché campò gran rischio in picciol legno,
affretta l'opra, agevola il disegno.
scorre l'antico suo paterno regno,
pon gli stromenti in opera e l'ingegno.
per dar effetto a quel ch'ha nel disegno,
rigido avesti il cor, fiero l'ingegno,
romper del crudo e procelloso regno;
fabro primier del temerario legno,
girne ad esporre il malconcetto pegno,
quant'ella già d'amore, arse di sdegno
accesa il cor di sozzo foco indegno,
dia quant'arsura al cor, luce al'ingegno.
e con la face sua, s'io ne son degno,
Ingiustissimo ciel, di lumi indegno,
simili apunto a quel ch'oggi il suo sdegno
Tiranni iniqui del'etereo regno,
n'andammo un dì, finché'l mio carro il segno
nel trincotto fatal giocando un pegno,
con quella rete ch'entro il curvo legno
Privo di tanto ben, rifiuto e sdegno
l'eterne gioie del beato regno.
per unirmi al mio ben nel cieco regno.
porti la luce tua di segno in segno,
negli alberghi del ciel non prendi a sdegno,
Udiste, o dei, del fiero il crudo sdegno,
Io'l so, che'l vidi, e parmi ancor ben degno
Io'l vidi e'l so, però che'l vago ingegno,
Chi sa se'l re del'amoroso regno,
spingendo di sua man l'acceso legno,
Forse ch'a me, com'a fedel più degno,
che mi fosti gran tempo arme e sostegno,
ti serba e, volto in remo o in curvo legno,
Piantato avean nel verde margo un legno
proposta in premio a qual de' duo quel segno
Sforzavasi ciascun con ogni ingegno
non più del crudo mar curo lo sdegno.
mentre m'appresto ad ubbidire al segno,
Peso dunque di voi sarà ben degno
e tal sia dela fabrica il disegno
e poiché la man vostra e'l vostro ingegno
io voglio al mondo pur con qualche segno
grata memoria ed onorato pegno.
s'altro mortal fu di tal grazia degno,
tosto che dela riva arriva al segno
ripiglia il remo e dà la spinta al legno.
Ponsi per dritto filo incontro al segno,
e, traendone fuora alato legno,
Lo squadra intorno e con industre ingegno
possanza accoppia ancor scaltrito ingegno
non avrà quella furia alcun ritegno,
ricorrendo al'astuzie, altro disegno
Sta coverto di ferro un uom di legno,
ch'esposto ai colpi altrui, bersaglio e segno
e s'affige ala base e gli è sostegno
e senon che strisciò raschiando il segno,
del primo pregio il colpo era ben degno.
Risponde il fier, colmo d'orgoglio e sdegno:
- Chi'l sol non vede è dela luce indegno.
prese, sfogando il già concetto sdegno,
a danneggiarla ed a turbarle il regno.
la ria costuma a cancellar del regno
che ben ebber cagion di giusto sdegno.
di civiltà, d'umanitate indegno
il mio gran zio che governava il regno
pianse di duolo ed avampò di sdegno.
felice inun di posseder ben degno
e la virtute ereditaria e'l regno.
Scita di sangue; per virtù d'ingegno,
Tanti, e sì fatti fur di ciascun regno
Come superbo, e che trapassi il segno
Povero d'ogni ben, fuor di sostegno,
Ma se non dassi dal superno regno
Cento faretre, e del nemico sdegno
Per cento spade è manifesto il segno.
Non scuro lampo di Perugia, degno
Ma dignissimo quì, dove sostegno
Ritrovai morte, ove cercarla è degno;
Il sangue se ne va senza ritegno,
Ch'a dimostrare altrui siccome degno
Fosse d'altiero onor, si fece segno.
Cigno sul caso di Fetonte indegno;
Però s'innaspra, e di mortal disdegno
Con volto irato e con gridar fa segno.
Or voi dell'ascoltar fatemi degno,
Ch'ei dovesse parlar fecero segno
Atto stimate d'ascoltarsi indegno
Ed affatica il conosciuto ingegno
Visto, ch'ella d'amar prende disdegno
Acerbo fu d'alcun demon disdegno,
Ch'ei torni in Asia tuttavia m'ingegno
Ma se tu la grand'alma empi di sdegno,
Numi possenti del tartareo regno,
Da qual possanza aspetterem sostegno?
Rodi fia de' tuoi giorni ultimo segno;
Ella così dicea: ma prende a sdegno
Pera Ottoman; vada sossopra il regno,
Perchè di sua pietà fossero segno,
Di salde torri io non vo' far sostegno
Nè per salute lor svegli l'ingegno?
Ora è ciò prova d'infernal disdegno?
Incontra me s'infiammerà di sdegno,
Ad opre oneste volgerà l'ingegno:
Ottoman venne a dilatar suo regno,
Ed ei vistala tal fece disegno
Nè par, che senza universal disdegno
Spegnersi possa un cavalier sì degno.
Ma fra color, ch'esercitar l'ingegno
Toccò più volte Periandro il segno,
Però di sì bello arco il fece degno
Di cotesto arco, ove leggiadro ingegno
Ei di sua propria man ti fece degno;
Su questi detti ad irritar lo sdegno
Caso dirò, che di tacersi è degno;
Ebbi per patria di Panfilia il regno,
Come affermarsi suol, credere è degno
Io certamente senza alcun ritegno
Non ben duolsi d'Amor l'umano ingegno
Così parlava, e che non stava a segno,
Saziate alquanto l'infernal disdegno.
Oggi vostra salute aggia a disdegno;
Come le strade de l'umano ingegno,
Mal fortunato lui; non ebbe ingegno
Ne sento incendio di mortal disdegno;
Fuggendo di matrigna empio disdegno,
Grandemente amerei nel caso indegno
Me destinando a vil servigio indegno;
Ottoman piango; ed ho nel cor disdegno
Ma pur Meandro e di Panfilia il regno
Là da' popoli tuoi senza ritegno
Da la spada real saldo sostegno;
All'omero ti fan molle sostegno.
Se mai s'accende ambizion di regno?
Coltivi ed orni il penetrante ingegno.
Fregio ed onor dell'amoroso regno
Col volo ardito del felice ingegno
All'omero ti fan molle sostegno;
Fregio ed onor dell'Acidalio regno
Cura lo infiamma. Oh depravato ingegno
Co' voli arditi del felice ingegno
Forse a nova con lei gara d'ingegno
Che, col pugno posato al fesso legno,
Di letizia e di festa a lei dan segno.
Di letizia e di festa a lei dan segno.
Di letizia e di festa a lei dan segno.
accesa il cor di sozzo foco indegno,
quant'ella già d'amore, arse di sdegno
girne ad esporre il malconcetto pegno,
fabro primier del temerario legno,
romper del crudo e procelloso regno;
rigido avesti il cor, fiero l'ingegno,
scorre l'antico suo paterno regno,
affretta l'opra, agevola il disegno.
poich'ha l'integrità pari al'ingegno
Sconosciuto si sta nel patrio regno
voi sol potete il mio battuto ingegno
non men che stanco e travagliato legno
Ancor di più: dissimuliam lo sdegno,
cibo venir di sì vil bocca indegno,
teco trangugi l'innocente pegno,
senz'altro indugio un generoso sdegno,
di grave cicatrice impresso segno;
che cede vinta al'aversaria il regno.
di consorzio divin sei fatto degno,
come a curar non hai del patrio regno,
non però senza scorno e senza sdegno
dove del nobil grado il rende degno,
pur come a reverir nome sì degno
umano spirto il mova, umano ingegno.
il suo rabbioso e desperato sdegno.
non suggerete voi sangue men degno.
Non pensar tu che senza alto disegno
ch'intelletto divin, celeste ingegno
Solca la giovinetta il salso regno,
Van guizzando i delfini e lieto segno
quindi avampar d'un amoroso sdegno,
di rampognar, di minacciar fa segno:
quanto puoi nel'amor puoi nelo sdegno.
Tu se' il mio caro e prezioso pegno.
ed ammirando il generoso ingegno,
nel cavo ventre del sonoro legno
Né dar potea sepolcro unqua più degno
lo stimerei di mia progenie indegno.
dico la rete che con tanto ingegno
solo per poter poi con quel ritegno
Miser, di colpì tali ognor fu segno
il mio battuto e travagliato ingegno!
ebbe lo stesso Enea presagio e segno
di felice vittoria e lieto regno.
ch'altri di pervenir fusse mai degno,
Alcun di lor, quasi spalmato legno,
con un mantice alcun di vento pregno
laqual confonde ogni creato ingegno,
or con forza reggendo or con ingegno
tra tanti flutti il travagliato legno.
ricco di sua bellezza aver a sdegno
rozzo lin, rozzo piombo e rozzo legno.
Atlante, dele stelle alto sostegno,
per assalir questo superno regno,
erge a più eccelso inaccessibil segno,
Non si turbi però, né prenda a sdegno
sì dal ciel favorito e fatto degno
Tu sarai di quel nome alto sostegno,
né trovando di sé suggetto degno
del sospetto di Marte e delo sdegno,
machinargli tra via qualche ritegno;
Odi sano parer, consiglio degno
di saggia mente e di maturo ingegno.
veduto riuscir vano il disegno,
dela favella Adon ruppe il ritegno
Ben per la potestà di cui già degno
Non bel concerto di dentato ingegno
mentre il girar con infallibil segno
se talvolta gli stami ond'han sostegno
ed a gran volo di spalmato legno
gran ventura ottener, volgi l'ingegno.
ala vita cadente alcun sostegno,
caratteri e figure in terra io segno.
se seco dee con ogni strazio indegno
nel'operazion del bel disegno.
cose qui consentir furore o sdegno?
vedova la consorte, orfano il regno.
né di lui mi rimase altro ch'un pegno
Scopre al suo vago con astuto ingegno
benché non scopra il combattuto legno
non diffidi giamai costante ingegno
infortuni e fortune a più d'un segno.
sien poste a caso in animal sì degno,
ad irritar de' sommi dei lo sdegno
dal'oracolo istesso a por del regno
siché sarai per successor del regno
riconosciuto ad infallibil segno.
ond'a Venezia poi ricade il regno.
Questi di doppio grado assai ben degno
cade qual mole suol senza sostegno.
garzon lodato e d'ogni onor ben degno,
con la cetra bicorne unico ingegno.
ma di titolo d'uomo ancora indegno,
per trovar via da disfogar lo sdegno
ed occupar con tal inganno il regno.
al turchesco furor morso e ritegno,
il castigo del ciel ben giusto e degno
stanno nel core e turbano l'ingegno,
Son d'egual forza ed emuli nel regno,
Così la vinse e non trovò ritegno
ad esseguire il suo crudel disegno.
Tiranni iniqui del'etereo regno,
nel trincotto fatal giocando un pegno,
Privo di tanto ben, rifiuto e sdegno
per unirmi al mio ben nel cieco regno.
porti la luce tua di segno in segno,
Chi sa se'l re del'amoroso regno,
spingendo di sua man l'acceso legno,
Forse ch'a me, com'a fedel più degno,
Sforzavasi ciascun con ogni ingegno
non più del crudo mar curo lo sdegno.
Peso dunque di voi sarà ben degno
grata memoria ed onorato pegno.
tosto che dela riva arriva al segno
non avrà quella furia alcun ritegno,
ricorrendo al'astuzie, altro disegno
la ria costuma a cancellar del regno
che ben ebber cagion di giusto sdegno.
di civiltà, d'umanitate indegno
il mio gran zio che governava il regno
pianse di duolo ed avampò di sdegno.
felice inun di posseder ben degno
Pensieri ir lungi dal proposto segno.
Il pallido nocchier di picciol legno
Il più sicuro ed ubbidito segno,
Dell'empio Faraòn pender sul regno
Onde lontan rifulse il bujo regno
Costrutte torri, nè sottile ingegno;
Ai colpi del Tonante il primo segno,
Alto nemico assai calmar suo sdegno;
Ma ben sarei di questo trono indegno
Imperterrito stette e d'alto sdegno
Mia prole a me presenti, amato pegno
Non più si mostrerà nube di sdegno,
Non faría tosto, e tutto aver a sdegno
Stato saria d'immortal vita pegno,
Di quell'arbore osasse, unico pegno
Or su v'impose, un di battaglia segno,
Risonate di lui. D'ossequio in segno
Che possano i Celesti avere a sdegno
Di quegli eccelsi titoli che segno
Di svegliato furor tremendo segno.
Questa rabida fiamma, unico e degno
Il Caosse, e del suo sconvolto regno
Compagno lor liberamente a sdegno
Scosser sull'ora fortunata; segno
Dallo schernito suo stolto disegno
Celebrato orator quando al sostegno
Chi sa? nè scopo de' miei voti indegno
Per te bramai, senza di te lo sdegno:
Questo bel frutto che un sì caro pegno
Che ti piacque formar per mio sostegno
Libertà procacciasti, il nostro regno
Sforzi di questo mio novello regno
Di debolezza e non di possa un segno.
Avrà di trovator sagace ingegno;
All'odio ed al furor diverrà segno
Acceso allora di paterno sdegno
Tanto provocheran di Dio lo sdegno
Gl'infedeli a punire, a render degno
ed è leggiadro, glorioso e degno
i’ non mi deggio partir da tal segno;
che non si può fidar di lor col pegno,
non prezzan nulla e cerca in ogni regno,
ma il ciel dimostra ben d’averli a sdegno,
senza testimonianza o senza pegno,
li niega, sto non dai buon contrassegno,
alle spese d’altrui in ogni regno;
Ogni virtude, scienza, ed ingegno
Nè dà perfezione a alcun disegno,
Eccetto che del suo superno regno,
Subitamente la fa suo disegno,
Se v’ è oro, o argento, o sottil pegno,
Acciò non si sommerga il fragil legno;
Scaccia di mente pure il rio disegno
Pietro si parte, e con turbato ingegno
Vanne, o alma felice, all’alto regno