200 personaggi in cerca d



Per alcuni, nelle notti serene dormo vicino a un bidone, in un vicolo non distante da Central Park: ho i vestiti stinti, i capelli unti, la barba grigia, l’aria di un uomo giunto alla fine di se stesso. Per altri, sono tornato mio malgrado a scrivere romanzi gialli con un nuovo pseudonimo, ma non esistono foto in giro né note biografiche e ora potrei starmene da qualche parte a fumare o a guardare il baseball alla tv.
Più probabile che vi passi vicino senza che ve ne accorgiate, mescolato tra gli anonimi passanti che affollano ogni giorno le strade di New York City. Perché non ho mai smesso di camminare senza meta sotto una pioggia sottile, per tentare di lasciarmi finalmente alle spalle e sentirmi in nessun luogo. O soltanto nel vuoto pneumatico di un’altra possibilità, dopo aver perso una moglie, e un figlio, una casa, un nome.
Sono tristemente consapevole che nulla è reale tranne il caso, come ricevere una telefonata notturna. Per errore. L’identità di un poliziotto privato da impersonificare e il mistero di uno strano ragazzo segregato e in pericolo. Smisi così di vivere per procura e mi calai nell’assurdo per guarire dai miei lutti. In fondo, quello che una volta era il mio nome aveva le stesse iniziali di Don Quijote.
Ma il risultato delle mie indagini fu un emporio di cose infrante. Un taccuino rosso dove registrai diligentemente, con una matita comprata da un cieco, la babelica disarmonia del mondo. Il momento in cui le cose cominciarono a staccarsi dalle parole, e niente corrispose più a niente, e restò solo la mappa di tutti i passi senza fine che avevo mosso nella vita. Il tracciato di un’inverosimile e vitrea topografia della solitudine.



Scrivi il nome dell'autore del personaggio: