Rime di 'iamo'

Trovate 2 rime per iamo

priamo
giusquiamo

340 endecasillabi classici rimano con iamo:
Là consiglio miglior vo' che prendiamo
A que' poveri alberghi omai torniamo,
Assai noistesse pur visto n'abbiamo
Vantaggio dunque ogni mio danno io chiamo,
Son noto a tutti; Agitercan mi chiamo.
Ed in brev'ora la foresta entriamo;
Al fine in scura valle il ritroviamo
E noi per suo' prigioni ci rendiamo. -
Assai noistesse pur visto n'abbiamo
Là consiglio miglior vo' che prendiamo
Nell'ordine presente, onde possiamo
Poichè qual pace o patto aver possiamo
Vïali ombrosi, ove a diporto andiamo
Convien pure sgombrar, se tor vogliamo
Il sublime stranier. Noi ben possiamo
se non che del peccato ti puniamo!
dimanda quanto vuoi che noi ti diamo,
Nol potendo pigliar, costei pigliamo,
Non ce lo volle dir; onde noi siamo
Gridò: « Non far, signor, che morti siamo.
Ma lascianli costì fin che leviamo
Col bon Rynaldo, a ciò, quando torniamo,
Lascianli solazzar finchè vediamo
le lagrime la voce. Il cielo io chiamo
che Lancilotto solo in guerra chiamo
onde il popol di lui grave richiamo
ed egli allora: “Ogni fatica chiamo
e per mai non aver giusto richiamo,
per cenni come augel per suo richiamo.
e però poco val freno o richiamo.
siamo or del mondo: ché raminghi andiamo;
a che siam giunti? Ove ricorso abbiamo,
senza riservo, e via dritti fendiamo
e propria terra, ove già stanchi abbiamo
plachiamo i vènti e ne la Creta andiamo,
siate pietosi a noi ch'empi non siamo'.
spumose a tutto corso in fuga andiamo
tutti in un tempo, e vincitori usciamo
se gli dèi, se quest'aura onde spiriamo,
e noi concordemente in pace abbiamo
ella ne dica la cagione. Io chiamo
negli ampi elisi campi; e poche siamo
lassi! quel ch'ogn'uom ha, cercando andiamo.
che s'ha di lui, da lui stesso impetriamo
securamente e senza offesa andiamo,
E come a nostro pro veduto abbiamo
cosí vederti oprare anco speriamo,
Ma dice: `Oh quale omai vicina abbiamo
Questo campo, o fratelli, ove or noi siamo,
No, no, piú non potrei (vinto mi chiamo)
ed a nome tutt'oggi invan ti chiamo.
co 'l tuo capo al mio nume. Omai facciamo
a cui pianto non val, prego, o richiamo:
E come a nostro pro veduto abbiamo
Ma dice: 'O quale omai vicina abbiamo
Questo campo, o fratelli, ov'or noi siamo,
No, no, piú non potrei (vinto mi chiamo)
e di te a te stesso or mi richiamo,
Or tu sano ed io infermo ancor viviamo?
Che per il resto non ci assomigliamo
Sul tetto della torre ci fermiamo
Se non partiamo adesso, non torniamo
E nel negare spesso acconsentiamo
Solo su questo noi non scommettiamo
Almeno in questo, raga, non canniamo!
Però ora che siamo in ballo, balliamo.
giovine sposo. Or via, volate; andiamo
lo ridesti alla pugna. Or secondiamo
O compagni, dicean, quanti qui siamo
né scansar nullo le potendo, andiamo:
ancor co' prodi guerreggiar sappiamo.
né patirollo io mai. Teucri, obbediamo
E noi pure, o divin vecchio, pensiamo
Ma deh! piacciavi omai che ritroviamo
Cotal modo terrai. Finché moviamo
Ritornar non potrai. Fuggiam, fuggiamo
Gridando: 'Sventurati, ove ne andiamo?
Tardava: 'Ulisse, un barbaro io ti chiamo,
Giovenche, e sagrifici ai numi offriamo.
Chiamo il Saturnio in testimonio, chiamo
Noi pur festa facciam, noi, che soffriamo
Ripigliò il Laerzìade. «Ebben, muoviamo:
Prima il Saturnio in testimonio io chiamo,
Lasciamo star gli anelli, e non temiamo
né del tuo aiuto disperar possiamo,
qualor di tua pietà ci ricordiamo. -
seicento uomini al varco, o più, attendiamo,
coi qua' d'oggi provarci obligo abbiamo.
qui, dove in mezzo di tanti occhi siamo '.
che 'l gran valor ch'in voi chiaro proviamo.
che tante donne senza uomini siamo,
che qui bandite misere viviamo.
padri, figli e mariti, che sì amiamo,
- Per Dio (dice), signor, pace facciamo;
esser non può più mia; che già mi chiamo
Per che crudel, villano e duro il chiamo;
A l'estremo dolor mercè vi chiamo.
Dicendo: 'Uldarno - (ché così mi chiamo)
Torto ebbi io teco, ed or tutto me 'l chiamo.
né 'l nome d'altra né sospir' miei chiamo.
Stiamo a mirarla: i' ti pur prego et chiamo,
sol Amor et madonna, et Morte, chiamo.
Responde: - Quanto 'l ciel et io possiamo,
per le virtù del qual liberi siamo,
e grazia a Lui ed a te ne rendiamo.
di ritrovar colui che noi cerchiamo. -
Disse Rinaldo: - Pe' cavalli andiamo,
e tra noi scusa, Ulivier, non facciamo. -
La tua corona e 'l regno l'accettiamo,
ché nel boschetto morti gli lasciamo.
Non si partendo il dì, poi gli assaltiamo,
ché in ogni modo te salvar vogliamo.
che a 'mbasciadore oltraggio noi facciamo.
sì che al suo re non ne faccia richiamo. -
qualche paese ancor cercar vogliamo
prima che in Francia a Carlo ritorniamo. -
Carlo non sa quel che seguìto abbiamo;
però verso Parigi ce n'andiamo. -
ed or, che Carador facci richiamo
io vo' che tutto il paese rubiamo
Da ora innanzi tra' pagani andiamo,
Diceva Orlando: - Al campo ritorniamo:
Quel savio vecchio disse: - Noi intendiamo,
benché alcun saracin mi fe' richiamo
Dicci il tuo nome, sol tutti preghiamo,
e poi per le tue man ci battezziamo:
che con la spada al campo ci troviamo;
Or vedi, Ricciardetto, ove noi siamo:
qui si convien che l'arme adoperiamo;
per ogni profezia che noi leggiamo,
per quella croce onde salvati siamo,
- Io vo' ch'a Bambillona presto andiamo,
Rispose il Veglio: - Tuo servo mi chiamo:
e vo' che sempre insieme noi viviamo:
Disse il pagano: - Spinellon mi chiamo,
e che di compagnia sempre viviamo.
Vero che pochi danar ne portiamo;
sempre al partir, quando il conto facciamo;
così Margutte vo' che noi trattiamo,
che è de' miei fratei che noi lasciamo,
Disse Rinaldo: - In piazza ce n'andiamo,
e tutta questa gente sbaragliamo. -
e Macometto; e quel che noi diciamo,
pensa sanza cagion non lo facciamo:
amici antichi di tua stirpe siamo,
e dice con Orlando: - A spasso andiamo
e vo' con lui quattro lance rompiamo. -
e disse: - Io vo' che in pace desiniamo;
che insieme in su la piazza ci proviamo,
e la pazzia del capo ci caviamo. -
del signor tristo, obligati vi siamo,
Per questa notte vo' che ci posiamo,
e' m'incresce che qua noi ne ridiamo,
Per mio consiglio, drento ci torniamo,
facciam che con Orlando noi intendiamo:
E' si partì, tu se' venuto; e siamo
Disse Rinaldo: - Poi che a questo siamo,
se si posson salvar qual noi possiamo. -
disse: - Astarotte, poi che presso siamo,
io vo' per mezzo la terra passiamo,
e che tutti già in Ciel felici siamo.
io dissi: «O Giuda, noi ti conosciamo!
in Runcisvalle ove meschini andiamo
O morte, vieni a me, vien', ch'i' ti chiamo,
E poi che in Runcisvalle andar vogliamo,
dove era Orlando alla fonte arriviamo
- O Carlo, poi che condotti qui siamo,
Balugante e sua gente seguitiamo
leviamgli Castelfranco; e poi vediamo
Parla. Che cosa vuoi che noi facciamo?
la causa vera del vostro richiamo,
da questo verso... vediamo, vediamo...
Sempre meglio; ma ancora non ci siamo.
scade la causa per cui li preghiamo.
perciò la stima di quello che siamo,
Per terra, sai quanto ti soverchiamo.
volga ai tuoi fini. Qui ci separiamo.
questa volta davvero la finiamo! -
alle bocce. Venite, voi, andiamo.
ancor da noi? Parlate. Vi ascoltiamo.
per sapere da dove noi veniamo.
dalla colpa di cui ti sospettiamo.
in che parte del giorno ci troviamo;
affrontiamoli subito, riempiamo
che grato a noi che te la tributiamo
Il popolo, che noi rappresentiamo,
E sarà allora, come ci auguriamo,
Parla, degno Cominio, ti ascoltiamo.
rifiutarglielo certo non possiamo.
E invece sì; basterà che vogliamo!
Il potere di farlo ce l'abbiamo:
che certamente verrà, se aspettiamo.
in tal frangente adesso ci troviamo
Bene, bene, ma adesso vi lasciamo.
al mattino, imbronciati come siamo,
in tutt'altra maniera. Ma sentiamo...
che viene, ce ne avrò, diciamo...
mi cancella? Beh, come la mettiamo?
il dovere ci chiama, andiamo, andiamo!
ed anche ora, travolti come siamo,
qual è la causa che noi sosteniamo
quello, Pupa, da voi ce l'attacchiamo,
noi due!... Andiamo, andiamo!...
i tempi turbolenti che viviamo
piccioncini novelli, ce ne abbiamo?
se i tuoi figli sentissero il richiamo
Col cavaliere a condolerci andiamo;
quanto a noi, agnellini miei, pensiamo
che seguitare a vivere dobbiamo.
ma non importa quel che noi pensiamo.
tra i principi del mondo, lo sappiamo,
Di questo noi ben poco ne sappiamo.
in cima a questa torre dove siamo,
sol per farvi sapere che ci siamo.
ciascuno le sue forze ed assaltiamo
che ci ha testé lasciato; provvediamo
non vi dimenticate dove siamo:
noi combattenti inglesi la ignoriamo.
ai diversi colori che vestiamo;
Ma ora converrà che ci lasciamo.
pregiata cosa... Così ci stacchiamo,
sicché, a ragione, noi che lavoriamo
Muoviamoci! Vergogna! Via, fuggiamo!
Perciò restiamo in armi, come siamo.
Che... pensi forse che noi li temiamo?
non sono morte. Via, non indugiamo!
perché voi siete, come noi pensiamo,
sono accorsi da lei, come sappiamo:
con quella serietà che ci attendiamo.
son queste tasse? Che noi lo sappiamo!
considerateci quali noi siamo,
Ho notizie da darvi. Andiamo, andiamo,
abbiamo fatto; sì che ancor temiamo
per ritrovarci tutti quanti siamo
Con Cicerone come ci mettiamo?
Allora è tempo che ci separiamo.
che dobbiamo morire, lo sappiamo;
Allora, che facciamo, ci muoviamo?
Nobile Antonio, sali, ti ascoltiamo.
venga esso a cercarci dove siamo;
Bene, all'ora di pranzo. Ti lasciamo.
che hanno quello di cui noi manchiamo.
Ehi, che facciamo là, ci litighiamo?
tra uomini d'onore quali siamo,
ma lei posso uncinarla... supponiamo
alla quale per ora perdoniamo.
son crucciati per quello che facciamo,
dove noi due, senza svelar chi siamo,
se tu vuoi far la terza, la cantiamo.
così, schiavi del caso come siamo,
ha detto, non ce lo dimentichiamo!
dove noi peccatori lo piangiamo,
il cane è me, ed io son io, ci siamo!
da rompere il sigillo. Beh, vediamo.
Noi, Valentino, intanto ci avviamo.
Con questa garanzia, non esitiamo
sovra tutte le donne proclamiamo
questo ser Proteo di cui parliamo
di verginella. Zitti, ora ascoltiamo.
Non così, per sposarla, eh, speriamo!
altrimenti non sente più il richiamo.
anche se questa volta ci sediamo
Eh, qui è l'intrigo! Come la mettiamo?
Noi di rigatteria ce ne intendiamo!
per il disagio che qui vi arrechiamo.
I vostri servitori, che noi siamo,
tutte cose di cui ora languiamo.
il velenoso suo ventre riempiamo.
alla prova dei fatti. Ora pensiamo
con l'editto. Beh, allora ci muoviamo?
T'aspetto. Guardie, andiamo!
lo calpestiamo e non ce n'accorgiamo.
Anche la selvaggina che mangiamo
meno rispetto di quanto ne abbiamo
lo specifico scopo cui miriamo,
il Duca sarà qui. Andiamo, andiamo!
Suo padre abita qui. Ora lo chiamo.
da simili baruffe. Vieni, andiamo.
Su, Emilia, andiamo, andiamo.
insista sempre per il suo richiamo
onde per cui, comunque la mettiamo,
se continua così, qui ci arricchiamo
sappiamo bene quello che sappiamo;
A prova di ridicolo già siamo,
ma noi, come si dice, ci affidiamo
senza gloria, infelici come siamo.
Orvia, signori, su, non indugiamo
ma noi gente di mare l'osserviamo,
come ci viene, coi mezzi che abbiamo.
Qualcuna sì e qualcuna no, diciamo.
Che seguirà, se glielo rifiutiamo?
ed è per amor suo che qui sudiamo
del potere laddove noi regniamo,
malvagità del mondo in cui viviamo!
sfottendo l'aria che noi respiriamo
Venite, nobile Borgogna, andiamo.
Ma, per i sacri dèi che veneriamo,
tanto la verità già la sappiamo.
Avviene spesso che i mezzi che abbiamo
buona signora, mentre lo svegliamo.
ma per imporre; e poiché non possiamo
che qui solennemente v'imponiamo:
che questa volta noi ci separiamo
Se serve Dio, anche noi lo serviamo,
Se è vero, com'è vero, che lo siamo,
potete udire quello che diciamo!
di nostro padre; e noi come possiamo
sarà pur più di quanto meritiamo,
Oh, guarda chi incontriamo:
vieni con me, e insieme soffochiamo
nostra legge le spade che impugniamo.
Ma andiamo pure, vagheggino, andiamo,
Parla, caro Bottone, ti ascoltiamo.
ch'hai ascoltato quello che diciamo,
per ascoltare quello che diciamo.
ad ascoltare quello che diciamo.
Piuttosto che parlare, noi dormiamo;
che possediamo finché le godiamo;
ci tratti meglio che non meritiamo.
Beh, che vuoi che facciamo?
ai riti funebri cui ci apprestiamo.
il grande Saturnino e a lui gridiamo:
oppur che non sappiamo più chi siamo.
se gli aggiungi che noi lo giudichiamo
Principe Troilo, allora, che facciamo?
Bada che per due come noi siamo
Fateci almen la grazia, vi preghiamo,
ed udire un tamburo. A noi, andiamo.
tranne quello di noi che incarichiamo
Non vi procurerà nessun richiamo
valuta zero i tesori che abbiamo
e la mente m'infiamma. Or noi ti diamo
sotto i piedi il terren che ora calchiamo.
Tebe presume? e non paventa? Or stiamo,
riponete, o guerrieri: un sangue siamo,
saper vi giova. In testimonio io chiamo
E noi imbelle vulgo inulte stiamo?
lice l'incrudelir. Sappiam, sappiamo
padre, tu 'l sai, benchè io me 'l taccia: io chiamo
me stesso aspetti? In testimonio io chiamo