Rime di 'ena'

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lena
lena
mena
mena
pena
piena
piena
rena
scena
schiena
sena
sfrena
siena
svena
vena
abena
affiena
affrena
alcena
alena
aliena
allena
amena
andrena
appena
arena
arena
armena
arrena
atena
avena
balena
barena
barena
bolena
camena
cancrena
cangrena
carena
catena
cecena
centena
cesena
cilena
difrena
dimena
direna
disfrena
dossena
dozzena
dracena
ebbena
euglena
falena
flittena
focena
folena
galena
gangrena
gardena
geniena
golena
gonfrena
infrena
inscena
irachena
lagena
leena
lesena
licena
lorena
maizena
malmena
marena
melena
mezzena
mitena
mittena
moena
morena
murena
nicena
nissena
norrena
novena
orbena
oscena
ozena
patena
payena
peniena
picena
pirena
polena
prossena
quindena
raffrena
ravvena
ricena
rimena
rinfrena
ripiena
rizena
romena
rumena
rutena
safena
sagena
scalena
scatena
scorpena
sderena
sdirena
sebbena
serena
sfirena
sibbena
sirena
slovena
sollena
strapiena
svelena
terrena
tirrena
tramena
turkmena
velena
venena
verbena
vermena
zigena
zighena
abaliena
altalena
amarena
anfisbena
angelena
apirena
asserena
avanscena
avvelena
barcamena
boccascena
cantilena
concatena
controscena
corifena
damascena
deidrogena
discatena
dopocena
endovena
fondoschiena
fuoriscena
giuggiolena
giugulena
inamena
incatena
irakena
laodicena
leonicena
macarena
maddalena
madrilena
malaghena
malaguena
malapena
marilena
messinscena
nazarena
nazianzena
neobalena
nondimena
nullamena
peloxena
pergamena
pirossena
polissena
quarantena
rasserena
retroscena
riavvelena
ribalena
rincatena
rinserena
santiaghena
saracena
sconcatena
semipiena
terrapiena
anfesibena
anfisibena
antiochena
cionondimena
controcarena
controcatena
copricatena
filoirachena
guardacatena
isochimena
monocarena
nulladimena
perispomena
tendicatena
tiracatena
ultraterrena
antiirachena
lepidosirena
properispomena

500 endecasillabi classici rimano con ena:
e Sifno che ferace è d'ogni vena
l'altra di busti e di sepolcri è piena.
forze raddoppia e Siro attigne e Rena:
il camin che t'adduce a nova pena!
a cercar altro lido ed altra arena?
malguidato pensier ti guida e mena?
altri lubrica conca in giro mena;
alcun mostro del mar preme ed affrena;
cantando a salutarla ogni sirena.
sottopon volentier l'ispida schiena,
dala fiorita e fortunata arena;
brilla l'aria pacifica e serena,
talor diffuso in preziosa piena
or fa degli orbi suoi rete e catena,
Spesso ala fronte candida e serena
bastò ch'avesse al piè ferrea catena
di gaudi tutta e d'allegrezze piena
Fu Barrin condannato a giusta pena,
Torni la mente omai chiara e serena
Che forze avrà questo campion? che lena
scusar il fallo o ricusar la pena.
Non vo', di morte degna e di catena,
e chiuse in atto comico la scena.
rimbombonne il teatro a voce piena
le fere arresta, anzi le sfere affrena.
mitigar del'inferno ogni aspra pena.
celeste cigno, angelica sirena,
che quasi occhio di vergine balena.
gemma più ch'altra fulgida e serena
tra' globi ognor dela volubil piena:
con oscura procella africo mena;
la mobil sempre e tempestosa arena.
a semedesmo è spettatore e scena,
e'l tesor vagheggiando ond'ella è piena
di navi e padiglion l'onda e l'arena.
Omai di Cipro è ricoverta e piena
nel bel reame tuo vita serena.
la spoglia corrottibile e terrena,
che tra' suoi ceppi l'anima incatena,
senza poter drizzarti insu l'arena.
rivolta al ciel la pancia, al suol la schiena,
desolata di popoli l'arena.
mesta a vedere e lagrimosa scena,
tese le braccia e le ne fè catena.
e stillando per gli occhi allegra vena,
Scherzando col torel per l'ombra amena
Scinta e scalza cantando a suon d'avena
Apre le sbarre e'l caro armento mena
che n'han dal bell'Adon notizia piena,
quivi Furcillo il ladro a tempo mena.
non nega ai falli mai devuta pena,
libero il corridor senza catena,
vuol dar ristoro al'affannata lena.
è più densa e frondosa, il passo affrena.
vien per la via ch'ala spelonca il mena
de' capelli d'Adon l'aurea catena
dela stagion più fresca e più serena,
de' fanciulli inesperti, in pugna il mena.
Prende un abito allor da quell'arena
pensa che se tra lor Fortuna il mena
e nela faccia e nela bocca piena
udita ei la cagion di tanta pena
dogliosi oggetti a risguardar mi mena
ché la gloria del mal temprò la pena.
m'alzò che mai godesse alma terrena
Come ciò fusse o se notizia piena
E non solo il lavor dela catena
a prima vista Adon non ben s'affrena;
né per averne l'agio a prandio, a cena
e di questa vital luce serena
Al'aspe egizzio ed ala tigre armena
Semino in onda e fabrico in arena,
caldo e fumante un'ampia tazza ha piena.
la gola al'agna e la trafige e svena
L'alta follia ch'a vaneggiar ti mena
corri precipitosa? Affrena affrena
Dove rotto ogni morso, ogni catena
trangugiando un singulto, apre la vena:
in queste note ala profonda pena
la tragedia crudel dela tua pena.
fatta è la fronte tua publica scena,
e la lingua degli occhi invan s'affrena.
la più morbida vita, apien fu piena.
fu la sollenne e sontuosa cena
vive altra gente ancor d'affanni piena,
ch'esser flagello a semedesma e pena.
così repente, in men che non balena,
ogni pompa e splendore, ond'ella è piena,
Come in superba e luminosa scena,
del gran fiume german limpida vena
Mira colei, ch'alluma e rasserena
per questa l'uom dala beltà terrena
con questa Amor, che l'universo affrena,
Dal gran centro del ciel lunga catena
e del bel guardo la licenza affrena,
È la vaga Luigia di Lorena.
sotto candido vel fronte serena,
magia del ciel ch'incanta ed incatena,
Violenza gentil ch'opprime, affrena,
porta di dura e rigida catena,
giovinetta gentil dietro si mena,
e di dispetto e di fastidio è piena
passa il suo volo e'l suo furore affrena;
sovra le stelle, il giunge e l'incatena;
a filo a filo per angusta vena
sempre agitata e prigioniera arena,
Tien divisa in duo vetri insu la schiena
anco un altro figliuol dela sirena
di Mergellina ala nativa arena.
il sonator dela sincera avena,
bagna lambendo il ciel l'aura serena;
tesse di bei meandri ampia catena,
guise si varia la volubil vena?
con cui sfogar del cor la dolce pena
e qui purgando la mia rozza vena,
Qui mi vivo a mestesso e'n quest'arena
donde nasce l'ardor, piover la vena.
e sento con favor pari ala pena,
Dividale, se può, libica arena,
In alme strette di leal catena
È ver che nulla il bel pensiero affrena,
Gira la vista allor lieta e serena
Al'importuno stuol che l'incatena
al'angue lusinghier l'aspra murena.
ondeggiando il delfin con curva schiena.
la smisurata e ruvida balena.
fa dele proprie infamie oscena scena.
avinta di durissima catena,
la sparsa chioma e rugiadosa affrena;
ride con giovenil faccia serena;
O diletto mortal, gioia terrena,
Sparse vive faville in ogni vena
or fa di dolci groppi ampia catena,
or la ferma, or la torce, or scema, or piena,
se sia filo o sia nervo, arteria o vena.
d'aromatici odor pioggia serena.
cade su l'erba e fiocca in larga vena
nele vigilie sue la bella Siena.
Fora di luce e d'or men ricca e piena,
quand'ecco aprirsi una dorata scena,
Erano i cari amanti entrati a pena
O tre volte mio cor, deh, prego, affrena
- Adon cor mio, mio core, omai serena
ché sempre in ogni prandio, in ogni cena,
dela gelosa dea, lo scorge e mena,
dela gente immortal patria serena,
dove non tuona mai, né mai balena,
del poggio altier, che volge al sol la schiena,
trarmi di sacro umor quest'urna piena'.
tentando il fondo del'interna vena,
bellezza corrottibile e terrena;
a lasciarsi legar con sua catena,
per cui soffre ogni cor tormento e pena,
Così doleasi, e copiosa vena
Quest'alma or che farà d'incendio piena?
reggia il lido ti fia, letto l'arena?
e là dove destin crudo ti mena
Così di Cipro ala nativa arena
e d'un delfino insu l'arcuta schiena
Dal carro, che con morso aureo l'affrena,
piove nettare puro in larga vena.
e su i lor capi una grand'urna piena
Questo purpureo umor, che'n larga vena
non è fascia, anzi è ceppo, anzi è catena,
- Lassa (l'altra dicea) che dolce pena!
il corso al sangue e può saldar la vena.
colsi quest'erbe, il cui vigore affrena
che non è chi la tien cosa terrena.
e di stelle gemmata arde e balena.
cerchia la fronte lucida e serena
ombra sempre tranquilla, aria serena. -
e molle abbiate e di salute piena
d'arco, di stral, di face e di catena.
sol una fascia che di cori è piena.
dov'altro mai di sua luce serena
uom, ch'oltre la caligine terrena
Com'esser può che l'esquisita e piena
quinci il famoso Nil fende l'arena;
stende le falde un'isoletta amena.
il pianeta maggior che'l dì rimena,
vomitato dal'acque, il corso affrena.
e, tra' giunchi palustri insu l'arena
Tutta la selva di scompiglio è piena,
chi la rete racconcia e la catena,
Altri il can che squittisce a forza affrena,
(gridò), qual fato a tanto duol ti mena?
conturbi del mio ciel l'aria serena?
In cotal guisa al'implacabil pena
mentre cerca alleggiarla, accresce lena.
si sforzan d'addolcir quell'aspra pena
che'l cor le strugge in lagrimosa vena.
perché tosto ne spiccia insu l'arena
di tepid'ostro una vermiglia vena.
il cumul tutto, onde la cava è piena,
a vicenda co' piè sviscera e svena.
i suoi vivi torrenti in larga vena
che tutto ignudo insu la molle arena
e, dando spirto al cor, sforzo ala lena,
Chi fier leon dal'africana arena,
chi l'orso bianco di Russia vi mena,
Chi d'Ircania o d'Epiro ala catena
L'ultimo è Dardiren, là nel'arena
la cui serpente e flessuosa vena
Garzon di crespo crin, d'aria serena,
furiando le gitta insu l'arena.
del'ampie spalle e del'immensa schiena
onde cadendo alfin, con l'ampia schiena
il membruto campion stampò l'arena.
svia con la palma il ferro e lo raffrena,
e la guardia gli afferra e gl'incatena
passandogli col piè dietro la schiena,
Nacque di padre trace e madre armena
Nominossi Armellino e l'ampia schiena
Rimorde il morso che con or l'affrena
sotto il peso che porta insu la schiena,
ficca un braccio le braccia entro l'arena.
giostrator nuovo. Un corsier falbo affrena,
Su la cresta del'elmo ha la sirena
e'l colpo uscì di sì gagliarda lena
Ma, tolto il vel che ricopria la scena,
ma dove ancor con affannata lena
e con legni e con ferri il mar affrena,
d'entrambo i capi l'un'e l'altra arena;
quasi in dura prigion l'onda incatena,
Ed indi gli trascorse in ogni vena
Sen va Pattòlo intra lucente arena
Torbido d'or con ammirabil vena;
Quì seco d'armi nove insegne ei mena,
Nè del Xanto rivide unqua l'arena.
Miseri noi! cui sole alba non mena,
Che non ci si minacci aspra catena,
Chi tra i confin de la minuta arena
Dio l'aspetto de l'aria apre e serena,
Ma ciascuna lottando il fianco allena,
La costui fiera man pietà non frena;
Certo la man d'Amore or quì ti mena;
Almen avrò da consolar mia pena;
Nè d'un buon Piccolomini s'affrena
Fuggo de' Turchi la crudel catena.
Fiera fremendo a questi detti a pena
Come sua furia scelerata il mena,
Ed ecco perturbar l'aria serena,
Corsi là dove il turbine mi mena.
Giunsi notando in su l'asciutta arena:
Trassi più giorni solitario in pena.
Acerbissima sì, ch'ella ti mena;
In su la fronte i suoi dolor serena.
Allor seicento ivi rauna appena
Brisacco novecento altri ne mena;
Intenebrato da la sparsa arena,
Ne la città; ma non rivolse a pena
Sotto freddo rigor d'aria serena,
Come sparge terror; quinci ripiena
Di stupor non usato i colpi affrena.
Come toro superbo in riva amena,
Sbranato da leon, con larga vena
Tal colui sanguinoso in su l'arena
Poi che disteso il vede, e su l'arena
Se non v'allenta al piè l'aspra catena
La gran destra di Dio che vi raffrena.
Che da lontano a guerreggiar mi mena
Mio libero voler su questa arena.
Che visto avea d'april l'aura serena
Destare i fior diciotto volte a pena.
Ricoprendo d'oblio la propria pena,
Ove furor contra il Baglione il mena;
Con adirato piè spargendo arena,
Condannaste a soffrir dura catena?
Per dissiparli quì su questa arena,
Ove viltate, ove timor vi mena?
Sarà men grave del morir la pena.
Ed a l'angoscia che a morire il mena,
Falbo di manto, e riposava appena
Ne la bella stagion, che 'l Sol rimena
Tu sul vago mattin presso l'arena
Mormorava nel cielo aura serena
Che la saetta era posata appena;
Ch'un duce venne, e ne venia con pena,
Bagna le guancie sue sanguigna vena,
Giù ruinando in su la terra appena
Ergendo il capo da la bassa arena
Poscia, che guerreggiando oggi ne mena
Misantropo risponde: omai t'affrena;
Non ogni volta ove bramiam ci mena;
Il monarca, che tuona e che balena,
Che de' piedi la terra imprime a pena,
Ragione aver da consolar tua pena;
Tra nemici aspettar dura catena,
Via più d'ogni Reina altra terrena,
Là, dove ardor di caritate il mena
Che suggendolo va di vena in vena;
Che il pelo a te rigermogliante a pena
Incauto amante a la sua lunga pena
Move sublime; e fuor ne mostra a pena
Che i peli a te rigermoglianti a pena
Incauto amante a la sua lunga pena
Ergesi altera; e pur ne mostra a pena
Compagni tuoi che, ministrato a pena
Fu il nobile vagito accolto a pena,
Da i nocenti vapor ch'Espero mena
Ti risponda premendo; e a la tua lena
Dotto di lei benchè nascenti a pena
De' capricci donneschi; ed a gran pena
vomitato dal'acque, il corso affrena.
il pianeta maggior che'l dì rimena,
stende le falde un'isoletta amena.
quinci il famoso Nil fende l'arena;
uom, ch'oltre la caligine terrena
dov'altro mai di sua luce serena
sol una fascia che di cori è piena.
cerchia la fronte lucida e serena
che non è chi la tien cosa terrena.
Questo purpureo umor, che'n larga vena
piove nettare puro in larga vena.
Così di Cipro ala nativa arena
reggia il lido ti fia, letto l'arena?
bellezza corrottibile e terrena;
tentando il fondo del'interna vena,
trarmi di sacro umor quest'urna piena.
dove non tuona mai, né mai balena,
dela gente immortal patria serena,
dela gelosa dea, lo scorge e mena,
Adon cor mio, mio core, omai serena
Erano i cari amanti entrati a pena
quand'ecco aprirsi una dorata scena,
Fora di luce e d'or men ricca e piena,
cade su l'erba e fiocca in larga vena
or fa di dolci groppi ampia catena,
Sparse vive faville in ogni vena
ride con giovenil faccia serena;
la sparsa chioma e rugiadosa affrena;
fa dele proprie infamie oscena scena.
al'angue lusinghier l'aspra murena.
Al'importuno stuol che l'incatena
Gira la vista allor lieta e serena
In alme strette di leal catena
Dividale, se può, libica arena,
donde nasce l'ardor, piover la vena.
con cui sfogar del cor la dolce pena
guise si varia la volubil vena?
tesse di bei meandri ampia catena,
bagna lambendo il ciel l'aura serena;
il sonator dela sincera avena,
di Mergellina ala nativa arena.
anco un altro figliuol dela sirena
sempre agitata e prigioniera arena,
giovinetta gentil dietro si mena,
porta di dura e rigida catena,
Violenza gentil ch'opprime, affrena,
magia del ciel ch'incanta ed incatena,
sotto candido vel fronte serena,
per questa l'uom dala beltà terrena
Mira colei, ch'alluma e rasserena
del gran fiume german limpida vena
Come in superba e luminosa scena,
così repente, in men che non balena,
ch'esser flagello a semedesma e pena.
fu la sollenne e sontuosa cena
la più morbida vita, apien fu piena.
fatta è la fronte tua publica scena,
la tragedia crudel dela tua pena.
in queste note ala profonda pena
Dove rotto ogni morso, ogni catena
corri precipitosa? Affrena affrena
la gola al'agna e la trafige e svena
Semino in onda e fabrico in arena,
Al'aspe egizzio ed ala tigre armena
né per averne l'agio a prandio, a cena
Come ciò fusse o se notizia piena
ché la gloria del mal temprò la pena.
dogliosi oggetti a risguardar mi mena
udita ei la cagion di tanta pena
pensa che se tra lor Fortuna il mena
Prende un abito allor da quell'arena
dela stagion più fresca e più serena,
de' capelli d'Adon l'aurea catena
vuol dar ristoro al'affannata lena.
libero il corridor senza catena,
non nega ai falli mai devuta pena,
quivi Furcillo il ladro a tempo mena.
che n'han dal bell'Adon notizia piena,
Apre le sbarre e'l caro armento mena
Scherzando col torel per l'ombra amena
tese le braccia e le ne fè catena.
mesta a vedere e lagrimosa scena,
senza poter drizzarti insu l'arena.
che tra' suoi ceppi l'anima incatena,
la spoglia corrottibile e terrena,
nel bel reame tuo vita serena.
Omai di Cipro è ricoverta e piena
di navi e padiglion l'onda e l'arena.
la mobil sempre e tempestosa arena.
con oscura procella africo mena;
tra' globi ognor dela volubil piena:
gemma più ch'altra fulgida e serena
che quasi occhio di vergine balena.
celeste cigno, angelica sirena,
mitigar del'inferno ogni aspra pena.
rimbombonne il teatro a voce piena
Non vo', di morte degna e di catena,
scusar il fallo o ricusar la pena.
Torni la mente omai chiara e serena
Fu Barrin condannato a giusta pena,
di gaudi tutta e d'allegrezze piena
bastò ch'avesse al piè ferrea catena
Spesso ala fronte candida e serena
or fa degli orbi suoi rete e catena,
talor diffuso in preziosa piena
brilla l'aria pacifica e serena,
dala fiorita e fortunata arena;
sottopon volentier l'ispida schiena,
cantando a salutarla ogni sirena.
alcun mostro del mar preme ed affrena;
altri lubrica conca in giro mena;
malguidato pensier ti guida e mena?
il camin che t'adduce a nova pena!
chi la rete racconcia e la catena,
conturbi del mio ciel l'aria serena?
In cotal guisa al'implacabil pena
si sforzan d'addolcir quell'aspra pena
perché tosto ne spiccia insu l'arena
di tepid'ostro una vermiglia vena.
il cumul tutto, onde la cava è piena,
che tutto ignudo insu la molle arena
Chi fier leon dal'africana arena,
chi l'orso bianco di Russia vi mena,
Chi d'Ircania o d'Epiro ala catena
la cui serpente e flessuosa vena
Garzon di crespo crin, d'aria serena,
furiando le gitta insu l'arena.
del'ampie spalle e del'immensa schiena
il membruto campion stampò l'arena.
passandogli col piè dietro la schiena,
Nominossi Armellino e l'ampia schiena
Rimorde il morso che con or l'affrena
Su la cresta del'elmo ha la sirena
ma dove ancor con affannata lena
quasi in dura prigion l'onda incatena,
Altro fruttar ci può che eterna pena?
Spaventevol caduta. Aveva appena
Sembianze e forme, ogni beltà terrena
Ove il fragor della licenza oscena,
Monumenti famosi, eretti appena
La nostra somma inaccrescibil pena;
Ecco il consiglio mio. - Finito appena
Innato mio nemico, uscito appena,
Di procellosa nube il sen ripiena
Che non è mar nè fermo suol: con lena
Giustamente accusar, qual se catena
Per la mia man del tuo vigor ripiena
In sè rinchiude e del Caosse affrena
Non è simìl, ma sfolgorante e piena,
Torreggian sopra, e sull'agreste scena
Per un intero dì, montagna amena,
Lucido firmamento. I lumi appena
Tutta de' suoi color sgorga la piena,
Esser non può lassù, ma sol la piena
Entrar vegg'io di tua terribil pena.
Alto brandito ad ambe man con lena
Da sè ti scaccia: vanne, e teco mena
Egli, dal crudo agon scampato appena,
Queste ambigue parole ei disse appena,
Tutta versò de' raggi suoi la piena,
Pendongli l'arco e la faretra piena
Su quella ciurma rea scagliar la pena;
Trar con seco ti possa, e di sua pena,
Così parlò l'Onnipossente appena
Di non cadere e d'evitar la pena
Uom romito goder? Qual gioia piena,
Di vendetta il desìo dove non mena?
Incapaci, quai siam, di morte e pena,
Il fatale misfatto udito appena,
Non men d'Eva confuso, Adam con pena
Larga versâr dagli occhi amara vena,
Sul fallo suo la meritata pena,
Poi con robusta infaticabil lena
Chiusi in quel tetro carcere, tu piena
Ti credi a sostener l'orrenda piena
Brami la morte, e la prescritta pena
Ne diè natura. In orïente appena
In balìa dansi ed han condegna pena
Altri le lucid'armi, ed altri affrena
Dato gli sia. Colà rinchiuso appena
Cinto d'umana carne ei la tua pena
Quegli altri dua non prendevon lena;
apparecchiare e ordinar ch’e’ cena,
com’egli avéno ordinata la mena.
Come già nella deserta arena
Che per voler di tua grazia serena
se non ch’ ho la casa di moneta piena,
Piange el pudico petto e non raffrena
oh lassa a me, che ’ntollerabil pena
Brancolando qual huom che è senza lena
Col scudo che in man tien, sul capo mena,
Et po' alli due impaniati una catena
Tutto racoglie et rimette in sua vena
La donna, che di gran malitia è piena,
Perch' Amor legò lei nella catena
Da quel voler col qual Amor la mena,
Era sì vechia che parlar a pena