Rime di 'eno'

Trovate 201 rime per eno

eno
spleno
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ceno
dreno
fieno
freno
freno
geno
leno
meno
peno
pieno
pieno
reno
schieno
seno
sfreno
steno
sveno
treno
veno
xeno
zeno
affieno
affreno
aleno
alieno
alleno
almeno
ameno
apireno
appeno
appieno
areno
armeno
arreno
aspleno
baleno
bareno
baseno
cancreno
careno
cateno
ceceno
cileno
coseno
dammeno
difreno
dimeno
direno
disfreno
egeno
elleno
esseno
galeno
gangreno
genieno
infreno
insceno
malmeno
moreno
nemmeno
niceno
nisseno
norreno
osceno
penieno
piceno
pireno
raffreno
ravveno
riceno
rimeno
rinfreno
ripieno
romeno
rumeno
ruteno
safeno
scaleno
scateno
sdereno
sdireno
seleno
sereno
sileno
sloveno
soleno
solleno
strapieno
sveleno
tareno
terreno
tirreno
trameno
tungsteno
tunsteno
turkmeno
veleno
veneno
abalieno
altaleno
amareno
angeleno
apireno
arcoseno
assereno
autotreno
avantreno
avveleno
barcameno
bolarmeno
cantileno
capotreno
cavafieno
concateno
damasceno
disameno
discateno
docimeno
duodeno
epiceno
filelleno
igumeno
inameno
incateno
iracheno
irakeno
laodiceno
leoniceno
lunipieno
madrileno
magazzeno
malagheno
molibdeno
nazareno
nazianzeno
nazzareno
nientemeno
nondimeno
nullameno
palafreno
pallafreno
passafieno
pergameno
perlomeno
pianterreno
portatreno
pressafieno
quantomeno
rassereno
reggifreno
reggiseno
retrotreno
riavveleno
ribaleno
rincateno
rinsereno
rinveleno
santiagheno
saraceno
sconcateno
semipieno
servofreno
soprappieno
sovrappieno
spandifieno
supertreno
tagliafieno
tantomeno
terrapieno
trasimeno
troppopieno
turbotreno
voltafieno
abbattifieno
accattafieno
aerotreno
antialieno
antiocheno
antiveleno
arcobaleno
arcocoseno
battibaleno
caricafieno
cionondimeno
contravveleno
controveleno
dacoromeno
elettrotreno
filoiracheno
nientedimeno
nulladimeno
pianoterreno
raccattafieno
sopraterreno
sputaveleno
ultraterreno
antiiracheno
nientepopodimeno

500 endecasillabi classici rimano con eno:
cieca dal fumo di quel rio veleno
Carca d'oro la mano e d'ira il seno,
Nasso da bacche tempestata e Teno
vede d'Ortigia, ove sgravata il seno
Vie più lieve ch'augello o che baleno,
d'anime tutto amorosette è pieno,
Qual sotto il lembo e qual le vola in seno
rendendo il suol fiorito, il ciel sereno,
darmi loco nel cor, senon nel seno.
vita del morir mio, piacciati almeno
per poter non partir, morirti in seno. -
torrei di dar quest'alma e bramo almeno
Teti in conca d'argento un bagno pieno
Erano al parto lucido e sereno
Gravida già di luce, il vago seno
E voi, gente viril, dentro il cui seno
ch'abbiate di voistessi a dar il freno
Potrà forse in voi tanto un volto osceno,
è qual lucida stella in ciel sereno;
ch'egli non n'è per questo amabil meno,
anzi vago arboscello in prato ameno;
la corona del sol fiammeggia meno.
ch'al mezzo di più chiaro e più sereno
tutto è mercé del suo splendor sereno,
e dove più lampeggia e dove meno.
discende a rischiarar carcer terreno
su'l confin dela meta, un grado meno.
allenta al corso impetuosa il freno
esser il lume tuo lume terreno.
ch'oggi mi palpitava il cor nel seno,
d'affannati sospir l'aere sereno,
fè di questo ch'io soffro in altro seno?
del'amaro d'amor dolce veleno,
so ben che l'ami o che l'amasti almeno.
omai tra queste braccia, in questo seno.
d'errar per lo notturno aere sereno?
per governar d'un'aureo carro il freno?
quelch'è più guasto e si conosce meno.
soletto poi con queste cose in seno
di gemmate vasella ancor non meno
Porto di marche d'oro il zanio pieno
che vi temprò, che vi raccolse in seno.
crudel quella fucina e quel terreno
pur brunito e stellato un ciel sereno.
che di stelle dorate è sparso e pieno.
che gli preme la sella e regge il freno.
tiene un miglio di tratto o poco meno.
e dal'un fesso al'altro il suo gran seno
Di quanto ei fatto avea né più né meno
per l'immenso del ciel campo sereno,
e disegna al suo ben tornar in seno.
Né del carcere antico il duro freno
l'anima alberga teco e nel tuo seno
Bastiti ch'io di te non ardo meno;
dala gemina sede il peso osceno
portò costui fin dal materno seno.
l'irata donna ad un suo schiavo armeno.
Può dela terra e può del ciel non meno
Toglie al'angue, al leon l'ira e'l veleno
Da possanza infernal senno terreno
il riso in bocca e la lascivia in seno.
Porta ognor senza legge e senza freno
giunse in paese oltre gli ameni ameno
a guardar questo guado ond'io ti meno. -
gli coprì d'ognintorno il tergo e'l seno,
apparisce e sparisce in un baleno,
ch'ei non sia denso e solido assai meno.
che'l vostro, e nulla o poco ha del terreno.
dimesso intutto e mansueto il freno,
vergine bella che le mostra il seno,
move ringhiando e di superbia pieno
e vuol, nato ch'egli è, spirto terreno,
Quando l'infante è nel materno seno,
e perch'alto desio gli bolle in seno
Ma di stupore innebriato e pieno
Scendon la balza e dal poggetto ameno
che quanto splende più, si vede meno.
scusimi il sol de' begli occhi sereno,
di ricco il mare e di pregiato in seno;
così fia un mar di mille grazie pieno;
l'istessa dea, ch'ha del tuo core il freno;
una dele sue Grazie essere almeno.
anzi fin nel'italico terreno
Il Tamigi, il Dannubbio, il Beti, il Reno
versa d'oro, ov'è d'uopo, il grembo pieno
beni usurpati accumularsi in seno:
de' Galli alteri a governare il freno,
l'irreparabil fulmine terreno
Bertoldo vedi là, nato insu'l Reno
le compagne d'Astrea, tutto n'ha pieno
e sol pianti e sciagure accoglie in seno.
passa da manca, è tutto di veleno,
di gomitoli d'accia il lembo e'l seno;
or mira quelle tre, che tutto han pieno
per le piagge del ciel puro e sereno
tutto il campo celeste era già pieno
portava intorno e i pigri sogni in seno.
tentò ferirmi e lacerarmi il seno,
per la bocca d'un fulmine terreno.
lingua vibrò di fiele e di veleno,
fatta è quest'alma? o questo è un ciel terreno?
fiamme i begli occhi e nevi il bianco seno?
folgore ardente e candido baleno?
ma le fila del'or tenersi a freno
Ella pur cerca or il leggiadro seno
Oltre che di quel sol chiaro e sereno
infettò d'amarissimo veleno.
Crudel arcier, ch'anco il materno seno
Un largo cerchio e di bell'ombre ameno
degli altri assai più spazioso e pieno
Chiuso nel'ampio e ben capace seno
irrigator del suo fecondo seno,
a lei piagne piovoso, a lei sereno
Né già l'amato cielo ama lei meno,
a pregar cominciò, come Sileno.
anch'ei, benché di rabbia enfiato e pieno,
ma non cessò di vomitar veleno,
per dar legge al suo dir, ch'è senza freno,
Su le sponde del Tebro, ov'egli meno
le grazie in bocca e porta il ferro in seno:
cinto quand'è più chiaro e più sereno,
mele tra spine o sotto mel veleno;
e comporre il suo nido entro il bel seno.
temer del proprio folgore il baleno
di sì dolce fontana esce il veleno,
Non ha più face Amor per questo seno,
Benché tutto di luci il ciel sia pieno,
Ma co' fior del bel viso e del bel seno
si specchia e con l'umor chiaro e sereno
Mentre al'errante crin tenero freno
quando il sacro teatro è tutto pieno,
cedono al novo aventurier terreno.
vo' di mia man da quel nefando seno
No no, far non poss'io che rompre il freno
se non con vezzi con ossequi almeno.
e l'amaro addolcir ch'io chiudo in seno
infetti di pestifero veleno
esce strano fulgor, ch'arde il terreno
divincolando il flessuoso seno.
rapido più che strale o che baleno,
poi le consegna al venticel sereno,
colme di gemme e di monili il seno.
Di neve in vista e di pruine è pieno,
ch'a' bei riposi suoi, qualor vien meno,
Che dirò poi del candidetto seno,
chi più mi sente, mi conosce meno.
Infin son tal, che benché m'abbia in seno,
porterai sempre un picciol sole in seno.
e per ritrarlo ed imitarlo a pieno
e tu sei tutto di dolcezza pieno.
e tu più che di latte hai molle il seno.
e tu porti negli occhi un dì sereno.
Ed egli allora abbarbagliato e pieno
Mi volgeresti il bel'guardo sereno,
Ma la diva importuna il tenne a freno:
Né mi sovien tal foco e tal veleno
Tu prole mia? no no, di questo seno
Pera quell'arco tuo d'inganni pieno,
- Né di costei (risponde) il casto seno
vorrei saver perché Diana almeno
Ed ella allor: - Poiché ritiene a freno
una serpe crudel si nutre in seno.
né sa che gonfia di mortal veleno
Fossi la notte o fossi il ciel sereno,
Avessi in fronte, avessi intorno almeno
Perché non son colui che d'occhi pieno
né di sì vive perle ornato il seno
né di sì fini smalti il grembo pieno
Né di sì fresche rose in ciel sereno
vibra e gemme per semi accoglie in seno.
Di minio e d'oro un fulgido baleno
Già già vacilla e per cader vien meno,
tinto tutto di mosto il viso e'l seno,
Il non mai sobrio e vecchiarel Sileno
del caro pegno ch'io ti lascio in seno. -
siami fido custode il tuo terreno
fior la man, fior la chioma e fiori il seno.
tutto in somma di fiori è sparso e pieno,
- Giriti intorno il ciel sempre sereno,
picciolo sì, ma di delizie pieno,
Tra questi, umil figliuol del bel Tirreno,
e'l tinge di dolcissimo veleno
ma che trafige ogni più duro seno;
spesso suol prigionier languirti in seno
addolcito il Furor tien l'ire a freno;
di pacifico stato ozio sereno.
e quel furor ch'ha già raccolto in seno,
cresce senza riparo e senza freno.
ed ai caldi sospir lentando il freno
con man s'offese ingiuriosa il seno.
Arresta il volo, aspetta tanto almeno
che'l mio spirto immortal ti mora in seno.
a sì lungo languir misura e freno;
de' duo soli amorosi il bel sereno.
vivo il bel foco tuo serbando in seno,
questi dapoi che'l ciottolo n'ha pieno,
v'attuffa il volto e sen'innaffia il seno.
con più placido volto e più sereno
così rallenta ale parole il freno:
Poich'ha raccolto ala favella il freno
quella ch'alberga al'Oceano in seno,
- Che torni in terra alfin ciò ch'è terreno,
che la face d'amor gli sparse in seno,
e l'ingordo desio tenuto a freno,
che fusse il mar tranquillo, il ciel sereno,
gli apprestava al ritorno il grembo pieno
le ginocchia piegava insu'l terreno
queste cose gli offria dentro il suo seno;
Devrei quanti ricetta entro il suo seno
né so come disciolto al'onde il freno,
nova pompa del prato e del terreno,
novo fregio al mio crine ed al mio seno.
Fu per sorte il secondo Arconte armeno
di fero latte ed ale fere in seno
la've Nifate, d'aspre selve pieno,
scorrendo il suol sì come suol baleno
del'aria estiva il limpido sereno.
traea di vive perle il corno pieno
il taciturno e gelido sereno.
giaceano al'erba genitrice in seno.
Dele gemme ch'ha dentro il prezzo è il meno.
perché mentre la coppa ha voto il seno,
ma quando poi comincia ad esser pieno,
che già di poco ingravidata il seno
di parto ancor non ben maturo ha pieno,
o con vittoria o con applauso almeno.
Cordon di sottil seta il regge a freno,
che d'auree borchie è tempestato e pieno
Ala testa frontal, fermaglio al seno
Ringhia, né volentier soggiace al freno,
scorre qual lampo e chiamasi Baleno.
Giunse intanto la notte e nel sereno
Quante vergini piè verransi a meno?
Qual sparisce per l'aure aureo baleno.
Traeva gridi il cavalier dal seno:
Ti veste l'ali? e giù dal ciel sereno
Sultana, e foco di letizia pieno;
Avea rosati, e d'alabastro il seno;
Ed inondàr mille donzelle il seno
Ei fatto sordo, colà sciolse il freno,
In lui speranza avean, perchè non meno
Già ne la bella Francia, almo terreno,
Ma così fatto zel rinchiuse in seno,
Folco al parlar di lealtà ripieno
Nè forza di tesor le venìa meno,
Anzi d'ampie castella aveva il freno.
Sì disse alteramente; indi il sereno
Trasideo colmo di gran fiamma il seno
Diparte, e pur tiensi cotanto a freno
Onde tra ferri e fra tumulti appieno
La gran Spartana giù del nobil seno
Ed il sembiante dimostrò sereno
Ella soggiunge: non ti tenga a freno
Ne l'inchinar, nel riverirti appieno,
Deh! scendi a consolar col tuo sereno
Se non le mie vigilie, i sonni almeno.
Ed un cresciuto di Verona in seno
Così con lenti piè l'ermo terreno
Nobile donna, non largare il freno
Che per questo mortal corso terreno
Asconde il ferro a Baiazetto in seno,
Così diss'egli. Ed AMEDEO, che 'n seno
Che per molta fatica omai vien meno.
Oronte volge frettoloso il freno,
Rimembra, Oronte, ed indivina a pieno
Così di Rodi n'avverrà non meno:
Da la pugna AMEDEO cessa non meno,
Rubin le labbra, e che di bel sereno
Così dove men sodo era il terreno
Ed Alcman vi si pose, indi non meno
Ma chi giammai potrìa narrare a pieno
Certo è così, ma schernirogli almeno
Nè vuol, che per altrui gli venga meno
Mentr'ei sì di furor rigonfia il seno,
Pur col bel guardo a rimirar sereno
Candida neve in paragon vien meno;
Imponsi, e porsi i corridori al freno;
Per lui tener gran corridore a freno,
Mentre gioconda e consolata appieno
Grave spavento contristolle il seno
Onde così parlò: felice appieno
Qualunque è stata; e non felice meno
Quale veggio splendor? quale sereno
Poscia dal tranquillissimo sereno
Per tal sembianza ch'augellin via meno
Qual vola in un momento aureo baleno,
Sì ch'allentando a le querele il freno
Ma del vostro AMEDEO non venne meno
Dicea Megera nel terribil seno:
Alzate i risi, e ricolmate il seno
In questo dì ponno fornirsi appieno:
Che dunque latri iniquo? onde dal seno
Mira ne l'alto, che lo stuol terreno
Sveglia bell'aura per lo ciel sereno,
Col vigor de la man, che venia meno,
In fino a l'ultimo else, e sul terreno
Ed indi a poco infievolito a pieno
In quei paesi a suo volere il freno,
Negò trovarsi paragon terreno;
Appena viste io pur lodai non meno,
Languia la Donna e già veniasi meno,
Faceasi de la fronte atro il sereno;
Oggi in battaglia a' Rodïan vien meno?
Sì che questo leon si tenga a freno?
Ed or sen viene a noi come baleno
Intanto col valor ch'avete in seno
Ciò ch'io racconto, rivelossi a pieno
Io n'arrabbio così, che 'l ciel sereno
Trova Megera, e dal terribil seno
Pur sotto l'asta d'AMEDEO vien meno
Svegliansi d'ira nel terribil seno;
Campi del mar, voi raggirate il freno;
Di magnanimi spirti empiete il seno,
Il canuto Ebrain facea non meno;
Ella quasi di duol si venia meno;
Sì che pensiero ella raccolga in seno
Et egli un vaso le ne dà ripieno,
Siccome allor che il Siculo terreno
Altero sembra di raccor nel seno
Sovente ancor se artificiosa meno
Madre e donna dell'arti, or nondimeno
Vestita riderà d'un bel sereno
Appoggiando la man, quasi baleno
Già lo Sposo t'incontra. In un baleno
Col gomito maligno: ah nondimeno
Dai Volgari distinto a cui nel seno
Villanamente: ed osservati fieno
La snellezza dispiega. A lui nel seno
Siccome allor che il Siculo terreno
Altero sembra di raccor nel seno
Madre e donna dell'arti, or nondimeno
Mise l'oste feroce. Ei nondimeno
Vestita riderà d'un bel sereno
Brandendo con la man, quasi baleno
Già lo sposo t'incontra. In un baleno
Col gomito maligno. Ahi non di meno
Da i mortali distinto, a cui nel seno
Rendi l'amico tuo felice a pieno.
Ad altre opre cortesi. Ella non meno
Dell'amistà risponde. A lei non meno
Del grave caso; e per un anno almeno
Siede al fianco di lui lieta non meno
Per gran pubblico ben serbati fieno.
ma che trafige ogni più duro seno;
picciolo sì, ma di delizie pieno,
Giriti intorno il ciel sempre sereno,
siami fido custode il tuo terreno
tinto tutto di mosto il viso e'l seno,
Già già vacilla e per cader vien meno,
Di minio e d'oro un fulgido baleno
né di sì fini smalti il grembo pieno
né di sì vive perle ornato il seno
Fossi la notte o fossi il ciel sereno,
né sa che gonfia di mortal veleno
una serpe crudel si nutre in seno.
vorrei saver perché Diana almeno
Pera quell'arco tuo d'inganni pieno,
Tu prole mia? no no, di questo seno
Né mi sovien tal foco e tal veleno
Mi volgeresti il bel'guardo sereno,
Ed egli allora abbarbagliato e pieno
chi più mi sente, mi conosce meno.
Che dirò poi del candidetto seno,
Di neve in vista e di pruine è pieno,
colme di gemme e di monili il seno.
poi le consegna al venticel sereno,
rapido più che strale o che baleno,
divincolando il flessuoso seno.
esce strano fulgor, ch'arde il terreno
se non con vezzi con ossequi almeno.
vo' di mia man da quel nefando seno
cedono al novo aventurier terreno.
quando il sacro teatro è tutto pieno,
Mentre al'errante crin tenero freno
Non ha più face Amor per questo seno,
di sì dolce fontana esce il veleno,
temer del proprio folgore il baleno
mele tra spine o sotto mel veleno;
cinto quand'è più chiaro e più sereno,
ma non cessò di vomitar veleno,
Né già l'amato cielo ama lei meno,
irrigator del suo fecondo seno,
Chiuso nel'ampio e ben capace seno
degli altri assai più spazioso e pieno
Un largo cerchio e di bell'ombre ameno
Crudel arcier, ch'anco il materno seno
Ella pur cerca or il leggiadro seno
ma le fila del'or tenersi a freno
folgore ardente e candido baleno?
lingua vibrò di fiele e di veleno,
per la bocca d'un fulmine terreno.
tentò ferirmi e lacerarmi il seno,
tutto il campo celeste era già pieno
per le piagge del ciel puro e sereno
di gomitoli d'accia il lembo e'l seno;
passa da manca, è tutto di veleno,
le compagne d'Astrea, tutto n'ha pieno
de' Galli alteri a governare il freno,
beni usurpati accumularsi in seno:
una dele sue Grazie essere almeno.
così fia un mar di mille grazie pieno;
scusimi il sol de' begli occhi sereno,
che quanto splende più, si vede meno.
Ma di stupore innebriato e pieno
move ringhiando e di superbia pieno
vergine bella che le mostra il seno,
dimesso intutto e mansueto il freno,
apparisce e sparisce in un baleno,
giunse in paese oltre gli ameni ameno
Porta ognor senza legge e senza freno
Da possanza infernal senno terreno
Può dela terra e può del ciel non meno
portò costui fin dal materno seno.
dala gemina sede il peso osceno
Bastiti ch'io di te non ardo meno;
Né del carcere antico il duro freno
per l'immenso del ciel campo sereno,
Di quanto ei fatto avea né più né meno
tiene un miglio di tratto o poco meno.
che di stelle dorate è sparso e pieno.
pur brunito e stellato un ciel sereno.
crudel quella fucina e quel terreno
di gemmate vasella ancor non meno
soletto poi con queste cose in seno
quelch'è più guasto e si conosce meno.
del'amaro d'amor dolce veleno,
ch'oggi mi palpitava il cor nel seno,
esser il lume tuo lume terreno.
allenta al corso impetuosa il freno
su'l confin dela meta, un grado meno.
discende a rischiarar carcer terreno
tutto è mercé del suo splendor sereno,
ch'al mezzo di più chiaro e più sereno
la corona del sol fiammeggia meno.
anzi vago arboscello in prato ameno;
ch'abbiate di voistessi a dar il freno
Gravida già di luce, il vago seno
Erano al parto lucido e sereno
Teti in conca d'argento un bagno pieno
vita del morir mio, piacciati almeno
darmi loco nel cor, senon nel seno.
vede d'Ortigia, ove sgravata il seno
Carca d'oro la mano e d'ira il seno,
cieca dal fumo di quel rio veleno
cresce senza riparo e senza freno.
ed ai caldi sospir lentando il freno
con man s'offese ingiuriosa il seno.
Arresta il volo, aspetta tanto almeno
de' duo soli amorosi il bel sereno.
vivo il bel foco tuo serbando in seno,
con più placido volto e più sereno
così rallenta ale parole il freno:
quella ch'alberga al'Oceano in seno,
che la face d'amor gli sparse in seno,
le ginocchia piegava insu'l terreno
né so come disciolto al'onde il freno,
nova pompa del prato e del terreno,
di fero latte ed ale fere in seno
la've Nifate, d'aspre selve pieno,
scorrendo il suol sì come suol baleno
del'aria estiva il limpido sereno.
traea di vive perle il corno pieno
giaceano al'erba genitrice in seno.
ma quando poi comincia ad esser pieno,
che già di poco ingravidata il seno
Ala testa frontal, fermaglio al seno
Giunse intanto la notte e nel sereno
Regge e governa, non lasciava appieno
Fe' più grande di me? Liberi almeno,
Spaventevol ruina: a lui non meno
Sul trono suo qual chi securo appieno
Perdita stessa i danni in parte almeno
Forse potrem, quanto creovvi appieno
Onde si disacerbi o inganni almeno
Nere insegne colà, sì, vostro appieno
Che tu dalla mia destra e dal mio seno
Tabernacol fiammante, adombri il pieno
Della polve ci trasse, in questo ameno
Stavano e pure come un ciel sereno.
Di questo mondo gli elementi almeno,
In Adam gli occhi paurosi, al seno
Più chiaro il lume suo versa dal pieno
Non gravata natura, allor che in seno
Tollerar non potéo. Covando in seno
Così parlò l'iniquo e 'l suo veleno
Non mai s'attese d'ascoltar! E meno
Ad attendarsi andò. Di rabbia pieno,
Possiam recare offesa o armarci almeno
Ed il tutto permesso onde far pieno
Tremonne tutto e ne fuggìa, se meno
Prendea diletto. Abitator terreno
Tacito, attento, di stupor ripieno
Tutti del cor gl'insorti dubbj appieno
Era la terra, ma de' flutti in seno,
Tu rimembrar lo devi, in questo ameno
Tramanda ovunque dal fecondo seno,
Che nel notarla il numero vien meno,
Fertil vigore infonde. A lei nel seno
Te non abbiamo abitator terreno
Allor con volto placido e sereno