Rime di 'ende'

Trovate 161 rime per ende

bende
bende
blende
fende
fende
mende
mende
pende
prende
prende
rende
scende
sfende
spende
splende
stende
svende
tende
tende
vende
accende
addende
agende
ammende
ammende
appende
apprende
arrende
ascende
attende
aziende
aziende
calende
chiudende
chiudende
commende
commende
comprende
contende
crescende
depende
deprende
difende
dipende
discende
dispende
disprende
distende
emende
estende
faccende
fazende
fraintende
fraintende
haciende
impende
imprende
incende
intende
legende
leggende
merende
misprende
molende
molende
morende
mulende
nubende
offende
orrende
ostende
pechblende
pechblende
perpende
polende
portende
prebende
pretende
profende
propende
prostende
protende
provende
provende
pudende
pulende
raccende
rapprende
riaccende
riappende
riapprende
riascende
riattende
riestende
rifende
rintende
rioffende
riprende
riprende
rirende
riscende
rispende
risplende
ristende
ritende
rivende
scoscende
sorprende
sospende
sottende
stringende
stupende
transcende
trascende
tregende
tremende
vicende
acquapende
autospende
componende
compravende
condescende
condiscende
corrigende
costituende
decrescende
disapprende
disattende
discoscende
disintende
erigende
intraprende
istituende
orneblende
orneblende
percipiende
recipiende
reggitende
reprimende
retrovende
reverende
ricomprende
ridiscende
ridistende
ripretende
risospende
sopraintende
soprapprende
sopraspende
soprattende
soprintende
sottinende
sottintende
sovraintende
sovrintende
vilipende
accondiscende
autodifende
autosospende
copripudende
interdicende

500 endecasillabi classici rimano con ende:
or di desire, or di furor s'accende;
doppio peso conforme, in dubbio pende;
mentre a prova con quel questo contende,
sciagure e mali in due battaglie orrende?
quai l'Europa da voi, quai l'Asia attende
Tritone intanto che'l disegno intende
Ma di trovarlo un tal desir l'accende
Sinistro augurio allor Venere prende
Vela d'ondoso crin le braccia e stende
In stranio innesto si commette e rende
Fuor del gorgo prorompe e in alto ascende
altra agli orecchi due lucenti appende
altra di rose a sovraporle intende
Poiché perfette ognuna esser comprende
quasi largo torrente al sen le scende
or i suoi lunghi tratti a terra stende;
qual corona dintorno aurea risplende;
da cui sonoro avorio al fianco pende;
poco sotto il ginocchio il lembo scende;
la vesta e di fin or fregiata splende;
tanto s'aguzza più, quanto più scende;
da linea sì gentil che non offende;
tra guancia e guancia un bel profil si stende,
con discorde parer tra sé contende,
intenta aprova e curiosa pende;
nela gran piazza le novelle attende;
L'anima mia, cui miglior brama accende,
e regnando talora anco si prende
Quanto s'inalza più, più d'alto scende
Fortuna, ch'altrui dona e toglie e rende,
così lo stato uman varia vicende.
lo spietato Ottomano a forza il prende.
sovra questo tra noi non si contende
tacitamente acconsentir s'intende. -
(ripiglia Amor) né tua ragion difende.
quel colore abbandona e questo prende.
curvo in giro e lunato il salto stende,
come gli altri l'arringo unqua non fende,
sovra il quadro un triangolo si stende,
che'l cavo dela man per mezzo fende.
dala percussione in alto ascende
e quel pungente stral che'l cor l'offende
Con un sospir tremante ella la prende
A questo dir la bianca man le stende
quasi in due lunghe corna al tergo scende.
con spessi avolgimenti attorte bende.
che'n largo cerchio intorno si sospende,
a cui largo dagli occhi il pianto scende
ma Sidonio la man forte le prende
Così dice e tremante il braccio stende,
e'l brando oppon contro il baston che scende
senza indugio, il peloso intanto prende.
dal terzo strale il cavalier difende.
per chiarirsi del ver, Sidonio scende.
seguito sia per sua cagion comprende.
come la cosa stia non ben intende
fin al bellico il bottoncin distende;
sgonfio su le ginocchia il ventre pende;
adunco il naso che'n su'l labro scende;
amor che'n gentil cor ratto s'apprende.
e vidi ch'egual cambio alfin ne rende
Vermiglia fiamma il lucid'elmo accende,
dela Vendetta il simulacro splende,
In cima al'ara con sembianze orrende,
veder ben può, sì chiaro il lume splende,
quasi linea d'argento il tratto stende;
una corda di luce in terra scende
Con la manca nel mezzo il nervo prende
e'l cordone ha di seta e tutto splende
Va tra' nemici Armillo e l'arco tende
treccia forte e tenente attorce e stende
tronca quell'or che sovra l'or risplende;
uso imitando, infin al sen gli scende,
chi degli unguenti i bossoli le prende.
fura gli arnesi ed a trattargli intende.
fiede di rose e lievemente offende.
Benché legato ei sia, pur si difende
e tuttavia con la man bella il prende
Gli s'asside da lato e gli distende
di chi langue d'amor pietà non prende. -
non è qual sembra, anzi d'amor s'accende.
torna ov'Idonia il suo ritorno attende.
solleva il grido che sotterra scende
di viva serpe il morto corpo offende.
la donna spirital disdegno prende,
Ella di fosche nubi e fosche bende
onde lasciate le vivande orrende
Ma dala maga che dal ciel discende
mal vostro grado un più bel sol mi splende.
- Ombre cieche (dicea) tenebre orrende,
ma come il meglio può sene difende.
non si piega agli assalti e non si rende,
apena creder vuol quelche n'intende,
la trova, la cagion ben ne comprende.
Idonia v'entra che'l successo attende
starsi la fata a saettarla scende.
onde fin colaggiù dov'egli intende
per una scala a chiocciola discende.
e chiuso il tronco, ei che'l camino intende,
la vagina non tocca e'l ferro offende.
come folgore suol che, quando scende,
la tua fedel ch'a compiacerti intende.
di quelche fai talor chi non t'offende,
precipitoso baratro si fende,
s'incurva un arco, che ruina e pende
al monte il manco lato apre e scoscende,
e quelch'avenir deve a spiar prende;
scoprir qual fin dal viver suo s'attende.
di qual sesso si sia non ben comprende
e dal'altrui rigor rigore apprende.
ed havvi il sol, cui sguardo iniquo offende
per abbracciarlo, alfin delusa il rende.
credendol Marte, in quel passaggio il prende
d'un grado in altro ala celeste ascende,
annoda altrui soavemente e prende;
di bel diamante innanellata pende;
pari al guardo ed al volo il grido stende,
poggia de' tetti e fra le nubi ascende;
poi s'avanza volando e forza prende;
vassene avolta in tenebrose bende,
in cui l'effigie sua ben si comprende,
cotanta in lei d'onor luce risplende.
come si possa amar cosa ch'offende.
Venga a mirar costei chi non intende
il tutto annoia, ove beltà non splende:
ch'innebria sì, ma senza offesa offende.
fere ov'arriva e ciò che tocca accende;
quante squadre rubelle a terra stende?
gli disserra le porte e gli si rende?
de' nemici dispersi e gli sorprende.
per difetto di polve alfin si rende.
ma, poich'assai resiste e si difende,
groppo misterioso al collo appende.
e, d'un aureo monil ch'al petto scende,
senza ferro estirpar le teste orrende,
fra tante cure sue posa mai prende.
con qual valor la sua ragion difende,
travaglia, Etolo il dardo a lanciar prende;
Bige l'aratro che la terra fende;
del mel, del latte ala cultura intende;
Ma vedi ancor coppia di furie orrende
vedi l'Onor ch'a coronarla intende
Vedi la Gloria che qual sol risplende,
dal sol toglie la luce, al sol la rende.
dagli altrui raggi illuminata splende,
se'l parlar degli augelli anco s'intende?
Nela scola d'Amor che non s'apprende,
inerme ancora e mansueto intende,
ama, e foco guerrier nel petto accende,
dove il bianco corsier su'l rosso splende.
Ma mentre appresta il calamo ed intende,
ond'ai figli del'acque ordisce e tende
Così ragiona e'ntanto attorce e stende
per più farla morir, vita le rende.
Amor che la saetta e che l'incende,
tal è quel sol ch'agli occhi suoi risplende.
lo strale indora Amor, la face accende,
giuro, e per quello stral che'l cor m'offende,
nele scaltre repulse i baci rende.
ma mentre si sottragge e gliel contende,
d'indiche fiamme il vivo latte accende.
e dela bianca man, ch'ad arte stende,
le sue forze pertutto e tutto il prende.
questo, con atto universal, distende
le cose irriprensibili riprende.
la cui calunnia con maligne emende
e del suo foco i freddi numi accende?
senon perché sott'acqua a nuoto scende
l'anima al gran principio, ond'ella scende,
altrui sovente il desir vago incende,
foco deriva e'n gentil cor s'apprende
e tra le piume la dispiega e stende.
per le cortine in giro ei la sospende
men la bocca che gli occhi avido intende,
l'altra spesso obliando, intento pende
presso quell'esca, onde la vita ei prende,
la terra e novell'abito riprende.
vicine omai del dolce parto attende,
il nascimento effigiato splende.
Ha la radice, onde deriva e pende,
Larga ha la base, e quanto più si stende
Dale fauci al palato in alto ascende
il cambio del piacer si toglie e rende.-
siché, mentre l'un dona e l'altro prende,
I primi raggi lor la Grecia attende,
e con quel lume, onde virtù risplende,
Per queste lor reciproche vicende
Lo sfidator non cessa, anzi gli rende
Volge le chiavi, i nervi tira e scende
Arrossisce il maestro e scorno prende
Serpe la voce tremolante e rende
fiato che, mentre inver le fauci ascende,
Del bianco collo il lungo tratto stende,
se l'esca non è d'or, l'amo non prende.'
qualor uom ch'ama a bella preda intende,
perde il tempo ciascuno e nulla prende;
in vece d'asta, ad una freccia appende.
svelle una ciocca e lungo fil ne stende
ma stillato per gli occhi in pianto scende.
o se pur piaga fa, sangue non rende,
poiché per vie non conosciute offende.
ché dela ninfa Maura Amor l'accende.
quegli è il corrier di Giove e'n terra scende,
L'occhio, com'ape suol, che coglie e prende
e di quant'ella vede e quanto intende
Per l'occhio passa sol, per l'occhio scende
qual corpo sublunar, varia vicende.
loqual pertutto il suo calor distende;
volgesi agevolmente, or poggia or scende,
sestesso insu quel cardine sospende,
la caccia e nova effigie il palco prende,
da' gemelli al centauro il tratto stende.
lo cui candor che'l ciel per mezzo fende
di polito cristallo il giorno prende
preme e col bell'Adone in alto ascende.
che di mezzo al cortil gli archi distende,
la dea che l'ama ancor, pietosa il prende,
ma mentre ingiù trabocca e in aria pende
Per trarsi poscia a precipizio, ascende
con larghissima usura il guardo rende.
dal prato, a cui più che la man non prende
Il pianeta volubile che splende
Agitato vacilla, or lascia, or prende
Vago è del bello e di leggier s'accende
'Deh, per le cerimonie (a dir le prende)
e col bel crin che fin a terra scende,
Innanzi al divin piede allor si stende
la traggo a volo ed ella meco ascende.
per vietarmi il partir pugna e contende.
fuor dela cuccia, ed ella a me s'apprende,
Ma, seben risoluta al'opra intende
senon sol quanto agitatrici orrende
E, così detto, l'una e l'altra prende
le riconduca, a Zefiro le rende
già già le tempie ad imbiancar gli scende.
con varie merci a traficar intende
e quanto brama ad esseguir m'accende.
contumace beltà pugna e contende.
l'orgoglio e'l fasto a raccontar mi prende
bella è detta quaggiù, bellezza prende,
innanzi al sole, emula al sol risplende.
per cui d'amore il terzo ciel s'accende;
cui l'amata beltà bacio non rende.
né con vero piacer bacio si prende,
E dal titolo suo ben si comprende,
e di gemme stellata avampa e splende
Corona tal, ch'altrui la vista offende,
Quella al balsamo ebreo la scorza fende,
Qual dala spina sua rapisce e prende
Vanno ove Flora i suoi tapeti stende
ozioso e dimesso al tergo pende.
con la faretra ch'al bel fianco scende
Sotto, ove l'uscio si disserra e fende
da' cui fior chi s'appressi, invola e prende
Per dritta riga da' begli occhi scende
di tante gemme variata splende,
per miracol divino in aria pende.
che sotto ciascun ponte si distende,
ben crede e vuole amar, ma non comprende
ama né sa d'amar, né ben intende
Sente un novo desir ch'al cor gli scende
L'un gli risponde e l'altro intanto pende
Quivi Adon sue fortune a narrar prende,
Col bel fanciullo, ove grand'ombra stende
e fiorita è l'età che bello il rende;
sereno lampo il placid'occhio accende;
eburneo corno a verde fascia appende;
dele concave nubi anime orrende
cumulo vasto inver le stelle ascende;
crolla l'asta trisulca e'l mar scoscende.
senza romor la mia saetta offende;
dal ciel con fiero strepito discende,
fai sdegnoso scoppiar le nubi orrende,
l'ispido labro per baciarlo stende
con un riso villan da terra il prende.
la forbice e'l martel lascia e sospende
porge preghi al mio nume e voti appende
chi solca l'acqua e chi la terra fende
Chiunque Amore o Marte a seguir prende
e gli arnesi malvagi appresta e prende.
già l'infausta faretra al lato appende,
in cui lo smalto insu l'avorio splende.
sola la volpe astuta il piè sospende
ch'ad ingannar l'ingannatore intende.
Senza pur adoprar le zanne orrende
sol col terror degli occhi ei si difende.
il bell'Adone a saettare intende.
dardo vie più pungente il petto offende;
del cui forte abbaiar diletto prende,
La mano il petto involontaria offende
e malgrado degli occhi il pianto scende.
di rotar l'orbe tuo che più non splende.
di morte e di dolor sembianze orrende?
d'alti cipressi e di funeste bende.
O quanto a torto a voi gl'incensi accende
lo schernito mortale e i voti appende.
poiché per tutto Amor l'ali distende,
ma del loco ove sia nulla comprende.
region del'Olimpo in alto ascende
e l'ombra che dal'indice discende
dritto ala sesta linea il tratto stende,
agitato dal flutto il giunco pende,
molle di fresca arena un letto stende,
che soffio d'aquilon mai non l'offende.
con lunghe ciocche insu le spalle pende,
da cui ben folto il pelo al petto scende,
rigido tutto e setoloso il rende,
Preme la sponda e'nsu lo scoglio ascende
la crudeltà del pelago riprende,
ed accusa Nettun che gli contende
l'alto fanciul la disciplina apprende,
e'l mio liquido sen per mezzo fende;
la bella, ond'Ilio alte ruine attende,
Quella faretra avrà che colà pende
con quell'arco di bosso a cui risplende
Chi più vicino al primo il segno offende,
Reverente e tremante egli la prende
e si bacia la sua mentre la stende.
e l'un e l'altro mentre or lascia, or prende,
scambievolmente ognor varia vicende.
dal destro assalitor men si difende
e le man per pigliarlo indarno stende.
e gli usati furori in sé raccende;
più che con la possanza ei si difende.
più fresco al'opra e più vivace intende
Ma quel d'Etruria che'l suo gioco intende,
con la manca la destra indi gli prende
e mentre in guisa il tien che non l'offende
con molti tempi e'l tempo indarno spende,
siché nel mezzo il debile gli prende;
seco ed addosso gli si scaglia e stende,
altri giace in campagna e'l giorno attende
tra pergolati e padiglioni e tende.
di tre globi di piombo il peso pende,
l'altro con esse si rivolge e stende,
castigar chi fallisce e chi l'offende;
in cotal guisa folgora e risplende,
e'l finto sol col vero sol contende
ché, se raggi ne trae, lampi gli rende.
ch'egual quasi al pensiero il corso stende.
pria che senta il comando, il cenno intende.
umile al morso alteramente il rende.
su'l pomo del'arcion la briglia stende,
senza staffa toccar sovra v'ascende.
invan s'arretra e calcitra e contende,
Salvo la fronte, ove per mezzo scende
Barde ha purpuree, di purpuree bende
Sonora piggia e tremula gli pende
guerre crudeli e mortalmente orrende
alternavan tra lor fiere vicende.
che'nfin dal'Alpi ai Pirenei si stende;
cede ogni forte, ogni castel si rende:
misero chi contrasta e si difende!
Picciola vela agli aquilon distende.
Quasi un fulgido Sol quivi risplende;
Ch'orribile a veder, lunge risplende;
Scorgelo Aletto, ed Ottomano accende.
Che d'almi rai divinamente splende
In brevi detti la risposta rende:
Calda pioggia di lagrime discende;
Di Fernando per man colpo discende,
Pugnasi; ma colà mentre contende,
Uopo è d'aita. Ove ciò dirlo intende,
Poscia animoso il suo temer riprende:
Ottoman che dirà, s'unqua l'intende?
Ma temuto il rampogna, e sì l'offende,
De l'estrema speranza or si contende.
Tanto farò, quanto per te s'attende,
Se barbarico stral nol mi contende.
Vi caccia in fondo di miserie orrende;
Ma pure Egina mormorar s'intende.
Più da' suoi cavalier non si difende?
Torna, tonando, ad Ottoman, che prende
Serbansi l'armi, sempiterne, orrende,
Rodi pur con le tenebre difende,
Che Turco io sia testimonianza rende:
Disiderio d'onor sì non m'accende
Allora il mostro a così dir le prende:
Fra se diceva: or l'universo attende
Su l'aspra riva ogni demon l'attende;
Alto commove le falangi orrende,
Ne la malvagità de l'opre orrende;
Là, 've bramosa il tuo venire attende.
Come il desir de la regina intende
Con sembiante gentil grazie gli rende,
Anzi ritorna a le rinchiuse tende,
Nel vostro sangue onestamente splende;
Se per vostra virtù non si difende.
Fervidamente in Telamon s'accende;
Che da l'elmo paterno intorno splende
Altri l'ostro superbo a cinger prende;
Ed il buon corridor tutto s'accende,
Rivolge il guardo minaccioso, tende
Sul gemmato destrier lunge risplende,
Tra sassi dissipati aspro discende;
Ma l'ore che nel ciel Febo non splende
Cotal moveano, e con sembianze orrende
Nè pria col cenno a comandarlo prende,
Che vien nemica a' Cristian comprende,
Onde umane sembianze il mostro prende.
Vivace lampo di bellezza splende
Isconosciuto affetto il cor le prende
Mentre questi a fuggir veloce attende,
Lunga zagaglia, che dorata splende,
Con lo scudo AMEDEO se ne difende,
Verso i sicuri nidi a volar prende;
Se de l'oscure nubi il grembo fende,
Quando in cima di monte ella discende,
Piaga nemica, e sonno forse il prende.
Una disvelle de le serpi orrende,
Molto di tosco in su la punta spende
Che su drappel d'alodolette scende;
Se le ferite a voi sembrano orrende?
Sotto vago cimier ch'alto risplende
La fronte giovenile orna e difende
Giù da cinto di smalti il brando pende
Ho contezza de l'armi, onde risplende,
Non veste l'ali ed a volar non prende,
Su quell'orrido strazio il volo stende
La schiatta, onde chiarissimo discende
In gioventù, che per le balze orrende
Ecco AMEDEO, di guerra le vicende
Il sommo Dio; Michel le nubi fende
Indi la destra al manco lato stende
Qual torbido torrente allor che scende
Qual fulmine che nube atra scoscende,
Ma poi nel petto lor tema discende
Ciascun la spada a maneggiare attende
Ed ora punge insidioso, or fende,
Sopra morbide piume egli il distende
Poi preme e terge la ferita, e spende
Quasi Ottoman; sotto le ciglia accende
Di puro latte un vivo minio splende;
Fiero di cor ne le battaglie orrende
Ivi del suo signor la destra prende
Turba di Siri sagittaria scende
Egli il collo magnanimo distende,
Sì bipartito da percosse orrende
Che l'arte ivi dispose. O quante mende
Vien forbita famiglia. A lui contende
Sagace prevenisti: ecco che splende
Il gomito, e l'anelito sospende;
Sospendendol dell'ala; e cauto attende
Sagace prevenisti. Ecco risplende
Sopra la fronte spaziosa; e scende
Fulmina ed arde e tue ragion difende.
Il cubito, e l'anelito sospende,
Chi più acuto di lui penètra e intende
Il clamoroso disputar s'accende:
Affrettasi de' servi; e quindi attende
Ma, se vaghezza poi ambo vi prende
Lucide strisce, e le paludi accende
Porta verga fatale, onde sospende
Le superate al fin tristi vicende.
Tenera occhiata che nel cor discende;
chi solca l'acqua e chi la terra fende
con un riso villan da terra il prende.
fai sdegnoso scoppiar le nubi orrende,
dal ciel con fiero strepito discende,
senza romor la mia saetta offende;
cumulo vasto inver le stelle ascende;
dele concave nubi anime orrende
eburneo corno a verde fascia appende;
sereno lampo il placid'occhio accende;
ama né sa d'amar, né ben intende
che sotto ciascun ponte si distende,
per miracol divino in aria pende.
di tante gemme variata splende,
Sotto, ove l'uscio si disserra e fende
con la faretra ch'al bel fianco scende
ozioso e dimesso al tergo pende.
Vanno ove Flora i suoi tapeti stende
Qual dala spina sua rapisce e prende
né con vero piacer bacio si prende,
cui l'amata beltà bacio non rende.
contumace beltà pugna e contende.
con varie merci a traficar intende
le riconduca, a Zefiro le rende
senon sol quanto agitatrici orrende
Ma, seben risoluta al'opra intende
la traggo a volo ed ella meco ascende.
Agitato vacilla, or lascia, or prende
Il pianeta volubile che splende
con larghissima usura il guardo rende.
di polito cristallo il giorno prende
sestesso insu quel cardine sospende,
loqual pertutto il suo calor distende;
qual corpo sublunar, varia vicende.
ché dela ninfa Maura Amor l'accende.
poiché per vie non conosciute offende.
Serpe la voce tremolante e rende
Volge le chiavi, i nervi tira e scende
Lo sfidator non cessa, anzi gli rende
Per queste lor reciproche vicende
Ha la radice, onde deriva e pende,
il nascimento effigiato splende.
vicine omai del dolce parto attende,
la terra e novell'abito riprende.
per le cortine in giro ei la sospende
foco deriva e'n gentil cor s'apprende