Rime di 'iso'

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iso
fiso
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liso
miso
niso
riso
schiso
sfriso
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viso
acciso
affiso
alliso
anciso
arriso
assiso
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chirghiso
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conciso
conquiso
deciso
deriso
diguiso
disguiso
diviso
eliso
inciso
intriso
inviso
irriso
kirghiso
monviso
narciso
occiso
preciso
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reciso
riavviso
riciso
sorpriso
sorriso
spreciso
straviso
succiso
tamiso
traucciso
traviso
treviso
ucciso
verdiso
circonciso
coinciso
condiviso
contravviso
elicriso
fiordaliso
impreciso
improvviso
indeciso
indiviso
interciso
mondariso
paradiso
piantoriso
preavviso
ridiviso
sottoriso
suddiviso
voltariso
controavviso
imparadiso
incirconciso
sottodiviso
superpreciso
teleavviso

500 endecasillabi classici rimano con iso:
eran le brine onde bagnava il viso;
poiché dal fier cinghiale il vede ucciso
veggio squarciato il tuo bel crine e'l viso.
veggiogli il corpo rotto, il fianco inciso.
Cipro, bench'or dal'isola diviso
Poggia su l'alta sala e quivi assiso
Con sì fatto apparato in gioia e'n riso
si trasformò la meraviglia in riso.
Preso è Barrino, e sbigottito in viso
il primo fu che s'accorgesse al riso
dal piede al capo essaminandol fiso,
E Serion, tra que' vecchioni assiso,
fea visibile in terra il paradiso.
il real damigello, il cui bel viso
Serra e disserra il labro al dolce riso
e de' duo fini estremi ond'è diviso,
Quelche più si rileva in mezzo al viso,
ma chi per grazia e nobiltà di viso
a non voler nel regio trono assiso
un con l'arco l'uccide e questi ucciso
mentre al suo re, nel maggior trono assiso,
la purpurea tua guancia, il guardo affiso
due più chiare ne gira il tuo bel viso.
tu sei solo mio ciel, mio paradiso,
al saettar del bacio ei giacque ucciso.
dolce ferillo il folgorar del riso,
ristora il tempo entro'l bel grembo assiso.
Ma dal dolce balen d'un bel sorriso
Tutto in sestesso a rimirarla fiso
pensar non sa, benché dal cane ucciso
Ch'è Filora il sa ben; ma chi reciso
voto di denti e pien di crespe il viso.
Ridea talora e mi mostrava il riso
il fè cader sovra l'uccisa, ucciso.
un Mongibello ha di faville in viso;
Ride il gigante, ma somiglia il riso
Spezzato, il ferro al suol cade, e reciso,
E per l'amor del gran marito ucciso
Nela selva ricovra e quivi assiso
Ala spoglia, ala chioma, al'atto, al viso,
portamenti e fattezze e sguardo e riso.
creduto avrebbe al simulato viso,
altrettanto son io quanto nel viso. -
ecco t'apro il tesor del paradiso.
e le bellezze mie non prenda a riso
- Così si fan gl'inchini in paradiso. -
che parea dire al portamento, al viso:
ma vuol perché da lei viva diviso
accioch'Adon non ne restasse ucciso
avea mezzo dal'onde alzato il viso
già fusse Apollo insu'l bel carro assiso
che'l festivo seren del dolce riso.
men bello il duol non fia nel suo bel viso,
oro il bel crine e porpora il bel viso.
anzi al mar darà perle il suo bel riso,
saldar le piaghe, onde fia quasi ucciso.
e saprà del gran corpo in sé diviso
e pon le pene eterne in paradiso.
fa beato l'inferno il suo bel viso
E, se quand'io le son incontro assiso,
bellezza dona e leggiadria di viso,
Gli agi del letto, e con diletto e riso
e chi fugge la man non campa il viso.
dal guardo è pria che dala spada ucciso
dentro le braccia un dì colto ed ucciso.
in quel modo ch'a' rai del tuo bel viso
E come quella ognor con guardo fiso
grondan perle dal crin, brine dal viso,
le spalle al fonte ed alo stagno il viso,
sento spirar dele tue rose al riso,
di quella che si gusta in paradiso.
dov'ha più di vermiglio il tuo bel viso,
o non da' miei pensier giamai diviso?
con la bocca e con l'occhio il bacio e'l riso.
congiunte, il seno al seno, il viso al viso.
meglio ameria di vagheggiar Narciso.
forse in acque sì belle il suo bel viso
fregiava or d'un sospiro, or d'un sorriso.
Parlava, e'l suo parlar tronco e diviso
Stassi il Diletto in grembo al Vezzo assiso.
vaneggia il Guardo e lussureggia il Riso.
pien d'angelica festa un paradiso.
non senza un gentilissimo sorriso
torser in là, tinte di scorno, il viso.
tenner gran pezza in lor lo sguardo fiso,
e con guardo a nutrir cupido e fiso
tutto dal vago e dilicato viso,
Il bel garzon, ch'ingordamente assiso
e, com'è crespo il crin, sia crespo il viso.
pria che caggian le perle al dolce riso
ha feminile e giovenile il viso.
restò tra l'erbe e tra le foglie assiso.
nel'un pose diletto e gioia e riso,
volse anch'egli il suo inferno e'l paradiso
anzi un regno per sé solo e diviso
dà materia di pianto al paradiso.
per gran pietate il tuo funesto riso
e citiso e sisimbro e fiordaliso.
abrotano, serpillo ed elicriso
di bella ninfa perditrice il viso,
Odesi di lontan scoppio di riso,
S'entra per ogni porta in paradiso
e da un custode insu la soglia assiso
Nel'orto, in cinque portici diviso,
impara ad esser bello il paradiso;
idolo d'una dea, dal cui bel viso
Eco per nome, ardea del suo bel viso
ciò ch'adivenne al misero Narciso.
fa d'edra fresca un ramoscel reciso
Tutto d'ebuli e mori ha tinto il viso
Vede, uscita dal rischio, al'ombra assiso
d'un cipresso vicin tra i rami assiso.
e mi posi a mirarla intento e fiso
tuttavia, come soglio, in paradiso.
è forse in terra? o cielo è quel bel viso?
dissi fra me, da me quasi diviso:
che sanandomi il corpo, ha il core ucciso.
emula de' begli occhi e del bel viso,
del dolce sguardo e del soave riso
tutto il fior, tutto il bel d'un vago viso
Qual industre pittor, che'ntento e fiso
or dela bocca il desiato riso;
l'agita, il culla e se l'accosta al viso.
il dolce peso entro le braccia assiso.
angusto varco ale parole, al riso.
apre un corallo in due parti diviso
e la serenità del dolce riso
quel ciglio ch'apre in terra il paradiso,
Ma la madre d'Amor, nel cui bel viso
e lampeggiando in un gentil sorriso,
meglio in esso drizzando il guardo fiso
Bella ferocità nel suo bel viso
aspreggiato ha d'orgoglio il dolce riso.
Adon le luci ov'ei si giace ucciso
informa il vago e dilicato viso.
malvolentier dal suo signor diviso;
Misero Adon, tu, pien di morte il viso,
Porta piagato a un punto e porta inciso
Il fianco, oimé! del bell'Adone ucciso
Dunque andrà lo splendor di quel bel viso
a portar negli abissi il paradiso?
Gran padre, or tu che su'l gran trono assiso
poscia ch'hai tanto ben da me diviso,
L'invida man ch'ha quel bei fil reciso,
e più proprio del'uom, forse, che'l riso,
in aprir gli occhi al sol ne bagna il viso.
l'animal che si duol su'l corpo ucciso;
rota girando, ingiù lo sguardo affiso
veggio un fanciullo insu l'erbetta assiso.
di formar non si vanti un sì bel viso.
Non curo senza te, da te diviso,
perch'essilio mi fora il paradiso
Più d'un sol guardo tuo, più d'un sorriso
e che più duolmi esser da lui diviso
che qui restar sì crudelmente ucciso'.
l'ira contro il fellon, ch'abbia reciso
o la pietà del giovinetto ucciso
ale compagne il mio squarciato viso.
per cui piango e languisco, esser deriso.
Tutto soletto insu la ripa assiso
e, rivolgendo al'alta torre il viso,
'Perché color, (dicea) che non diviso
che fece Apollo al suo fanciullo ucciso,
di Giacinto men bel né di Narciso.
e di fiori ebbe adorno il seno e'l viso
Sotto benigno e placido sorriso,
la dea con lieto e mansueto viso
- Ragion è ben che del mio Adone ucciso
Volge Membronio al suo nemico il viso,
l'un con l'occhio restò, l'altro col viso.
sovra la rota di Fortuna assiso
porta nel'elmo e nelo scudo inciso.
La coda, il crin, la gamba, il capo e'l viso
L'afflitta Citerea, quando il bel viso
Pianserlo i fonti, e scolorite in viso
Lunge sul pian da lo spallon reciso,
Adrasta, sparsa d'ardimento il viso,
Alla fiera novella io presi avviso
Ivi AMEDEO l'impiaga, ove è diviso
Piena di gaudio e tutta luce in viso,
Ne gli occhi sonno e ne la bocca riso;
Scura la fronte e scolorito il viso;
Che ne l'odiata gola il tenne fiso,
Ora per te l'industre Artier sta fiso
Impaziente, ed arrossir nel viso.
Ora per te l'industre artier sta fiso
Odiata e desiata eccita il riso
Con un altro l'assale. Una nel viso
Un'util rimembranza un pronto avviso
Or che ha' tu, angel di paradiso? -
Egli è venuto ben dal paradiso,
apre un corallo in due parti diviso
angusto varco ale parole, al riso.
il dolce peso entro le braccia assiso.
or dela bocca il desiato riso;
del dolce sguardo e del soave riso
emula de' begli occhi e del bel viso,
dissi fra me, da me quasi diviso:
tuttavia, come soglio, in paradiso.
Tutto d'ebuli e mori ha tinto il viso
fa d'edra fresca un ramoscel reciso
Eco per nome, ardea del suo bel viso
idolo d'una dea, dal cui bel viso
impara ad esser bello il paradiso;
Nel'orto, in cinque portici diviso,
Odesi di lontan scoppio di riso,
di bella ninfa perditrice il viso,
per gran pietate il tuo funesto riso
dà materia di pianto al paradiso.
anzi un regno per sé solo e diviso
nel'un pose diletto e gioia e riso,
ha feminile e giovenile il viso.
tutto dal vago e dilicato viso,
non senza un gentilissimo sorriso
pien d'angelica festa un paradiso.
di quella che si gusta in paradiso.
sento spirar dele tue rose al riso,
bellezza dona e leggiadria di viso,
fa beato l'inferno il suo bel viso
che'l festivo seren del dolce riso.
avea mezzo dal'onde alzato il viso
accioch'Adon non ne restasse ucciso
ma vuol perché da lei viva diviso
che parea dire al portamento, al viso:
Così si fan gl'inchini in paradiso. -
ecco t'apro il tesor del paradiso.
altrettanto son io quanto nel viso. -
creduto avrebbe al simulato viso,
Nela selva ricovra e quivi assiso
Ride il gigante, ma somiglia il riso
un Mongibello ha di faville in viso;
il fè cader sovra l'uccisa, ucciso.
Ridea talora e mi mostrava il riso
pensar non sa, benché dal cane ucciso
Tutto in sestesso a rimirarla fiso
Ma dal dolce balen d'un bel sorriso
dolce ferillo il folgorar del riso,
tu sei solo mio ciel, mio paradiso,
un con l'arco l'uccide e questi ucciso
ma chi per grazia e nobiltà di viso
il real damigello, il cui bel viso
fea visibile in terra il paradiso.
dal piede al capo essaminandol fiso,
il primo fu che s'accorgesse al riso
Preso è Barrino, e sbigottito in viso
si trasformò la meraviglia in riso.
Poggia su l'alta sala e quivi assiso
Cipro, bench'or dal'isola diviso
eran le brine onde bagnava il viso;
Bella ferocità nel suo bel viso
Adon le luci ov'ei si giace ucciso
informa il vago e dilicato viso.
malvolentier dal suo signor diviso;
Il fianco, oimé! del bell'Adone ucciso
poscia ch'hai tanto ben da me diviso,
rota girando, ingiù lo sguardo affiso
di formar non si vanti un sì bel viso.
Non curo senza te, da te diviso,
perch'essilio mi fora il paradiso
che qui restar sì crudelmente ucciso.
ale compagne il mio squarciato viso.
Tutto soletto insu la ripa assiso
Perché color, che non diviso
Sotto benigno e placido sorriso,
la dea con lieto e mansueto viso
Ragion è ben che del mio Adone ucciso
sovra la rota di Fortuna assiso
porta nel'elmo e nelo scudo inciso.
Così parlò Satáno, e a lui con viso
Sii mio sol bene omai; per te diviso
Questo largo terren, piacciati, assiso
Desìo di tue risposte. Io teco assiso
Uno spirto d'amore ed un sorriso
Entrar suo lo scoperse e dienne avviso
Da quell'ora fatale in paradiso
Un orribile sibilo improvviso,
Gli egizj primogeniti improvviso
Ma Pietro già per infernale avviso
In bocca sua non si vedea più riso.
L’osceno fui che ti sporcai il bel viso,
Nè ancor per il dolor resto conquiso;
Io stavo tutto in contemplarla fiso,
non mi saziando; et del suo vago viso
nel cor m’entrava; unde nel paradiso
Che fra se dice: « Se 'l fratel mio ha occiso,
La sua beltà m' il tanto conquiso
Pur che da me costu' non sia diviso,
Ch' un mio nimico che 'l fratel m' ha ucciso
Sia da tua mano a brano a brano anciso,
Nè mai pria lieto vederai mio viso;
Perchè a un tratto in nui dal pianto et riso
Al capo mena questo et quel al viso
El compagno chi può; ambi conquiso
Amar, per haver me spense il bel viso
Dove era il mio diletto e il paradiso.
Pur stato fusse dal leone ucciso
Che pria d'oro era, è sì nel sangue intriso
Che dentro a quel sia proprio il paradiso.
Et giunto a pena un mi' fratell' ha ucciso
Nullo havea par, nel corso havesse anciso
Ma ben di sdegno s'avampò nel viso,
Pur sia che vuol face il leone ucciso.
Rispose Sacripante : « S'io ho ucciso
Et fra molti altri quel gigante ucciso
La lucida visiera dal bel viso,
Crede aperto veder il paradiso.
Con un robesto et ben turbato viso.
Vidde quelle asciugarsi il mesto viso,
Del pianto lor, diss': « Hoggi i' sarò ucciso
Per tua pietà non far ch'io sia diviso
Quando sarà il mio mortal corpo ucciso,
Quando tu getti Silvanella il riso,
Ed hai più rosse le gote del viso,
Farsi più bello, o rubicondo il viso,
le misurava, e gli brillava il viso
di calda zuffa, fiammeggiò nel viso,
vien l'ora delle mute. Un improvviso
tutto è il ciel buio; dalla nostra è un riso
quinci un inferno, e quindi un paradiso.
degli Arabi la torre, all'improvviso
Avea lacero il crin, smorto il bel viso,
Guatò muta il Guerriero, e il guardo fiso
Indi un sospir dal petto imo diviso:
rizzossi; ne tremò l'Alpe, e l'avviso
in mezzo al pianto lampeggiò d'un riso,
di maraviglia, Europa il guardo fiso
luci, e, col guardo al ciel diritto e fiso,
ali aprire e innalzarse al paradiso,
le man protese, e balenò d'un riso
ben giunto, lui disse: alfin diviso
lieta è la colpa ed il pudor deriso.
Suonò fra la vittoria orrendo avviso,
Narrò l'infamia di Scherer conquiso
desolato d'Italia il paradiso.
Pace al mondo: - e quel grido un improvviso
Tutto quanto l'Olimpo era un sorriso
pur lingua lo potrìa di paradiso.
Poi come l'orme della Diva e il riso
Spuntò a' pie de' cipressi; e d'improvviso
Sol da voi chiederem, Grazie, un sorriso.
Sì che insieme movea pietate e riso
Né già cose scrivea degne di riso
Se ben cose facea degne di riso.
Scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso
Occhi fatali al lor natio sorriso.
Ed egli udendo ciò guardava fiso
dalli capelli ch'avea dietro al viso
dicendo: - Dama, angel di paradiso
tant’adornezza porta nel suo viso,
ben par che fosse nata in paradiso.
Cui Salamon mirava punto fiso,
Egli è venuto ben dal paradiso,
una che fa del mondo paradiso;
mondan diletti vuol per non diviso .
perché la vide cosí lieta in viso,
Ritruova il vecchio re che in alto assiso
e con le donne intorno, a mirar fiso
col cor tremante e l'animo diviso
dal terren Gallo: e 'n cava pietra assiso
con l'istessa sua man l'aveva ucciso.
che 'n fin sopra la sella in due diviso
ch'esser per altra man deveva anciso.
dell'alta sede il naturale avviso:
ha trovato in cammino il German Iso,
che gli passa scendendo in mezzo il viso:
in fin sopra le spalle in due diviso;
d'un saggio duce sol l'accorto avviso?
oggi fia il nostro esercito diviso,
non possa in lungo tempo esser conquiso
Si conviene al gran re di tener fiso
e d'ogni altra men degna esser diviso
piegar talora il cor, cangiare avviso,
Trovanlo ch'era ancora a mensa assiso,
ch'erano ad ascoltar col pensier fiso
Pur, chiaro quanto può fingendo il viso,
quel supremo Motor ch'oggi diviso
con sì gran duol, con altrettanto riso
e che ciò sia Brunor gli è tolto avviso
ha il surgente leone il pel diviso;
“Signor” - risponde - “se 'l mio brando ucciso
tremante il petto e lagrimoso il viso
ti pentirai d'aver Clodino ucciso.
alzan le grida al ciel miste di riso,
di vedere il maggior da lui conquiso.
quella lettura, e scolorocci il viso;
Quando leggemmo il disïato riso
questi, che mai da me non fia diviso,
son io più certo; ma già m'era avviso
chi è 'n quel foco che vien sì diviso
d'un giunco schietto e che li lavi 'l viso,
ministro, ch'è di quei di paradiso.
tu se', così andando, volgi 'l viso:
Io mi volsi ver' lui e guardail fiso:
ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.
mosser le labbra mie un poco a riso;
di te omai; ma dimmi: perché assiso
credo che l'udirai, per mio avviso,
Ma ficca li occhi per l'aere ben fiso,
amor del suo subietto volger viso,
e perché intender non si può diviso,
da quello odiare ogne effetto è deciso.
veggio in Alagna intrar lo fiordaliso,
Veggiolo un'altra volta esser deriso;
volse a me li occhi un'ombra e guardò fiso;
Mai non l'avrei riconosciuto al viso;
a' miei poeti, e vidi che con riso
poi a la bella donna torna' il viso.
che la mia vista; e, quanto a mio avviso,
Sotto così bel ciel com' io diviso,
coronati venien di fiordaliso.
di non caler - così lo santo riso
quando per forza mi fu vòlto il viso
d'impedimento, giù ti fossi assiso,
Quinci rivolse inver' lo cielo il viso.
e cominciò, raggiandomi d'un riso
«Secondo mio infallibile avviso,
punita fosse, t'ha in pensier miso;
di retro al mio parlar ten vien col viso
Quell' altro fiammeggiare esce del riso
aiutò sì che piace in paradiso.
poscia rivolsi a la mia donna il viso,
ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso
de la mia gloria e del mio paradiso.
ma per chiare parole e con preciso
chiuso e parvente del suo proprio riso:
raggiava in Bëatrice, dal bel viso
Vincendo me col lume d'un sorriso,
la dolce sinfonia di paradiso,
per quel che Bëatrice non ha riso.
non si verria, cantando il santo riso
e così, figurando il paradiso,
cominciò, 'gloria!', tutto 'l paradiso,
Ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso
intrava per l'udire e per lo viso.
de la faccia di Dio, non volser viso
rememorar per concetto diviso;
così lo rimembrar del dolce riso
Dal primo giorno ch'i' vidi il suo viso
non m'è il seguire al mio cantar preciso;
d'altrui lume fregiati e di suo riso,
in nulla parte ancor fermato fiso;
di corona e di scettro, in alto assiso,
spïar dovesse, e riportarne avviso
sola vista ristretto, attento e fiso
ché in Ascanio mai sempre intento e fiso
Ma Capi e gli altri, il cui piú sano avviso
Per consiglio di cui? Con qual avviso
di nuovo assaliranvi e d'improvviso:
e non con frondi. Ella daratti avviso
in su la poppa alteramente assiso:
d'umana carne, onde ancor sempre intriso
suo bersaglio era sol con questo avviso
Or poi che da' celesti, oltre ogni avviso
questa notte m'apparve, e m'era avviso
Portò di questo incendio Eumelo avviso
tratto giú da lo scoglio ov'era assiso,
e di sangue mai sempre il volto intriso.
possente allor che in sul fiorir preciso
Eran su l'erba agiati; e, come avviso
ne la sinistra esso re Pico assiso
Noi di nostro voler, di nostro avviso
de la torrida zona sia diviso
di tutto punto. Ed ecco d'improvviso
mai non sarei da te, figlio, diviso;
anzi al delúbro in maestade assiso
senza alcun rischio tuo Numano ucciso.
del patrio nido. In su la poppa assiso
solo a galla tenendo, d'improvviso
Corse la fama, anzi il verace avviso
cader convienti». A cui Mezenzio un riso
il suo nitido filo avea reciso.
il bellicoso figlio a l'improvviso
Latino il primo, alto in un carro assiso,
né virgulto farà poiché reciso
e con quel nuovo, inopinato avviso
tre capi coronati avean diviso:
tien tutta l'Asia e brama il paradiso
e chi non sa rubbare vien deriso);
scendeli un colpo d'un modesto riso
concorre il sangue, e spento lascia 'l viso;
Stette Rampallo in quel parlar sí fiso
- Tu m'hai, - disse - fratello, quasi ucciso,
Per qual sí altero e sí legiadro viso
S'egli era d'alma o se costei di viso
dolci ne l'ira; or che sarian nel riso?
non riconosci tu l'altero viso?
tuo core il dica, ov'è il suo essempio inciso.
se 'n vada errando, altri rimanga ucciso,
idol si faccia un dolce sguardo e un riso.
da lo stuol ribellante e 'n sé diviso:
prima che 'l suo pensier le sia preciso,
e far con gli atti dolci e co 'l bel viso
non proferí senza arrossarsi in viso,
l'altro ben vide, e mosse ad un sorriso;
non hanno il petto oltra la scorza inciso,
sordido e molle, e pien di morte il viso;
che molti fan sovra il guerrier ucciso.
e 'l guardo lusinghiero e 'l dolce riso,
né il timor de la speme è in lor diviso.
stimolo è l'arte d'un fallace viso,