Risultati da 1 a 10 di 10
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    Predefinito Ma che storie son queste...?

    Volevo riproporre qui molti brani che ho scritto per Lad, ma mi hanno detto " poche storie ! "... e io mi adeguo.... così, ripropongo solo qualcosina, tanto per darvi un'idea

  2. #2
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    Predefinito La battaglia di Waterloo

    Si declina ogni responsabilità se, in mezzo a tante notizie storiche improbabili, ne capitasse qualcuna vera…

    La battaglia di Waterloo (18 giugno 1815), detta anche battaglia delloo Water, fu una terribile battaglia in cui si scontrarono 190.000 soldati, tra inglesi, comandati da Wellington, e francesi, comandati da Napoleone, che gridando “A la Gloire!! A la toilette!!” volevano andare a fare colazione a Brussel (colazione..come li capisco..). Per strada gli venne una urgenza bestiale. Ma il soloo water era stato occupato, con tipica perfidia britannica, dai tiratori scelti inglesi (incaricati di, almeno in questa occasione, farla dentro… e se non ci fossero riusciti loro, chi avrebbe potuto riuscirci?) …non ti dico le mazzate!…
    ..anche perché i francesi volevano far presto prima che arrivassero i Prussiani, se no…quando gliela avrebbero lasciata fare…?

  3. #3
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    Predefinito La battaglia di Platea

    (479 aC.), è l’esempio di come possa degenerare uno spettacolo, quando danno un buon film e non ci sono abbastanza biglietti. Tutti volevano andare in Platea, nessuno in galleria, e la situazione era già grave; ma dopo la Pausania del primo tempo degenerò, tanto che Mardonio (centravanti di Serse Cosmi) gridò “Ahimè, siamo Persi!”, eppure, pur di vedere il film, erano venuti dal giorno prima, e avevano dormito in una tenda, che abbandonarono, e in cui fu dato un grande banchetto, per metà con cucina spartana, per quelli che avevano il biglietto ridotto, e per metà con cucina persiana, per i raccomandati. Di fronte a tanto ben di dio, a fronte del paninozzo con Salamino piccante dei Lace Demoni, qualcuno esclamò: “ecco, vedete, avevano tutta sta roba, e sono venuti a ce togliere ‘o ppane a nuje, sti fitienti!” (traduco dal greco antico: “sono venuti a togliere il pane a noi, questi discoletti”)

  4. #4
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    Predefinito Battaglia dei Filippi

    (42 aC.), tra Filippo Marco Antonio e Filippo Ottaviano (futuro Augusto), da una parte, e i Filippi cesaricidi: Filippo Marco Bruto e Filippo Cassio.
    Uno di questi Filippi, un vero Bruto, non avendo capito un Cassio, e forse anche perché non sopportava di chiamarsi Filippo come tutti, si suicidò.
    Nonostante fosse un Bruto, fu pianto perfino da un Cicerone che accompagnava i turisti fuori Roma, anche perché i tempora erano duri, e invece delle mores romane si vedevano in giro sempre più spesso certi brutti ceffi biondi o rossi…
    Era il mese di Augusto, ed a Ottaviano, ridente cittadina della provincia napoletana, gemellata con Filippi, faceva caldo, tanto caldo, talmente caldo che a Filippo Ottaviano salì la temperatura, e gli venne la febbre del sabato sera. Così, nonostante fosse malato, forse per andare in discoteca, forse per timore che Filippo Cassio gli facesse la puntura, uscì dalla tenda e si salvò.

    La vittoria fu così completa e gloriosa, che Cicerone, in onore di Filippo Marco Antonio, pronunziò una serie di veementi orazioni, dette, appunto, filippiche.
    Pare che abbia esclamato, tutto entusiasta: “Cantami o divino Augusto, del Filippo Antonio l’ira funesta…”
    Al che il triumviro, con una strana, enigmatica, espressione sul viso, si dice rispondesse:
    “Bellissime, queste orazioni, roba da far perdere la testa…”

  5. #5
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    Predefinito

    Quando se magna se magna: Alessandro Magno
    Dopo la distruzione di Tebe (335 aC.), il buon Alessandro era insoddisfatto perché al suo Paese, per cena, gli servivano solo il pollo con la Pella e la Macedonia. Lui, che aveva saputo del banchetto nella tenda di Mardonio, aspirava a molto di più...
    così pensò: "mo me magno l'impero persiano" e partì (334aC.), con pochi amici, ma gran giocatori di carte (avevano 30.000 fanti) e anche gentili verso le donne (5.000 cavalieri).
    Chi ti incontra in Persia? Nientemeno che il re dei re, DarioB III, con un esercito enorme, ma che non si dimostrò di Granico (volevo dire di granito), e che si sfaldò in men che non si dica...e un samurai nipponico che stava nel suo esercito, disse infatti "men" [un urlo tipico dei kendoka al momento dell'attacco], e fece il vuoto intorno a sé...
    Alessandro avrebbe potuto accontentarsi, ma Isso aveva fame di Gloria, e vinse un'altra grande battaglia, Isso (333 aC.).
    Poi, invece di puntare sul cuore della Persia, o alla roulette, o al superenalotto, decise di giocare un brutto Tiro alla flotta persiana, che era quella fenicia, in pratica.
    Proseguendo, nel 332aC., fece una bella gita in Egitto, dove fondò la città di Alessandria...invece per Cuneo e Vercelli bisognò attendere ancora molto tempo...
    Tornato in Siria, superò un fiume pieno di Tigri, ed ebbe un segno divino, un'eclisse che fu interpretata in termini aulici e dotti: "Gli daremo mazzate da orbi!", e quindi ben predispose i soldati macedoni, che, a differenza dei persiani, poterono riposarsi, perché tutti avevano fatto i compiti e mangiato a cena tutto tutto, da bravi. La battaglia, detta di Gaugamela fu decisa dall'intervento dei Puffi del generale Quattrocchi, che misero Gaugamela in fuga, che è meglio!
    Entrò così trionfante a Babilonia, dove, per festeggiare, ricoprì il suo amico Stefano, offertosi volontario, di quella sostanza nera che abbondava da quelle parti, e gli dette fuoco. Ma Stefano non apprezzò del tutto quel trattamento troppo caloroso, e allora Alessandro, indignatosi, per dispetto gli fece il gavettone con tutta l'acqua dei secchi che aveva, per combinazione, lì, perché stava per farsi il bagno.
    Pare che Stefano non si sia più offerto volontario per questo tipo di giochi, chissà perché...
    Distrutta Persepoli, inseguì DarioB fino alla capitale estiva dell'impero, Ectabana (abbreviazione di "Ecco la talebana!"). era il 330aC. e il Gran Re fu assassinato da un certo Besso, suo cugino fetentone e traditore, che assunse il nome di Artaserse, che però non piaceva ad Alessandro, che andò a dirglielo fino a Bactria. Notando che il crocefisso mancava, Alessandro, che era molto cattolico (infatti siamo nel 328 avanti Cristo), per sopperire a questa mancanza, ne fece subito installare uno con Besso sopra...chi meglio di lui?
    L'anno seguente (327aC) Alessandro si spinse ancora più a Nord, in Sogdiana e conquistò la roccaforte di Ossiarte, satrapo di Battriana, ne prese prigioniera la figlia Rossana (ecco dov'era!) e poi la sposò (torna, Rossana, torna, dopo il viaggio di nozze).
    Arrivato in India, sconfisse l'esercito di un Poro re indiano (come direbbe Polifilo), e si parla che per conquistare Laura avrebbe dato un galà così importante che lo chiamarono Sangala, ma, ricevuto uno schiaffone dopo i suoi vani tentativi di approccio, umiliato e offeso, sedotto e abbandonato esclamò "non è più tempo di giocare" (nella lingua dei britanni moderni, Play Time) e decise di tornare indietro.
    Arrivato a Babilonia si fermò lì per sopraggiunti, improrogabili, motivi tecnici. Era l'anno 323aC.

    nota bene
    nella storia compaiono dei simpatici forumisti di Lad... spero mi perdoni chi non li conosce.

  6. #6
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    Predefinito La battaglia di Porta Collina.

    (82 aC.)
    Che fossero tempi bui, è provato da due fatti del tutto indipendenti,
    primo, che l'Enel era ancora lontana da venire..
    secondo, che avevano messo in porta un arbitro, per quanto bravo...
    ..eppure, il famoso archeologo Shel Burn ha trovato l'elemento d'unione tra queste due notizie: ebbene sì, in mancanza dell'energia elettrica, i romanisti misero in campo il famoso difensore gallo Candela, che con i suoi guizzi prepotenti, e la sua visione di gioco lucida e precisa, illuminò la difesa della Roma...
    Era morto da poco Mario (nell'86aC.), e Giuseppe non si sentiva tanto bene..sapete, un pò di artrite rematoide, cosa normale alla sua età...[che c'entra Giuseppe? niente, assolutamente].
    Uno dei comandanti mariani, Ponzio Telesio disse all'altro "sono arrivati i sanniti, ma non basterà"
    Gli rispose l'altro comandante, Marco Lamponio "cosa vuoi di più"
    "Voglio un lucano"
    e come per incanto apparve il contingente lucano, destinato, dopo la sconfitta, ad essere noto come "l'amaro lucano" (ecco perché...).

    Appio Claudio comandava gli aristocratici, ma era un pò fuori strada, perché non stavano sull'Appia ma sulla Salaria, e i soldati volevano farsi pagare...ci volle del bello e del buono per spiegargli che Salaria era la via del "sale" e di salario non se ne parlava nemmeno. I soldati si rassegnarono, ma erano demotivati..così la battaglia si mise bene per i popolari, finché non arrivò il terribile Silla, che aveva costretto Mitridate a venire a patti (dove fosse questo posto...non lo so ), e a lui s'era aggiunto Licinio, un tipo molto Crasso..
    Insieme, questi formidabili generali sterminarono gli avversari.
    Silla fu eletto dittatore.
    Quale saggia conclusione possiamo trarre da tutto questo?
    Se stai vincendo, non fare venire, proprio in quel momento, un altro esercito di nemici...visto che hai l'arbitro dalla tua, fagli fischiare la fine della partita, prima!

  7. #7
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    Predefinito La battaglia di Malevento (Benevento)

    (275 aC.)
    Sembra che Nino Taranto avesse chiesto aiuto a Pirro contro la Roma, che rischiava di vincere il campionato, anche perché la gioventù (in latino: juventus) non era più quella di una volta (dicono sempre così…).
    Chi era questo Pirro, re dell’Epiro?
    Un re che mise in grande affanno la Roma di quel tempo, vincendo il primo tempo, ma con molti giocatori acciaccati, tanto che anche ora si dice “Vittoria di Pirro” quando si vince, ma poi si sta peggio di chi ha perso.
    Ma per capire meglio questo mister (o addirittura, mistero), torniamo qualche anno addietro.
    Morto, in un modo o nell’altro, Alessandro Magno, i suoi generali, che si volevano tutti un gran bene tra di loro, si misero a giocare alla guerra uno contro l’altro, per spartirsi tanto impero.
    Nomi di prim’ordine come Antigono Monoftalmo, Seleuco, Antipatro, Cassandro…gente che aveva grandi mezzi (si parla addirittura di tutti gli autobus del Vomero..) e grande potere.
    Per anni la lotta tra di loro fu mastodontica, ciclopica, come se si scontrassero dei dinosauri, con battaglie in cui centinaia di migliaia di uomini degli eserciti più forti, si scontravano con ferocia e determinazione, facendo scorrere fiumi di sangue.
    In pochi anni fu dilapidata una potenza immensa.
    Due di questi generali, Tolomeo e Demetrio, decisero di far pace tra di loro. E il giovane Demetrio, detto Poliorcete (L’assediatore di città, per la sua abilità di conquistare qualsiasi città assediasse), pensa pensa, cosa dà in pegno di pace al buon Tolomeo?
    Gli dà il nostro Pirro…come se fosse un oggettino da portare al banco dei pegni… Ecco chi era quel Pirro che fece tremare Roma!
    Lo stesso che nel 280 troviamo in Italia, attirato dai bassi costi delle pensioni del Sud. Il depliant che gli aveva inviato Nino Taranto parlava di mare e sole a prezzi stracciati.. e lui si lasciò incantare, anche perché non voleva perdere le prime puntate della telenovela “incantesimo” che iniziava proprio in quei giorni.
    Dopo l’Italia, si fece tentare dalle spiagge incantevoli della Sicilia, i suoi dolci gustosissimi, la pasta con le melanzane, e quella di mandorle…come resistere?
    Ma presto si accorse che anche i Cartaginesi erano interessati a tutto quel ben di Dio, e, trovato “’o tuosto” (= il duro), ed anche perché invocato a gran voce dai fans di Nino Taranto, in difficoltà con i tifosi romani, molto ben “esercitati”, ritornò in Italia.
    Correva l’anno 275aC (a quei tempi, chi andava piano restava indietro con l’età) ed erano consoli Manlio Curio Dentato (sponsor della pasta del capitano) e Lucio Cornelio Lentulo (Lentulo perché si muovevola lentamentule, Cornelio perché.. lasciamo perdere…).
    Lentulo guerreggiava in Lucania, M. Curio, invece, aveva preso l'offensiva nel Sannio (e per questo era molto arrabbiato) e si era accampato presso Malevento. Pirro voleva piombare su Curio, prima che i due consoli si potessero congiungere, e mandò poche forze per tenere a bada Lentulo o, almeno, ritardarne l’avanzata. Perciò voleva ad ogni costo dare battaglia subito, mentre M. Curio Dentato, che era il più esperto dei generali romani, si teneva prudentemente nel suo accampamento fortificato aspettando l'arrivo del collega. Pare che, dal sicuro dell’accampamento, si affacciasse e gli facesse le smorfie e le boccacce, ma questa notizia shelburniana non trova conferma nei libri seri. Pirro, per costringerlo a battaglia, pensò di occupare di notte, di sorpresa, alcune alture che dominavano il campo romano, da dove avrebbe goduto l’aria fresca delle colline e poi avrebbe potuto tentare l'assalto. Ma la marcia notturna in un paese boscoso e poco conosciuto fu molto disordinata, e il mattino sorprese i soldati di Pirro stanchi e ed assonnati quando arrivarono in vista del campo romano. Curio Dentato, che era un furbastro, approfittò della stanchezza e del disordine dei Greci per fare una sortita che ebbe un felice inizio.. infatti i Romani apparvero all’improvviso gridando “..settete!”
    Mentre i Greci ridevano per la gran gioia, i Romani si frocoliarono (= presero) alcuni elefanti. Riavutisi dalla sorpresa, gli Epiroti riordinarono le loro schiere, e, formata la falange, costrinsero i Romani a rifugiarsi nell'accampamento. Curio, incuriante del pericolo, reagì con valore, e fatte salire sul vallo le sue riserve, riuscì a resistere all’assalto dei Greci. Pirro, allora, dovette retrocedere, perché i suoi soldati erano esausti per la marcia notturna e non era prudente assaltare un accampamento fortificato e ben difeso. Non essendogli riuscita la sorpresa, e poiché l'altro console ormai era vicino , Pirro, non avendo forze sufficienti per resistere ad entrambi, si ritirò, esclamando “Ma che malora! Non è giusto, però!”.

    Curio disse a Cornelio: “Ma a te dà tanto fastidio questo vento?”
    “No, a me no”
    Confortato dal sereno parere dell’amico, e volendo dare un segno augurale al nome della città, invece di Malevento, la chiamò Benevento.

  8. #8
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    Predefinito Re: La battaglia di Waterloo

    Originally posted by shelburn
    Si declina ogni responsabilità se, in mezzo a tante notizie storiche improbabili, ne capitasse qualcuna vera…

    La battaglia di Waterloo (18 giugno 1815), detta anche battaglia delloo Water, fu una terribile battaglia in cui si scontrarono 190.000 soldati, tra inglesi, comandati da Wellington, e francesi, comandati da Napoleone, che gridando “A la Gloire!! A la toilette!!” volevano andare a fare colazione a Brussel (colazione..come li capisco..). Per strada gli venne una urgenza bestiale. Ma il soloo water era stato occupato, con tipica perfidia britannica, dai tiratori scelti inglesi (incaricati di, almeno in questa occasione, farla dentro… e se non ci fossero riusciti loro, chi avrebbe potuto riuscirci?) …non ti dico le mazzate!…
    ..anche perché i francesi volevano far presto prima che arrivassero i Prussiani, se no…quando gliela avrebbero lasciata fare…?
    Questa versione mette in tutt'altra luce un episodio centrale della battaglia di Waterloo.

    L'eroico generale napoleonico Pierre Jacques Étienne, barone di Cambronne, teneva le posizioni con i suoi granatieri.
    Il generale inglese che guidava gli attaccanti gli gridò:
    - Granatieri, arrendetevi! - ("Grenadiers rendez vous !")
    - La vecchia guardia muore, ma non si arrende! ("la garde meurt mais ne se rend pas !")- rispose Cambronne: una frase ben degna di passare alla storia; ma il futuro gli riservava assai più triste destino.
    Il generale inglese, infatti, oltre che testardo era animato da spirito umanitario e voleva evitare la carneficina, posto che ormai la battaglie era vinta.
    - Grenadiers rendez vous ! - ripetè il generale inglese - Vous serez traités comme les plus beaux soldats du monde! -
    - La garde meurt mais ne se rend pas ! - replicò ancora Cambronne.
    Alla fine, gli stessi soldati inglesi implorarono gli avversari di arrendersi:
    -Grenadiers rendez vous ! rendez vous ! -

    Fu allora che il prode generale Francese, con le palle girate forse perchè stavano perdendo o perchè quelli non la volevano capire, o - come si evince dalla versione di Shelburn - perché gli scappava, pronunciò la fatidica parola che tanto scandalo fece ai posteri e che lo rese famoso nella Storia forse più dello stesso Napoleone:
    - Merde! -

  9. #9
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    Predefinito

    ...allora forse potremmo concludere che in questa storia della battaglia di Waterloo... qualcosa ci puzza

  10. #10
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    Predefinito La carica dei 600

    Il 25 Ottobre 1854, nella penisola di Crimea, i Russi tentano di rompere l'assedio Turco-franco-inglese su Sebastopoli. La manovra non riesce grazie agli "Highlanders" scozzesi , che resistono alla carica della cavalleria pesante russa. Ma la battaglia è anche nota per la carica della brigata leggera inglese. Questa manovra, che sacrificò completamente la brigata, non riuscì perchè il suo comandante, Lord Cardigan, malinterpretò gli ordini di Sir Raglan (che non erano molto precisi, a dire il vero...), ed invece di caricare la cavalleria pesante russa in rotta, attaccò una batteria dalla parte opposta della spianata di Balaclava. Durante la carica l'intera brigata leggera venne distrutta dall'artiglieria russa, che sparò a mitraglia ad alzo zero.

    Il comandante francese, generale Francois Canrobert, che assisteva alla battaglia da un'altura dove si trovava il comando inglese, nel vedere la brigata leggera lanciarsi alla carica, pronuncò le famose parola "C'è magnific". Ma gli inglesi mancano di riportare il testo completo del generale, che continua così: "mais c'è pas la guerre. C'è la folie".
    _______________________
    Gli zeri, per valere qualcosa,
    devono stare a destra.

 

 

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