200 personaggi in cerca d



Avventuriero avaro e ambizioso, rivoltante baro della Storia, geniale amanuense e incisore, vittima dei «pidocchi della ragione», insospettabile abate rivoluzionario, celebrante della fantasia, raffinatissimo parodista…
Di me a Palermo si ha memoria controversa: c’è chi rievoca i miei trascorsi di fracappellano dell’Ordine di Malta e insuperato numerista per le strade dell’Albergaria o del Capo; chi racconta con dovizia di particolari del mio dorato imbroglio; chi mi descrive come un uomo capace di starsene seduto per ore su un terrazzino fiorito di pomelie davanti a un vassoio ricolmo di biscotti al sesamo.
In pochi sono disposti a credere che degli emiri e governatori e califfi, di cui inventavo l’esistenza, vedessi davvero il volto, e sentissi il frusciare delle vesti, e quasi un rimpianto, un desiderio di altre nobili invasioni. O che portassi avanti una mia silenziosa guerra a ogni privilegio feudale, la truffa più grande imbastita sui manoscritti degli antichi.
Più probabile per tutti che abbia semplicemente ceduto all’occasione di mischiare gli inchiostrati fogli d’un antico codice come se si trattasse di carte da gioco, allo stesso modo che con le visioni notturne della gente.
Perché gli arabi, gli spagnoli, i siciliani lo sanno: la Storia non esiste, la vita è sogno. Ed è nei sogni che bisogna cercare la verità.
Per un tipo come me, non ci poteva essere altro destino che inverarsi un giorno in un romanzo.



Scrivi il nome dell'autore del personaggio: